49. Helen

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«Devo spiegarti delle cose, Helen, okay?» Harry mi dice, prima di lasciarmi sotto il condominio dell'appartamento mio e di Jade.

Gli prendo una mano e me la porto alle labbra. «Va bene, domani, però. Adesso devo occuparmi di J.»

Annuisce. Sa che devo farlo, ma vorrebbe non essere mai andato a letto con lei per evitare questa cosa. «Vai, scrivimi più tardi, per favore.»

«Mh-hm, sta' tranquillo» gli dico, e lo bacio.

Mi avvolge una mano attorno al collo, tenendomi ferma, e mi infila la lingua in bocca.

Ci baciamo per qualche altro secondo, ma poi mi stacco. «Devo andare, Harry» dico, riluttante.

Mi guarda dall'alto in basso. «Ti scoperei qua, adesso, sui sedili posteriori» dice, fissandomi il corpo.

«Harry...» Non è il momento.

«Vai, prima che sia troppo tardi» mi avverte.

Salto giù dall'auto. «Okay, a dopo!» e corro via, ridacchiando.

Entro in ascensore, e aspetto con pazienza che arrivi al mio piano. Le porte si aprono ed esco. Mentre mi incammino verso la porta dell'appartamento prendo un respiro profondo ed espiro lentamente.

Ho bisogno di farlo.

Inserisco la chiave nella serratura e la giro lentamente. Inizia a venirmi un po' d'ansia; sono stata due giorni fuori casa—perché siamo rimasti a dormire lì sabato sera—e sto tornando solo ora.

La porta si apre, ma non l'ho aperta io. Jade.

«Helen, stai bene per fortuna» dice, il suo tono immediatamente sollevato quando mi vede, e fa per abbracciarmi, ma non va avanti.

Resto ferma all'entrata, la guardo nei suoi occhi marroni. Mi manca la mia migliore amica.

Mi tuffo verso di lei e la abbraccio, forte. Lei resta immobile tra le mie braccia per un attimo, ma poi mi avvolge in un abbraccio familiare.

«Mi manchi, J, tanto» le dico con tutta sincerità. Ma prima che lei dica qualcosa le dico: «Devo dirti una cosa però.»

Tira su col naso. Non posso credere che stia piangendo. «Entra.»

Poso la mia roba e vado in cucina a riempirmi un bicchiere d'acqua.

Jade mi raggiunge e si siede su uno degli sgabelli. Inspira ed espira lentamente una volta, poi inizia a parlare. «Helen, prima che tu possa dire qualcosa, voglio farti sapere che mi dispiace.»

La ascolto senza interromperla.

«Quando mi hai detto di Harry mi sono arrabbiata da morire, non perché mi interessasse qualcosa di lui, ma non credevo che tu saresti andata con uno come lui.» Fa una pausa per prendere fiato. «Evan mi ha fatto ragionare in questi giorni che sei stata via—so che eri con Harry—e ho capito che stavo sbagliando. A volte la vita è imprevedibile e inaspettata, no?» dice, aspettando la mia risposta.

Un mezzo sorriso compare sulle mie labbra. «Decisamente.»

«Devi essere libera di stare con chi vuoi senza sentirti in colpa, basta che tu sia felice.»

«Sono felice, Jade.» Poggio il bicchiere sul bancone. «Lo amo.»

Sorride. «Sì? E lui ti ama?»

Annuisco. «Sì.»

Si alza, e viene ad abbracciarmi. «Spero che tu sia riuscita a mettere la testa a posto a quello stronzo» dice ridendo, e scoppio a ridere anch'io.

«Voglio che tutto torni come prima, okay?» le dico.

«Non preoccuparti. Ti voglio bene, Helen.»

«Anch'io.»

• • •

Il giorno dopo, dopo le lezioni, Harry è da me, perché vuole parlarmi di alcune cose prima di accompagnarmi alle prove per la canzone.

«Vieni qui» mi dice, indicandomi di andare accanto a lui. «Ma stai seduta, voglio che mi guardi in faccia.»

Sto iniziando a preoccuparmi.

Ma poi un gran sorriso gli compare sul viso, e mi sento subito sollevata. «Sono fuori dai casini di mio padre» mi dice.

Lo guardo confusa. «Che vuoi dire?»

«Non ho chiamato o non mi sono fatto vedere per tutto quel tempo perché mio padre era uscito di prigione» mi spiega.

«Oh.» Ora tutto a più senso.

«Mia madre era in costante pericolo con lui in casa, non potevo lasciarla un attimo sola.»

«Mi dispiace, Harry.» Ed io credevo che mi avesse abbandonata così.

«Sabato abbiamo fatto quel lungo viaggio perché mia sorella è riuscita a mandarlo via, di nuovo, e per sempre questa volta.»

Sussulto. Significa che... gli hanno dato qualcosa come l'ergastolo? «Che ha fatto?»

«Mio nonno è morto poco prima che lo mandassero in carcere per la storia di mia madre; era stato avvelenato, ma non abbiamo mai scoperto chi fosse stato.»

Oh Dio.

«Maddie è stata a casa dei nonni di recente e ha trovato una boccetta di veleno nascosta. L'ha portata alla scientifica e hanno trovato le impronte di mio padre su di essa.»

«Wow.» Non so che dire, davvero.

«E adesso è accusato di omicidio, per sempre dietro le sbarre, Helen.»

Faccio un'espressione disgustata, e Harry mi guarda confuso. «Non mi piace che hai messo il mio nome in quella stessa frase.»

Ridacchia. «Sono libero, piccola. Questo significa che mia madre potrà rifarsi una vita e che noi...» mi prende la mano e mi bacia il palmo, «potremo costruire la nostra, lontano da qui.»

Sorrido, quasi commossa. «California?» gli dico. Una volta mentre ero con lui dissi: "Vorrei vivere tipo in California, e andare al mare tutti i giorni."

«Dove ti pare» e mi bacia, attirandomi a sé. «Voglio tutto questo, piccola, e voglio che tu lo sappia. Lo voglio con te.»

«Ti amo, Harry Davis» sussurro.

«Sei mia, Helen Scott» e mi spinge la schiena sul letto, facendomi impazzire.

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