16. Harry

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Devo starle lontano. È tutto ciò che devo fare per non complicare le cose.

Ed è per questo che il giorno dopo, durante la lezione di musica, mi siedo il più lontano possibile da lei.

La vedo, è seduta in terza fila, Jade è come sempre accanto a lei. Ogni tanto si volta per cercare qualcuno con lo sguardo, forse cerca me, ma non sembra trovarmi neanche una volta; mi sono seduto in ultima fila, all'angolo.

Anche se la lezione di oggi è piuttosto interessante, non riesco a concentrarmi su niente se non su quello che è successo ieri. Sono andato da lei per parlare, le ho fatto solo una domanda, da che stavamo dividendo una birra a che ci stavamo baciando — divorando. Poi è venuto il resto. Ricordavo che avesse un fisico fenomenale, ma esteticamente sembrava ancora una ragazzina; adesso, dopo soli due anni è diventata una donna. Cazzo, se lo è. Venerdì, alla festa, quando l'ho vista arrivare con quegli stivali, che le facevano delle gambe fantastiche, e quel vestito aderente... Dio, la prima cosa che mi è passata per la mente è stata pensare a quanto cazzo fosse sexy. Ho fatto fatica a mantenere il mio autocontrollo. Per una metà ce l'ho fatta, per l'altra no. Mentre era seduta su di me e le accarezzavo la coscia... l'unica cosa che volevo fare era prendere quei vestiti e strapparglieli di dosso, per poi—

«Signor Davis,» il professor Turner mi dice «c'è qualcosa di cui ha bisogno?» E realizzo di essere rimasto solo in aula.

«Ehm, no, grazie» dico prendendo le mie cose e faccio per andare.

«Come sono andate le prove di ieri?» chiede prima che io sia uscito.

«Male» rispondo sinceramente.

«Qual è il problema?»

Sospiro. «Che io non avrei dovuto accettare. Arrivederci.» Lascio l'aula prima che possa fare ulteriori domande.

Vado dritto verso la mia macchina, ma prima di salire decido di accendere una sigaretta; non lo faccio spesso, solo quando ho troppi pensieri per la testa. Ho bisogno di distrarmi un attimo prima di tornare a casa.

Sono tranquillo, poggiato sullo sportello del guidatore. Fin quando vedo una scena che non avrei voluto vedere.

Daniel sta parlando con Helen, la tiene per il polso, lei sorride e scuote la testa educatamente cercando di allontanarsi da lui. Ma non la lascia andare, la prende per i fianchi. Non riesco a sentire quello che dicono, ma lei continua a scuotere la testa e cerca di divincolarsi. Alla fine la lascia andare ma le stampa un bacio sulla guancia. Ed io credo proprio di avere un'espressione schifata, non posso farci nulla.

Helen si dirige verso la sua Nissan, che — mi rendo conto solo ora — è parcheggiata accanto alla mia.

«Ehi» dice quando raggiunge la sua auto. «Non ti ho visto a musica.»

Fingo una risata e ignoro quello che ha appena detto. «Veramente?»

«Cosa?» chiede confusa mentre sale in macchina.

«Veramente ti sei fatta dare un bacio sulla guancia da quel coglione?»

«Perché te ne frega qualcosa?» mi dice con un sorrisetto di sfida.

«Sto solo dicendo. Non me ne frega un cazzo, Helen.» E invece sì, soprattutto se è lui. Daniel... Cristo, come si fa?

Gira la chiave e si accende la radio, abbassa subito il volume. «Mi stai evitando, perché?»

«Non è meglio così secondo te?» le dico e schiaccio la cicca di sigaretta con la scarpa, poi salgo in macchina.

Pensa alla risposta per qualche secondo, ma non riesce a trovarne una a quanto pare, perché mette in moto ed inizia ad uscire dal parcheggio.

«Ci vediamo, Helen» la saluto fingendo di sollevare il cappello e le sorrido, lei alza gli occhi al cielo.

Aspetto che se ne vada prima lasciare l'università e tornare a casa.

Quando varco la soglia della porta la prima cosa che noto è il profumino del pranzo. Sto morendo di fame.

Lascio i libri in salotto e vado subito a sedermi al mio posto in cucina. «Hai mai pensato di aprire un ristorante?» dico scherzosamente a Michael. È lui quello che solitamente cucina per me ed Evan e che pensa alla spesa, senza di lui il frigo sarebbe costantemente vuoto.

«Mhm, potrei pensarci su» ridacchia. Mi mette il mio piatto davanti e poi si siede di fronte a me. «Com'è la situazione con Jade e Helen? Sai che non volevo mandare quel video...»

«Sì, lo so. A Jade sembra non interessare, anzi credo proprio che con Evan si stia trovando bene, non si vede quasi più ultimante.» Non mi esprimo riguardo a Helen.

«E con Helen?» Che cazzo.

«È complicato. A quella ragazza piace incasinarmi la testa, non ci capisco un cazzo.»

«Che intendi? Ce l'ha con te?»

Ridacchio. «Se ce l'ha con me? Ovvio.»

«Che hai combinato?»

«Difficile da spiegare. Tu non la conosci, Mike» dico sbuffando, e mi alzo per mettere il piatto sporco nel lavandino.

Mentre salgo di sopra, il cellulare mi vibra in tasca. Lo prendo e controllo chi è.

Ed eccola.

Helen: Anche se ti piace evitarmi, non puoi.

Ma che...? Che cazzo significa?

Io: Non mi piace evitarti. Che c'è?

Lei: Dobbiamo provare insieme. Da me. Jade resterà con Evan da te per stanotte.

Io: Allora vuoi che siamo soli, eh?

Sono solo curioso di sapere cosa risponde.

Lei: Non è quello che insinuavo, pulisciti la testa, tesoro mio.

Io: Lo farò. Tra poco sono da te, piccola.

La sto solamente stuzzicando, non ho intenzione di attirare la sua attenzione. So di averla già in parte, ma sarebbe più facile se non l'avessi.

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