26.

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Dopo essermi allenata duramente mi preparai e mi recai nella villa per prendere Tokyo, ci avevano invitato ad una festa di Natale e dovevamo vestirci in modo elegante.
"Cazzo alla fine hai scelto il vestito che ti avevo detto io!" esclamò la mia migliore amica sedendosi in macchina e le feci un piccolo sorriso.
"Il vestito è irrilevante, credimi." dissi mettendo in moto e seguii le indicazioni di Sergio, dovevamo andare prevalentemente per conoscere ogni persona all'interno di quella casa e fare il prossimo colpo, senza tralasciare nulla.
"Fai svenire Zulema, allora." disse Tokyo scherzando e serrai automaticamente la mascella non sapendo che dirle, erano passati un bel po' di giorni dopo la nostra ultima litigata e non si era fatta vedere.
"Certamente." dissi ridendo leggermente e parcheggiai notando un bel po' di persone in giardino, spensi la macchina e mi incamminai all'entrata facendo un rumore assordante con i miei tacchi.
"Vado da Rio." disse la ragazza al mio fianco e annuii notando già in lontananza il nostro gruppo.
Mi guardai attorno studiando ogni minimo particolare ed era la classica casa di una persona ricca con un lavoro impeccabile.
Mi sarei divertita alla grande.
"Gin tonic." dissi al cameriere che me ne portò subito uno e mi rilassai appoggiandomi al bancone e guardandomi attorno incuriosita, già individuando i classici sicari.
Un vestito nero attirò la mia attenzione e i miei occhi scattarono in quelli di Zulema, aveva i capelli raccolti lasciando scoperte le sue spalle e per poco non svenni.
Mi guardò velocemente squadrando il mio corpo e continuò a parlare con una ragazza, la guardai attentamente e strinsi il bicchiere con forza non appena quest'ultima si avvicinò e l'afferrò per la vita sussurrandole qualcosa.
Raven.
Ero gelosa del fatto che le stesse appiccicata e decisi di lasciar perdere per godermi la serata e non abbassare la guardia continuando a fare il mio lavoro.
Bevvi ancora e l'alcool stava facendo un pochino di effetto sul mio corpo ma non riuscivo a calmare l'enorme macigno che avevo sul petto e sullo stomaco.
Mi voltai guardando ancora una volta il mio scorpione e non appena Raven fece per baciarla sulle labbra, scattai senza un minimo di autocontrollo e afferrai Zulema per un braccio allontanandola da lei.
"Lasciami, bionda!" disse alzando la voce nonostante ci fosse la musica ma la trascinai al piano superiore dove era completamente deserto.
La spinsi contro al muro con forza e mi guardò sconvolta per questo mio atteggiamento intimidatorio.
"Finito di farmi i dispetti?" sbottai con uno sguardo di fuoco e un sorriso compiaciuto si formò sulle sue labbra.
"Non so di cosa tu stia parlando." disse facendo spallucce e guardai la sua scollatura che le metteva in risalto tantissimo il seno, era impossibile non guardarla e cercai di contenermi.
Appoggiai le mani sul suo regisseno e con mossa veloce le sollevai il vestito facendola ridacchiare incredula.
"Prima mi dici le peggiori cose e ora fai la psicopatica gelosa? Sono stanca di rincorrerti Macarena." disse spingendomi piano e si allontanò da me voltandomi le spalle.
L'afferrai per la vita e la inchiodai nuovamente nella parete alle sue spalle.
"Ho finito di parlare? Non mi sembra." dissi con un tono di voce geloso e alzò gli occhi al cielo facendomi un cenno.
"Che cazzo vuoi, bionda?" disse guardandomi dritta negli occhi e tremai per quanto fosse bella da arrabbiata.
"La verità e inoltre voglio che quella la smetta di ronzarti attorno." dissi furiosa e il mio scorpione rise divertita.
"Ci scopo, quindi no scordatelo." disse con un tono tagliente e mi vennero le lacrime agli occhi che ricacciai indietro.
Il tono con cui l'aveva detto era stato fatto apposta per spezzarmi il cuore in due e ci era riuscita alla grande.
"Allora faccio anche io quello che voglio, così la facciamo finita." dissi facendo spallucce tentando di provocarla e la sua mano afferrò saldamente il mio polso facendomi del male.
"Non ti azzardare minimamente." disse furiosa e sorrisi compiaciuta perché ancora una volta era crollata.
Ma dal suo sguardo c'era palesemente un qualcosa di diverso, troppo.
"Altrimenti? Cosa fai?" dissi stuzzicandola e mantenne lo sguardo fisso su di me scrutandomi con attenzione.
Aspettai alcuni secondi e sbuffai divertita voltandole le spalle ma non appena feci due passi mi afferrò per i capelli e mi spinse contro al muro appoggiando le labbra sul mio collo.
Sgranai gli occhi sorpresa e mi spinse dentro ad una stanza a caso perché alcuni camerieri facevano avanti e indietro con i drink non lasciandoci la giusta privacy.
Zulema chiuse la porta a chiave e la stanza era illuminata dalle luci led blu e rosse creando un atmosfera unica.
Eravamo in una camera da letto e davanti a noi c'era un letto matrimoniale enorme, il panico mi invase e già sapevo che stavamo rischiando molto stando da sole.
"È da giorni che ti evito perché sono stanca delle tue cazzo di provocazioni. Vado a letto con un'altra ma ogni volta vedo la tua faccia nel mentre che lei è sotto di me e urla il mio nome. Quando vorrei che lo facessi tu." disse furiosa afferrandomi la gola e chiusi gli occhi nel mentre che mi bloccava contro la porta senza lasciarmi uscire e tremai per le sue parole.
