6. Harry

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Helen è seduta sulle mie gambe, le mie mani toccano il suo corpo con delicatezza e i miei occhi sono caduti nei suoi. Il mondo attorno a me è sfocato; sono concentrato su di lei. È la prima volta che osservo il suo viso così attentamente. Ha delle ciglia lunghe e folte — non le servirebbe nemmeno il mascara —, delle leggere lentiggini sul naso, delle labbra carnose dal colore così naturale che non fanno altro che invitarmi a premere le mie su di loro. È veramente una bella ragazza, devo ammetterlo.

Noto il suo sguardo cadere per un secondo  sulle mie labbra, subito dopo torna a prestare attenzione al mondo attorno a noi, come se si fosse pentita di avermi guardato.

Jade la guarda malissimo quando mi mette un braccio attorno alle spalle e mi passa una mano tra i capelli. È ubriaca, quindi so che lo fa senza riflettere.

Le scappa un risolino e poi mi dice: «I tuoi capelli sono morbidi.» Si scioglie i capelli dallo chignon e le ricadono morbidi sulle spalle, anche i suoi sembrano morbidi e profumano di cocco. Si toglie la giacca e si alza.

Oh cazzo.

Quel vestito fascia le sue curve in una maniera incredibile. Quegli stivali la fanno sembrare una vera e propria modella, anche il modo in cui cammina nonostante l'alcol.

«Harry? Cosa guardi, eh?» Evan mi dice, guardando nella mia stessa direzione.

Distolgo subito lo sguardo da Helen e fulmino Evan con gli occhi. «Chiudi quella cazzo di bocca, Evan. Pensa alla tua piccola Jade.»

Evan non sa in che guaio si è cacciato. Quella ragazza non sa divertirsi con qualcuno senza iniziare a provare sentimenti.

Helen è tornata, ma ha trovato un posto libero accanto alla sua amica del cuore.

Mi alzo, infastidito da non so bene che cosa e salgo in terrazza. Poggio i gomiti sulla ringhiera e fisso il cielo.

Avrei voluto continuare la mia carriera da giocatore di basket. Cazzo, mi piaceva da morire. Ma ora l'unica e l'ultima cosa che mi resta è la musica.

La signorina Williams mi ha chiesto di suonare gli accordi di una canzone a cui Jade e Helen stanno lavorando con la chitarra. Non riesco a immaginarmi nella stessa stanza per più di un'ora con le persone che dovrei evitare di più. Perché ho accettato?

Mi dispiace dover far soffrire Jade standole così vicino e allo stesso tempo ho paura che Helen possa farmi impazzire. Non ci tollereremo mai, specialmente se saremo forzati a farlo. Stasera è stato solo perché è successo, ma so che appena entrambi tireremo fuori il nostro carattere ci guarderemo negli occhi con la voglia di ucciderci, e non con quella di trascinarci a letto.

Non potevo dire di no alla proposta della Williams; mi conosce da quando ero piccolo, mi ha insegnato lei tutto quello che so della musica. Ci sarebbe rimasta troppo male se avessi rifiutato. Il fatto è, comunque, che da lunedì iniziamo le prove.

Decido di tornare di sotto dopo una mezz'oretta. Nel corridoio dove si trovano le stanze dei ragazzi mi imbatto in una coppia, non guardo nemmeno chi sono. Poi però mi fermo e mi giro per capire, mi sembra di conoscerli...

Proprio come pensavo, Helen e Daniel, un ragazzo di questa confraternita.

Si dirigono verso una stanza, ma prima che possano entrarci ho già preso Helen per un polso e spinto Daniel sul muro. «Daniel, è ubriaca! Non puoi portartela a letto in questo stato.»

Helen certa di divincolarsi dalla mia stretta, ma invano. «Harry, faccio quello che mi pare!» mi urla contro.

Mando quel maniaco a fanculo e inizio a portate Helen di sotto con me, camminando a passi lunghi e veloci.

«Non riesco a starti dietro, se camminassi un po' più lentamente magari?» mi chiede, e rallento un po'.

«Dove sono le tue cose?» le chiedo con un tono di pretesa.

Mi guarda confusa per qualche attimo. «Appese all'appendiabiti, sia giacca che borsa. Perché lo chiedi?»

Non le rispondo. «Torno subito, non muoverti di qui, chiaro?» le ordino.

Anche se con uno sguardo perplesso e interrogativo, annuisce.

Cerco di fare il più veloce possibile quando vado a prendere la sua roba per evitare di dover dare spiegazioni.

Ma non sono così fortunato.

«Dove vai con le cose di Helen?» mi chiede Grace. Jade fortunatamente non è nei paraggi; sarà con Evan chissà dove.

Prendo un respiro profondo. «La accompagno a casa.»

«Perché?» dice immediatamente.

«Daniel voleva scoparsela, ed è meglio di no dato che non pensa lucidamente» mi spiego brevemente.

Faccio in tempo a notare che lancia un'occhiata a Michael e poi ridacchia. Non capisco che problema abbiamo.

Trovo Helen esattamente dove l'avevo lasciata, con la schiena appoggiata al muro. «Dove andiamo?» mi chiede quando la prendo per mano e la trascino fuori.

«A casa» rispondo secco. «Dov'è la tua macchina?»

Mi mostra dove si trova e una volta arrivati davanti alla sua Nissan Versa nera le chiedo di darmi le chiavi. Fa come le dico, le apro lo sportello e sale in macchina. «Ti porto a casa tua, ma devi dirmi dov'è» le dico dopo aver messo in moto la macchina.

«No» dice subito.

Aggrotto la fronte. «No?»

Scuote la testa. «Jade è a casa con Evan, di sicuro staranno... hai capito, e se mi vede tornare con te ci uccide entrambi» mi spiega. «Vivo con lei, non voglio problemi, Harry.»

Sospiro. «Allora andiamo da me. Ma sai che la casa è abitata da altri quattro maschi, okay?»

«Sì, lo so, ma per una sera non fa nulla.»

C'è un silenzio assordante in quest'auto, se non fosse per la radio a basso volume.

«Ci sarai lunedì per le prove con la signorina Williams, vero?» mi chiede improvvisamente.

Allora lo sa, credevo di no. «Certo.»

Guarda fuori dal finestrino pensierosa, ha iniziato a piovere. In questo stato di merda piove sempre.

«Tutto okay?» le chiedo per spezzare il silenzio.

Annuisce soltanto. Vabbè...

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