11. Helen

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Il lunedì mattina seguo la lezione di teatro da sola, Jade verrà solo a quella di musica.

Oggi il professore ci spiega come piangere a comando in scena. Ci sono vari metodi, alcuni assurdi — come l'utilizzo del peperoncino, seriamente? —, ma il più frequentemente è quello di trovare l'emozione dentro noi stessi, di immedesimarci così tanto nella parte da provare gli stessi sentimenti del personaggio. Per la prossima volta ci ha chiesto di scegliere una parte di copione tra quelli che ci ha dato lui e di imparare a recitarla. Credo che sceglierò la scena di La La Land — la scena "Forse Non Sono Abbastanza" —, è la più bella e penso che mi si addica.

La lezione è finita e mi sto incamminando verso la caffettiera per incontrare Jade prima di andare all'altra lezione.

«Ehi!» esclama appena mi vede. «Cosa ha spiegato oggi?»

Poggio un blocco di fogli sul tavolinetto. «Ecco a te.»

Legge ad alta voce il titolo del compito: «Come piangere a comando. Imparate a recitare una parte di uno di questi copioni.» Fa una pausa e sospira. «Oh mio Dio, è davvero troppo! Sai che ci aspetta una settimana pesante, tra la signorina Wilson e Davis e il resto?»

Faccio spallucce. «Sono abbastanza avanti con il programma da poter sopravvivere.»

«E che mi dici della canzone?»

«Be', questa è la cosa che mi preoccupa di più. Non la canzone, ma Henry Davis. È testardo da morire, ci farà impazzire.» Prendo un respiro profondo. «E mi dispiace che tu debba vederlo...»

Fa un gesto con la mano. «Oh, non preoccuparti, sono già andata avanti. Evan non è come tutti dicono.»

Le sorrido. «Sono contenta.»

Poggia il mento sulla mano e ridacchia, poi si fa seria. «Io credo che tu abbia un problema con Davis.»

Spalanco gli occhi involontariamente. «Che... che intendi?»

«Voi due vi odiate. L'altra sera pensavo che ti piacesse un minimo ma poi ho capito che ti sei seduta su di lui solo per irritarlo.»

Perché avrei dovuto? Solitamente quando si vuole irritare qualcuno di proposito non è perché si ha un certo interesse verso quella persona? Ma apparentemente per Jade non è così.

«Avevo solo bisogno di sedermi e quel bastardo mi aveva fregato il posto» dico ridacchiando.

Ci alziamo e iniziamo ad andare verso l'aula di musica.

Oh no... Harry è seduto nel posto accanto al mio e quello di Jade.

«Buongiorno, ragazze» ci dice con un sorriso smagliante.

Jade gli fa un cenno del capo.

«Ehi, perché sei da questa parte e non dal tuo solito lato?» gli chiedo mentre mi siedo e prendo il libro di testo.

Ignora la mia domanda e invece mi dice: «Cos'è questa roba?» Prende il malloppo di fogli dalle mie mani e inizia a sfogliare. «Titanic

Alzo gli occhi al cielo e lo riprendo. «Sì. È un compito per il corso di teatro.»

Annuisce interessato. «E cosa dovreste fare?» O forse cerca solo di fare una conversazione civile?

Glielo spiego e gli dico di aver scelto La La Land.

«Chi farà l'altro personaggio?» chiede poi.

Scuoto la testa. «Nessuno, credo.»

«Helen! Ho dimenticato di chiederti una cosa!» ci interrompe Jade. «Com'è andata la tua nottata con Daniel? Strano che tu non me lo abbia raccontato subito. Voglio i dettagli.»

Siamo in anticipo, il professor Turner non è neanche in aula, ma comunque — dato che non c'è stata nessuna nottata con Daniel — cerco di evitare la discussione. «Bella, ma la lezione sta per iniziare e non posso fornirti il tipo di dettagli che vuoi tu adesso

«Oookay, allora più tardi!»

Lancio un'occhiata veloce a Harry, ha la mascella serrata e i suoi occhi cercano di evitare i miei. So a che cosa sta pensando, perché anche la mia mente è ferma all'altra sera da due giorni e sto impazzendo.

È stato carino, poi ci siamo baciati ed è tornato lo stronzo di sempre, anche se abbiamo dormito abbracciati. Stamattina ha cercato di essere gentile.

«Davvero non capisco qual è il tuo problema...» dico a bassa voce, e Harry capisce subito che mi sto riferendo proprio a lui.

«Cosa?» dice confuso.

Il professor Turner è appena arrivato. «Buongiorno, cari studenti...»

«Lascia stare» dico roteando gli occhi.

Non riesco a seguire la lezione con attenzione. Tutto ciò a cui sto pensando centra solo e soltanto con il ragazzo dai capelli neri e gli occhi blu accanto a me, che con quella matita tra i denti è così—

Merda, Helen! Sei davvero...

Ehi, non posso negare che non sia bello, perché lo è, anche molto. Solo che questa è una delle ragioni per cui è stato a letto con un sacco di gente. Disgustoso.

Improvvisamente sento una mano grande sulla mia coscia. «A cosa stai pensando? Sei distratta, si vede.»

Sospiro. «Alla stessa cosa a cui stai pensando tu, se è per questo.»

«Ragazzi, laggiù! Cos'è tutto questo bisbigliare?» dice il professore guardando nella nostra direzione.

Ci zittiamo immediatamente, ma dopo qualche istante, Harry conferma: «Sto pensando all'altra sera. Sto pensando a te.»

Inarco le sopracciglia per la sorpresa. Queste parole dette da lui con la sua voce rauca mi provocano i brividi in tutto il corpo. Devo ribattere con qualcosa, qualsiasi cosa. «Anch'io sto pensando a te.» Oh merda, non questo.

Subito sfoggia un sorrisetto e mi guarda soddisfatto. «Lo sapevo.»

«No. Non nel senso che pensi tu; anch'io stavo pensando all'altra sera.»

Il professore ci guarda male un'altra volta. Questa volta è davvero ora di smetterla.

«Possiamo parlarne più tardi?» apro bocca un'ultima volta.

«Meglio.»

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