8. Harry

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Non dovremmo essere nemmeno sotto solo stesso tetto e stiamo per metterci sotto la stessa coperta. L'ultima volta che è successo poi mi sono svegliato da solo.

Helen stasera è diversa dalla Helen che sono abituato a vedere. Da fuoco vampante è diventata una fiamma debole. Mi fa strano vederla così, ma d'altronde ho l'impressione che anch'io non sia me stesso.

«Arrivo» le dico prima di andare in bagno. Spero solo che riusciremo a dormire tranquilli.

Quando torno, la trovo già accovacciata sotto le coperte. È carina, messa in questo modo.

Prima di infilarmi sotto le coperte mi tolgo la felpa e rimango con la canottiera bianca. Mi sdraio sulla schiena e fisso il soffitto; Helen quasi cade dal letto. «Tutto bene? Il letto è abbastanza grande per entrambi, può metterti un po' più al centro» le dico ridendo.

Le scappa una risata, poi si gira su un fianco, verso di me. «Non spegni la luce?»

«No, posso renderla più tenue, faccio così solitamente» spiego. «Va bene?»

Annuisce e si guarda le mani. «Harry, perché hai...» inizia a dire, ma lascia la frase in sospeso. «Niente, lascia stare.»

Mi giro anche io su un fianco, adesso siamo faccia a faccia, posso guardarla dritta negli occhi. «Oh, no. Ora me lo dici. Perché ho... cosa?» Se non me lo dice non riuscirò a dormire.

Scuote leggermente la testa. «Non è niente di importante.»

«Qualsiasi cosa è importante, anche un semplice ciao, quindi ora lo dici. Cosa stavi per dire?» la forzo di più.

Sospira, con gli occhi chiusi, tutto d'un fiato, mi chiede: «Perché hai reagito in quel modo?»

«Quando?» le chiedo confuso.

«Per la storia di Daniel.»

Eh, be'... «È uno stronzo.»

Scoppia a ridere. «Questa è la tua risposta? Anche tu sei uno stronzo, ma stasera ti stai comportando in un modo strano...»

Aggrotto la fronte. «Che intendi con strano?»

Alza le spalle. «Non lo so, solitamente sei scontroso e insopportabile.»

Ridacchio. «Anche tu.»

«Non è vero!» e mi spintona scherzosamente dal petto. «Oh, scusa» dice appena si rende conto di avermi toccato.

«Ti stai scusando con me? Oh, Scott, sta perdendo colpi. Non mi merito le sue scuse» le dico ironicamente.

Il suono delle sue risatine è confortante, non so perché. «Davis, lei perché sta ridendo con me? Credevo che mi odiasse.» Ridevamo insieme fino a un secondo fa, ma ora lei è l'unica a ridere. «Perché quella faccia?» chiede confusa e si avvicina un po' di più a me.

Prendo un respiro profondo e lo rilascio. «Non ti odio, Helen» le dico con un tono serissimo.

«Io credevo che dopo quella volta—»

«No» la interrompo. «Hai fatto bene, e fai bene ad odiarmi anche adesso.»

Sospira. «Harry, ti odio perché hai trattato di merda la mia migliore amica, e chissà con quante altre lo hai fatto.» Mi guarda negli occhi. «Io non mi faccio trattare così.»

Lo so benissimo. «È per questo che sei diversa» le dico con tutta la mia sincerità.

Finge una risata. «A quante altre lo hai detto? Con quante hai dormito e scopato in questo letto?»

«Nessuna.» È la verità, non ho mai lasciato entrare una ragazza nella mia stanza; stasera è stata un'emergenza.

«So che stai mentendo» dice, posso sentire il suo respiro sulle mie labbra.

I miei occhi non possono far altro che cadere sulle sue labbra carnose, se non sapessi quanto sono morbide e calde forse non avrei tutto questo desiderio di baciarle. «Non lo sto facendo.»

Si inumidisce le labbra, poi guarda le mie e dice: «Chissà com'è sentirsi "una delle tante."»

Ha un ciglio sulla guancia e lo sposto con il pollice; lascio la mia mano sul suo viso e continuo ad accarezzarla con gentilezza.

«Oh, Davis, mi odi da morire per farmi questo—»

Non ho resistito.

Le mie labbra sono sulle sue. Merda, sono proprio come le ricordavo. Non si tira indietro dal bacio quando la mia lingua cerca la sua.

Si stacca un secondo per dire sottovoce: «Non dovremmo...»

«A chi importa?» ansimo, e siamo ormai seduti, la mia mano avvolge uno dei suoi piccoli fianchi.

Mi mette le mani sulle spalle e inizia a spingermi leggermente. Quando inizio a scendere verso il collo, mi spinge completamente via. «No, Harry. A me importa.»

La guardo confuso, mi stava piacendo.

«Intendo, Jade se la prenderebbe a morte. Più con me che non te» ha il fiato pesante mentre parla.

«Helen, non è niente, è solo un bacio o quello che vuoi, non ci sono sentimenti, è solo questione di corpo.»

Alza le sopracciglia, sconvolta. «Vedi? Vai a finire sempre lì, preferisco che mi lasci perdere. Nella mia vita non vorrò mai essere una delle tante.» Si risistemo sotto il piumone e mi da le spalle.

«Sei la prima ad essere entrata e la prima che ho baciato in questa stanza» le spiego, cercando che ciò possa farle cambiare idea.

Sbuffa. «Questo non ti giustifica, e poi non mi interessa essere la prima. E sei un
pezzo di merda, quindi perché dovrebbe fregarmene qualcosa?»

Bene, il mio tempo da persona buona e gentile è appena terminato, mi ha fatto girare i coglioni. Non vorrei mai stare con lei, Dio, come dovrei sopportarla? «Be', credo che tu abbia ragione. Tanto ce ne saranno altre dopo di te e dopo chiunque altra.»

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