10. Helen

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La mattina la vibrazione di un cellulare disturba il mio sonno. Non è il mio, è quello di Harry.

Quando provo a girarmi dall'altra parte mi viene difficile, quindi realizzo di avere un braccio sotto al collo e un altro che mi cinge in vita.

Oh merda, mi sta abbracciando da dietro, come fanno le coppie.

Scaccio questo pensiero dalla mente e piano piano riesco a girarmi, mi ritrovo il suo viso a pochissimi centimetri dal mio. Quando dorme i suoi lineamenti sono rilassati, più belli e naturali, le sue labbra leggermente schiuse.

«Harry...» lo chiamo con la voce ancora impastata dal sonno. Non so nemmeno che ore sono. «Qualcuno ti ha telefonato.»

Apre a malapena gli occhi e un leggero sorriso gli compare sulle labbra. «Sei ancora qui o sto sognando?» dice, la voce rauca... oh Dio.

«Già. Non me ne sarei potuta andare neanche se avessi voluto, mi tieni stretta come se fossi il tuo peluche di quando avevi cinque anni» gli dico ridacchiando, e riesco a far sorridere anche lui.

Ad un certo punto nota che i nostri corpi sono attaccati, che le sue braccia mi stringono da sotto la felpa e che sta toccando la mia pelle nuda. Quando lo realizzo anch'io un brivido percorre tutta la mia spina dorsale e sento il bisogno di spezzare questa tensione.

«Comunque, il tuo telefono vibrava. Non vuoi vedere chi è?»

«Chi se ne fotte, saranno le sette di mattina—» Allunga un braccio verso il comodino per prendere il telefono e guarda l'orario. «Cazzo, è quasi mezzogiorno invece.»

Mezzogiorno? Jade mi avrà data per dispersa...

Si porta il telefono all'orecchio. «Grace? Avevi bisogno di qualcosa?»

Oddio.

Riesco a sentirla chiedere di me. Dice: «Davis, ieri ti ho visto andartene con Helen, sai che fine a fatto?»

Mi metto a pancia in giù e poggio la fronte sul petto di Harry.

«Sei con Jade?» le chiede. Non riesco a sentire la risposta di Grace ma credo che sia "no" dato che Harry rilascia un respiro di sollievo. «Be', è qui. Ieri era ubriaca e non l'ho portata a casa sua perché mi ha detto che ci sarebbero stati Jade ed Evan, quindi l'ho portata qua.»

Mi prendo la testa tra le mani e poi mimo con le labbra: «Dille di non dirlo a Jade!»

Annuisce e poi le dice: «Non dire niente a Jade, okay?»

«Bocca cucita» riesco a sentire.

Chiude la telefonata. Mi prende dai fianchi, la mia felpa ormai è completamente alzata sul bacino, e mi mette su di lui, i nostri corpi premuti l'uno contro l'altro.

«Oh mio Dio, se Jade scopre qualcosa...»

Mi sistema i capelli dietro le orecchie e mi bacia la fronte. «Grace non le dirà niente, se c'è una cosa che quella ragazza sa fare bene è starsene zitta.»

Sospiro. «Lo so.» Poi affondo il viso nel suo collo, riesco a sentire il suo buonissimo profumo.

Mi accarezza le schiena, e quando arriva all'altezza del reggiseno inizia a giocare con la clip. «Non hai dormito male con questa roba addosso?» mi chiede.

«No, ho dormito benissimo.» In effetti sono stata un po' scomoda, ma nulla di insopportabile. Mi siedo, sono a cavalcioni su di lui e le mie cosce sono completamente esposte.

Lui mi squadra dal basso verso l'alto, i suoi occhi brillano di desiderio. Le sue mani grandi che prima mi stringevano in vita stanno scendendo sempre di più verso le mie cosce.

Inizio a sentire qualcosa proprio sotto di me, quindi mi sposto immediatamente e scendo dal letto. Inizio a recuperare le mie cose.

Si passa una mano tra i capelli, poi entrambe sul viso e sbuffa frustrato.

«Bene, credo che dovrei andare, mi cercano. Grazie» aggiungo, ed esco dalla stanza.

Ho quasi raggiunto l'uscita, ma me lo ritrovo dietro e mi afferra per un polso. «Quando ci vediamo?» chiede, impaziente di ricevere una risposta.

«Lunedì, per le prove e a lezione. Ciao.»

Mi lascia andare, ma mi accompagna fino alla macchina e mi apre persino la portiera.

Guido scalza, solo con i suoi calzettoni ai piedi. In poco tempo arrivo a casa. Trovo Jade che cucina il pranzo e quando mi vede mi guarda per qualche secondo. Non riesco a leggere la sua espressione.

«Dove sei stata?» mi chiede.

Poso le mie cose sul divano momentaneamente. «Da Daniel, come ti avevo scritto» le rispondo subito.

«Oh, ecco perché il trucco è sparito e i tuoi capelli sono un disastro.»

«Esatto.» No, perché ho pianto di fronte a Harry Davis e mi ha abbracciata durante la notte.

«Perché non hai risposto alle chiamate stamattina?»

«Avevo messo il non-disturbare» mi spiego, ed è la verità.

«Oh, va bene.»

Sembra non sospettare nulla e ne sono sollevata. So che se dovesse venire a sapere qualcosa riguardo a stanotte non mi rivolgerebbe più la parola e non voglio che questo succedo, quindi credo sia meglio se io e Harry continuassimo ad odiarci, invece di fare qualcosa di più che sbagliato per poi pentircene.

È meglio se continua ad essere lo stronzo che è sempre stato anche con me.

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