33. Helen

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Dovrei essere incazzata nera con lui per essermi venuta a cercare fin qui, non lo sono però. Non so perché ma mi piace il modo in cui è geloso o forse persino possessivo, mi fa sentire importante in qualche modo.

Ancora non riesco a credere a quello che ci siamo detti. Lui mi ha detto che mi pensa continuamente e io che lui è molto più che divertimento.

Cavolo, questo ragazzo in così poco tempo mi ha fatto uscire di testa. Sono state solo due settimane, ma intense. Dopo quel bacio in camera sua il tempo non ha più senso per me, mi sembra sia passata un'eternità.

E adesso eccoci qui, nella sua macchina, a Vancouver, io a cavalcioni su di lui mezza nuda, la sua erezione che preme contro di me.

Tutto ciò è assurdo, ma lo adoro. E non voglio fermarmi.

Mi bacia, assaggiando ogni punto della mia pelle: labbra, mascella, collo, clavicole... Quando usa i denti con delicatezza un lamento mi scappa dalle labbra. Vuole lasciare il segno. Sarebbe meglio di no, ma non riesco a farlo smettere.

Le mie mani sono sotto la sua felpa bianca e riesco a sentire la forma dei suoi addominali; lui sta facendo scorrere le sue sulle mie cosce fino alle mutandine.

«Queste, via» mi sussurra all'orecchio. Sa quello che fa, sa che mi sta facendo impazzire.

Sorrido mordendomi il labbro e lo bacio. Cerco di liberarmi delle mutandine; le lancio sul sedile accanto. Lui si è tolto la felpa e anche la canottiera.

«Bene» dice guardandomi dall'alto in basso con quello suo sguardo.

Inizio a sciogliere il laccio dei suoi pantaloni di tuta. Harry si solleva un po' per abbassarli insieme ai boxer.

Si guarda attorno, come se cercasse qualcosa.

«Cosa cerchi?» gli chiedo.

Mi indica uno sportello davanti al sedile del passeggero. «Apri quello, preservativo.»

Oddio, giusto. Lo stavo quasi per dimenticare...

Faccio come mi dice. Allungo la mano e ne prendo uno. Non mi chiedo neppure perché ne abbia così tanti in macchina, so già la risposta.

Non glielo passo. Voglio pensarci io questa volta. Mi guarda dall'alto in basso con un sorriso compiaciuto stampato in faccia.

«Dovresti vederti attraverso i miei occhi» dice a bassa voce mettendomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio.

«Come mi vedi?»

Non mi dà una risposta. Accenna solo un sorriso e mi bacia. Mi solleva dalla vita ed entra in me. «Muoviti, per favore...» mi supplica.

Inizio a muovermi su e giù sopra di lui lentamente. Passo le mani tra i suoi capelli, sono umidi di sudore.

In questa macchina fa già caldo, i finestrini stanno iniziando a opacizzarsi.

«Helen...» ansima. Prende i miei capelli con una mano da dietro la mia schiena e li tira leggermente, facendomi piegare il collo. Lo bacia e continua a fare il succhiotto che aveva iniziato prima. Il suo respiro sulla mia pelle mi solletica un po'.

Gli stringo le spalle, le mie unghie nei suoi muscoli che si contraggono e rilassano. «Cosa, Harry?» dico, gemendo.

«È come se finalmente riuscissi a sentirti più a fondo, e più vicina» mi sussurra all'orecchio.

Lascia andare i miei capelli e lo guardo negli occhi. Mi muovo più velocemente su di lui e il suo respiro si fa più pesante di prima. «Più— oddio. Più vicina?»

Mi bacia, fa scivolare la sua lingua nella mia bocca. Mette entrambe le mani sui miei glutei e mi spinge con decisione più verso di lui.

«Harry...» mugolo. Sto cercando di fare piano ma davvero non ci riesco.

I nostri nasi si toccano. Sulle mie labbra, chiudendo gli occhi dice: «Questo non è solo sesso, piccola.» Oh merda.

«Cos'è?» gli chiedo, fingendomi stupida. Non è possibile che intenda quello che penso io.

«Qualcosa che non ho mai provato prima. E tu sei la prima, Helen» dice, ansimando.

No, non può essere vero.

Come se avesse letto la mia mente, mi mette una mano sulla guancia e dice: «Te lo giuro. Mi credi, no?»

Sembra sincero quando lo dice, è solo la mia stupida testa che continua a ricordarmi con quante ragazze è stato, quindi annuisco. «Ti credo» e lo bacio.

Mi fa muovere con più forza e velocità, fin quando sento il culmine avvicinarsi sempre di più. Riesco a sentire Harry pulsare dentro di me. Qualche momento dopo vengo, mugolando il suo nome, la testa buttata all'indietro.

Vede quest'immagine e viene, stringendomi la vita con forza. «Oh cazzo...» dice con il respiro affannato.

«Già» gli sorrido.

So che non è la cosa più romantica del mondo, ma sono contenta di quello che abbiamo fatto.

La mia testa è poggiata pesantemente sui suoi pettorali, lui mi sta accarezzando la schiena sa sotto la maglietta.

Mi da un bacio sui capelli. «È tardi, devo portarti a casa.»

Quando mi siedo di nuovo sul sedile del passeggero, noto la scritta sul finestrino del suo lato: "Abbiamo appena fatto l'amore." Mi viene da sorridere quando la leggo nella mia mente.

Ho sempre pensato che l'amore si faccia solo con una persona che ami. Che ci sia molto sentimento mentre si fa, non solo piacere fisico. È una cosa di non poca importanza...

Una vocina nella mia testa mi chiede: "Quindi significa che ti ama?"

Scuoto la testa involontariamente ma lui non se ne accorge. Non potrebbe mai amarmi, è solo una cosa assurda e che non accadrà mai.

Ha una mano sulla mia coscia e mentre guida ogni tanto si volta e mi sorride. Non lo fa spesso, ma quando lo fa mi si riempie il cuore. Amo il suo sorriso.

Pian piano sto iniziando a dubitare che forse non è solo questo che amo di lui, ma molto di più.

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