53. Harry

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Busso alla porta e Jade apre, il viso gonfio di sonno.

«Helen?» le chiedo mentre entro e mi tolgo la giacca.

Indica la stanza di Helen. «Qui» dice con la voce piena di sonno.

«Okay.»

Vado alla sua porta e busso leggermente. Quando lei non risponde, entro.

La trovo addormentata al centro del letto, che si abbraccia le ginocchia e respira pesantemente. Il suo viso è turbato, come se stesse provando una specie di dolore.

Mi tolgo le scarpe e mi infilo sotto le coperte con lei. Mi avvicino e la abbraccio, respirando il suo profumo e spostandole i capelli dal viso.

«Ti amo, Helen Scott» sussurro.

La amo così dannatamente tanto.

Helen si muove, probabilmente sentendomi qui, e mi mette una gamba in grembo e una mano sul petto.

Dopo un po' chiudo gli occhi, cercando di addormentarmi anch'io, ma all'improvviso una mano è sul mio viso, accarezzandomi la guancia.

Helen ha gli occhi aperti e mi guarda con... tristezza?

«Cosa c'è, piccola?» dico.

Sorride e sbatte le palpebre più volte. «Niente. Adoro svegliarmi con te» dice, la voce tremante.

Mi acciglio, confuso. «È successo qualcosa?» chiedo.

Lei scuote la testa. «No, va tutto bene.»

«Non sembra. Cos'è successo?» insisto.

Mi bacia sulle labbra, lentamente e dolcemente. «Niente» dice di nuovo.

Mi giro per sdraiarmi su un fianco. I nostri nasi si sfiorano, le nostre labbra quasi si toccano.

«Come ti senti?» Stamattina non sembrava stesse bene.

«Bene.» Mi passa la mano tra i capelli, spingendoli all'indietro. «Baciami, per favore. Ho bisogno di te adesso» dice, sussurrandomi sulle labbra.

La bacio, tenendole il viso con la mano. Separo le sue labbra con la mia lingua, facendola scivolare nella sua bocca e cercando la sua. Si incontrano e iniziano a muoversi insieme, aggrovigliandosi l'una con l'altra.

«Ti amo, Harry» ansima tra i baci. «Lo sai, vero?»

Annuisco, guardandola negli occhi che brillano di lacrime. «Lo so, ti amo anch'io.»

Perché mi sta dicendo questo? Voglio dire, perché sta quasi piangendo?

«Piccola, che succede?» chiedo, accarezzandole la guancia con il pollice.

Sbatte le palpebre e le lacrime le cadono sul viso. «Non lo so, ma ho bisogno di te.» Mi bacia. «Non lasciarmi, ho bisogno di te» dice.

Mi acciglio; cosa c'è che non va? «Perché hai bisogno di me? Perché mi stai dicendo questo? Che sta succedendo?»

Tira su col naso, poi scoppia in singhiozzi. «Non lo so!» piange. «Resta con me per favore.»

La abbraccio forte, cercando di calmarla. «Piccola...» Cosa sta succedendo?

Alla fine, si calma, il suo respiro è di nuovo calmo. «Harry...» inizia a dire, «guarda cosa c'è sul mio comodino.»

Guardo. C'è una lampada, un libro, il suo telefono e... una scatola blu. Che cos'è?

Allungo una mano sopra la sua testa, prendendola. Helen mi afferra la maglietta, come se avesse paura che io scappi.

È un test di gravidanza. Cazzo.

Piange di nuovo e singhiozza. «Io... mi dispiace.»

«Non devi scusarti» le dico. «Sei incinta?» chiedo.

Deglutisce. «Non lo so, probabilmente» mi dice.

Chiudo gli occhi, cercando di capire cosa sta succedendo. Dio.

«Abbiamo fatto sesso non protetto due volte e ho completamente dimenticato la pillola. È tutta colpa mia...»

Le prendo il viso tra le mani e la guardo negli occhi. «No, piccola, non lo è. Non dirlo mai più» le dico.

Poi penso. I suoi seni doloranti, i suoi crampi, le sue vertigini, la sua stanchezza... tutto ha un senso ora.

«Fai il test, se è positivo domani ti fai fare le analisi da un dottore» le dico.

Si asciuga le lacrime con le mani e si alza, portando con sé il test. La seguo, finché non si chiude in bagno.

Dio mio. Come è successo? Dannazione.

Certo che si è—ci siamo dimenticati della pillola. Abbiamo fatto inferno e ritorno in quei giorni, abbiamo dovuto affrontare molte cose...

Mi sento così in colpa. È colpa mia se le ho fatto passare tutto questo. Sapevo che non saremmo dovuti andare così lontano. Ma, cazzo, la amo, e non posso lasciarla andare, ho bisogno di lei tanto quanto lei ha bisogno di me.

Ma qualunque cosa accada, voglio che sappia che sono qui, non la lascerò mai. È la mia donna, io sono il suo uomo, sarà la madre dei miei figli e un giorno la sposerò e la renderò felice. La amo così tanto che farei qualsiasi cosa per renderla felice.

Il modo in cui teme che io possa scappare mi spezza il cuore. Dimostra quanto sia insicura riguardo al mio amore per lei, e devo rimediare a questo.

Non sono più chi ero prima di lei, non più. Sono migliorato e voglio che lei lo sappia.

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