36. Harry

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Arriviamo davanti ad una porta scorrevole all'angolo della palestra. È un bagno, con una grande doccia. Cazzo, non manca niente. Ma non ho tempo di pensare a questo ora.

Helen ha acceso l'acqua della doccia. Si avvicina a me e mi mette le mani sulla nuca, facendomi piegare la testa, e mi bacia intensamente. Mi infila la lingua in bocca, senza paura. Non esito un attimo a ricambiare.

Prende l'orlo della mia canottiera e mi fa alzare le braccia, stacca le labbra dalle mie solo quando deve sfilarmela dalla testa. «Togliti il resto» mi dice, mentre lei si spoglia.

Una volta nudi e il bagno pieno di vapore per l'acqua calda, mi prende una mano e mi trascina nella doccia. Regola la temperatura dell'acqua e poi si mette sotto il getto, bagnandosi i capelli biondi che le arrivano a metà della schiena. Mi attira a sé, facendo bagnare i capelli anche a me.

Mi spinge mettendo le mani sui miei pettorali, nei suoi occhi c'è fuoco; la mia schiena tocca la lastra di marmo fredda e un brivido mi percorre il corpo.

Squadra con lo sguardo i miei muscoli, con le sue dita snelle traccia la forma dei mie addominali fino alla V dell'addome basso.

Vuole fare qualcosa, ma cosa?

Pianta dei baci sulla mia mascella, fa scivolare la lingua sul mio collo e continua a scendere, sempre più giù, ed improvvisamente la ritrovo inginocchiata davanti a me. Oh merda...

Il mio cazzo è duro quanto questo muro, e quando Helen mi guarda dal basso alzando solo gli occhi e non la testa... non ce la faccio più.

«Cazzo, Helen. Non guardarmi così, continua, vai avanti ti prego» la supplico, e un sorrisetto divertito appare sul suo viso.

Prende un respiro profondo e fissa il mio sesso di fronte a lei per qualche attimo, poi inizia a prenderlo in bocca. Mi stuzzica con la punta della lingua e mi scappa un gemito. Se continua così non duro un minuto di più.

«Piccola, lascia perdere questo, vai al punto.» Non mi sono mai piaciuti i giochetti con la lingua sulla punta.

Lo prende tutto in bocca e lentamente inizia a succhiare, guardandomi fisso negli occhi. Le sue unghie di media lunghezza bianche si ficcano nella pelle dei miei glutei. Mi sta mandando in estasi.

«Porca puttana, sei brava cazzo» le dico per incitarla ad accelerare. Lo fa e non riesco a trattenermi dal girare gli occhi indietro dal piacere.

La guardo di nuovo. Le sue labbra avvolte attorno a me in questo modo, rosee e carnose come sono, mi eccitano da impazzire, sembrano fatte apposta per questo. E poi, mi guarda con quei suoi occhi azzurri... è troppo da dover resistere.

«Helen...» dico ansimando «sto per venire, tieniti pronta.»

Dopo solo altri due secondi esplodo nella sua bocca, come non ho mai fatto prima probabilmente, perché sarei venuto anche subito ma ho cercato di tener duro fin che ho potuto.

Ingoia il mio orgasmo emettendo un suono che viene dalla gola, poi si passa due dita sulle labbra, come per pulirsi. Quanto è sexy, porca troia.

Si alza e fa per baciarmi, ma poi si ferma, un dubbio che la assale e percepisco anche quale potrebbe essere.

«Puoi baciarmi, non mi fa schifo» la rassicuro mettendole due dita sotto il mento. «Baciami.»

Si alza sulle punte dei piedi ed io piego un po' il collo per raggiungere le sue labbra. Mi bacia ma senza usare la lingua, quindi la uso io, per farle capire che può stare tranquilla, che non sono uno schizzinoso del cazzo.

«Non l'ho mai fatto prima» mi dice timidamente.

«Cosa?» Cosa? «Non ci credo.»

Abbozza un sorriso sempre timido. «Te lo giuro, è la prima volta.»

«Be', ma sai come fare. Sei bravissima, piccola, davvero.» Lei è brava a letto in generale. Non abbiamo provato chissà cosa, ma so che lo è.

Ridacchia e mi ringrazia ironicamente. Poi mi prende le mani e ci fa scambiare di posto. Adesso è lei quella appoggiata al muro. «Dopo che la regina si è inchinata al suo re, ora toccherebbe a lui inchinarsi a lei, non credi?»

Scuoto la testa, sbalordito dalla sua pensata, e le sorrido. «Certamente, con molto piacere» e mi inginocchio davanti a lei.

Oh Dio, tutte le cose che farei con questa ragazza... non le posso dire. Ma non le darò ciò che vuole fin quando non mi pregherà.

«Harry, avanti, per favore...» Mette una mano tra i miei capelli e li tira leggermente.

«Dimmi così vuoi che faccia» le dico, con tono di pretesa. «Non mi muoverò fin quando non descriverai quello che vuoi nei dettagli.»

Rotea gli occhi e sbuffa, ma cede. Inizia a dirmi quello che desidera con le parole. «Metti semplicemente la testa tra le mie cosce e usa la lingua, nel modo migliore che puoi.» Alza un ginocchio e lo posa sulla mia spalla destra, così da allargare le gambe. «Comincia... stuzzicami con la bocca, i denti... quello che ti pare.»

Un sorrisetto appare sulle mie labbra. Adoro quando è così sfacciata con me. Non ha niente da nascondere.

Passo la lingua lungo tutto il suo interno coscia, il suo respiro si appesantisce. Arrivo all'inguine e mi sta praticamente implorando. «Ti prego, Harry. Ti prego!» dice, mettendo una mano sulla mia testa spingendomi verso di lei.

La accontento. Inizio a stuzzicarla con la lingua, succhio con le labbra il clitoride e geme. Uso un dito e decido di penetrarla. Le piacerà da morire.

Sbatte con forza una mano sul muro e con l'altra mi stringe la spalla. «Oh mio dio...» mugola a volume abbastanza alto. «Di più, di più!»

Mentre continuo a lavorarla anche con la bocca le metto un altro dito dentro, inizio a muoverle.

L'altra sua gamba cede quindi ci penso io a sorreggerla. «Oh Harry, sì...» dice a corto di fiato. Ho accelerato il ritmo quando in un mugolio mi dice: «Sì... proprio quello... quello che... volevo!»

Le sue gambe hanno iniziato a tremare e ogni muscolo del suo corpo si contrae. La sento pulsare e stringere attorno a me, posso dire che sta per venire.

«Har-ry...» respira affannosamente. «Non smettere... non fermarti... Ci sono... quasi...»

Quando viene metto la lingua proprio sotto di lei. Voglio sentire il suo sapore.

«Hai un sapore così buono, piccola...» le sussurro all'orecchio una volta alzatomi da terra. Le mie ginocchia sono rosse. «Vuoi assaggiarti?»

Annuisce e mi chino per baciarla con la lingua, così che possa sentire il suo stesso sapore.

«Sei stato così bravo, amor...» e si interrompe. So cosa stava per dire.

«Grazie, amore» rimarco sull'ultima parola, facendole capire che non ho nessun problema nel chiamarla così e che lei può benissimo farlo con me.

Non stiamo insieme, ma a chi importa?

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