9. Helen

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Ahia.

Per qualche strano motivo, quello che ha appena detto ha fatto male.

«Buonanotte» dico, e la mia voce si spezza leggermente. Spero che non lo noti.

«Helen—» inizia a dire, ma lo interrompo subito.

«Tranquillo, avrei dovuto immaginarlo. Sei fatto così, è vero.» I miei occhi sono pieni di lacrime mentre parlo e lo guardo.

Non posso credere di aver abbassato così tanto la guardia con lui.

«Ascolta, io non—»

Metto una mano sulla sua bocca. «Tu non c'entri, è solo che sono stufa di essere una qualsiasi. Voglio semplicemente... essere speciale per qualcuno.» Batto le ciglia e lacrime pesanti mi rigano le guance.

Sospira. «Helen, tu sei speciale.»

Scuoto la testa. «Lo dici solo perché ti sto piangendo davanti, Harry, ecco perché.»

«No invece.» Mi mette una mano sulla guancia e mi asciuga le lacrime con un pollice. «So che è volte posso essere un stronzo, ma la mia carriera è andata a rotoli dopo quell'infortunio.»

«Be', mi dispiace, okay? Ma io che colpa ne ho?» Cazzo, sto singhiozzando.

Si passa una mano tra i capelli. «Helen, sono così con tutti. Forse con te persino un po' meno.»

«Ma lo sei comunque! Pensi che dopo la storia di mio fratello io stia bene? Intanto sorrido sempre.» Faccio una pausa. «E questo fa schifo...» Scoppio in singhiozzi e mi avvicino a lui.

Mi stringe tra le sue braccia allenate e poi a bassa voce mi chiede: «Quale storia di tuo fratello?»

Oh, vero. Lui non lo sa.

Tiro su col naso, le mie lacrime hanno bagnato la sua canottiera. «Lo sanno in pochi, Harry. Non so se voglio dirlo a te» confesso e alzo la testa per guardarlo dritto negli occhi.

Mi sposta i capelli dal viso e me li sistema delicatamente dietro le orecchie. «Puoi dirmelo; ho capito che è una cosa importante, quindi il minimo che possa fare è starti vicino quanto tu mi permetterai.»

Be', dopo quello che ha appena detto...

«Okay.» Deglutisco prima di iniziare a parlare. «Mio fratello, Cole, era il mio migliore amico... l'unico che mi conosceva davvero...»

Nel sentire le parole "era", "conosceva" le sue spalle si sono irrigidite, la sua mascella è serrata e ha i brividi sulle braccia.

«Harry, lui—» È una cosa troppo brutta da spiegare, da dire, quindi non riesco a finire la frase che scoppio di nuovo a piangere.

Mi stringe più forte a sé, mi bacia la testa. «Tranquilla, ho capito. Mi dispiace tanto.»

Restiamo messi così. Lui mi accarezza i capelli ed io riesco a sentire il battito del suo cuore sotto i pettorali. Una delle mie gambe è tra le sue. Finiamo per addormentarti così, ed è incredibile, perché, nonostante queste carezze, lui mi odia perché non voglio essere una delle tante e io lo odio per il suo carattere di merda, per il modo in cui tratta tutti.

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