"Ma no, ovviamente devi sempre farmi incazzare con i tuoi soliti atteggiamenti strafottenti e mi sono stancata bionda, tanto." aggiunse alzandomi il vestito e abbassò le mie calze auto reggenti sfilando il mio coltello e facendolo cadere a terra.
Sgranai gli occhi e non credevo che se ne fosse accorta che lo portavo.
"Mi manca avere quel fuoco dentro che solo tu eri in grado di darmi e non riesco a trovarlo in nessun altro." sussurrò ad un centimetro dalle mie labbra e la mia coscia era sulla sua vita.
"Non siamo più niente." sussurrai impaurita dal suo sguardo e scosse la testa con la mascella contratta.
"Questo lo dici tu ma non ho mai smesso di credere in noi al contrario tuo, bionda del cazzo." disse dando un colpo alla porta dal nervoso e alcune lacrime mi rigarono il viso nel mentre che le nostre labbra si scontravano.
Ricambiai il bacio e ovviamente Zulema aveva il controllo della situazione togliendomi ogni briciola di fiato corporeo.
"Esco fuori di testa se sto lontana da te, sei sempre il mio pensiero fisso e mi odio per essere così vulnerabile." disse mordendomi il labbro e ansimai contro la sua bocca nel mentre che mi riafferrava i capelli per farmi portare la testa all'indietro e baciarmi il collo.
Me lo marchiò come suo solito e affondai le unghie nella sua schiena facendola sussultare come non mai.
"Questa volta non mi scappi, così capisci che non scherzo." disse contro il mio collo e la richiamai in estasi affinché si fermasse ma non mi ascoltò e con mossa veloce mi prese in braccio.
Legai le cosce attorno alla sua vita stretta e divorò il mio seno abbassandomi del tutto il vestito nel mentre che mi faceva distendere nel letto.
La guardai dal basso e mi morsicai il labbro notando che era bella da togliermi il fiato con tutto il rossetto leggermente sbavato.
Si riattaccò alle mie labbra e spinse il bacino contro il mio facendomi gemere ad alta voce e ansimare il doppio.
"In ogni secondo della mia vita desideravo riaverti tra le mie braccia, portando un peso enorme nel petto." sussurrò sottovoce come se fosse un segreto e la baciai con le lacrime che mi rigavano il viso senza fermarsi.
"Non sono mai riuscita ad odiarti del tutto, ci ho provato tante volte." dissi singhiozzando e si accoccolò nell'incavo del mio collo aprendo le mie gambe e infilandosi in mezzo.
Le circondai la vita con esse e ansimai contro la sua bocca nel mentre che mi baciava disperatamente.
"Non ho mai detto nessuna cazzata con te, mai in tutta la mia vita." disse abbassando la scollatura del mio vestito e si abbassò per torturare il mio seno, mordendo e leccando ogni centimetro di esso facendomi gemere.
Le strinsi i capelli inarcando la schiena e non avevo più la lucidità di mandarla via, il nostro modo per comunicare era donarci a noi stesse e capirci a vicenda.
"Perché mi hai lasciata? So che l'hai fatto per proteggermi ma io so dal profondo del cuore che c'è altro sotto." dissi parlando a fatica e mi afferrò i polsi inchiodandoli contro la testata del letto.
Mi dimenai per la posizione che avevo preso e si porse vicino alle mie labbra per mordermele possessivamente.
"In questo preciso istante non voglio parlare, bionda." disse afferrandomi il capezzolo desto con le labbra e me lo succhiò facendomi tremare le gambe.
"E cosa vorresti fare? Sentiamo." dissi riprendendomi un minimo e strinse ancora di più i miei polsi facendomi imprecare dal dolore.
"Voglio farti mia, sei d'accordo?" disse sorridendomi e la guardai dal basso scuotendo la testa e arricciando le labbra.
"Non penso che sia una buona idea, ti ho già lasciato fare fin troppo con me." dissi riferendomi alla situazione in cui ci trovavamo ma il mio scorpione scosse la testa e mi baciò zittendomi con forza.
"A me invece, non me ne frega un cazzo di quello che pensi, perché il controllo posso averlo solo io." disse baciandomi il collo e affondai le unghie nella sua schiena scoperta.
"E dopo che mi avrai scopata cosa otterrai? Siamo sempre al punto di partenza in ogni caso, accettalo." dissi graffiandola lungo il suo braccio tatuato ma strinse la mia gola con forza.
"Io ti voglio, accetta questo." disse guardandomi dritta negli occhi e una lacrima veloce mi scese lungo il viso.
Il mio verde si scontrò con il suo nero e ci guardammo per minuti interminabili nel mentre che i suoi occhi diventavano lucidi per le troppe emozioni.
Il cambiamento è letteralmente l'unica costante di tutta la scienza.
L'energia, la materia, cambiano continuamente, si trasformano, si fondono, crescono, muoiono.
E' il fatto che le persone cerchino di non cambiare che è innaturale.
Il modo in cui ci aggrappiamo alle cose come erano, invece di lasciarle essere ciò che sono, il modo in cui ci aggrappiamo a vecchi ricordi, invece di farcene di nuovi.
Il modo in cui insistiamo nel credere, malgrado tutte le indicazioni scientifiche, che nella vita tutto sia per sempre.
Il cambiamento è costante.
Come viviamo il cambiamento, questo dipende da noi.
Possiamo sentirlo come una morte o possiamo sentirlo come una seconda occasione di vita.
Se apriamo le dita, se allentiamo la presa e lasciamo che ci trasporti, possiamo sentirlo come adrenalina pura, come se in ogni momento potessimo avere un'altra occasione di vita.

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