43.

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there is a difference between
being happy and distracted
from sadness.

Dopo aver finito di asciugarmi i capelli un leggero bussare di porta mi fece sussultare e afferrai subito la pistola impugnandola tra le mani.
Sospirai di sollievo non appena vidi che era Zulema e aprii la porta trovandomela in tutto il suo splendore.
Aveva un completo in pelle a dir poco fantastico e mi mancò la salivazione per come fasciava alla perfezione il suo corpo slanciato è magro.
"Buonasera." disse entrando e mi affacciai fuori nel corridoio guardando se c'era qualcuno ma era completamente deserto, ultimamente avevo un brutto presentimento che non mi lasciava.
Chiusi a chiave la doppia serratura e spensi le luci lasciando che le lucine illuminassero tutto quanto.
"Bastava dirlo fin da subito che volevi fare altro bionda, davvero eh." disse il mio scorpione baciandomi il collo da dietro a alzai gli occhi al cielo.
"Smettila idiota, ultimamente non mi sento al sicuro ecco." sussurrai impaurita e la mia ragazza mi afferrò delicatamente il viso tra le mani.
"Ci sono io con te e credimi, ti proteggerò da tutto quanto là fuori." disse lasciandomi un bacio sulla fronte e le sorrisi staccandomi un attimo.
Andai in cucina e la vidi arrivare perfettamente truccata, si era tolta la giacca e le sue braccia tatuate si notavano ancora di più, era a dir poco perfetta e per poco non piansi quando mi fece un sorriso bellissimo.
"Perché sei qui?" le domandai nel mentre che incominciavo a prepararmi una camomilla e la vidi inarcare un sopracciglio confusa per la domanda.
"Ero ad una riunione e ovviamente mi mancavi, quindi eccomi qua." disse facendo un giro su se stessa come se la risposta fosse ovvia e sorrisi.
"Sei venuta con la tua macchina?" dissi mettendo l'acqua a bollire e la sentii soffocare una risata divertita.
"No bionda, sono venuta qui sopra ad unicorno che ogni tanto vomitava arcobaleni lo sai che è figo?" disse ironica e borbottai facendole il dito medio.
"Sei una cogliona, davvero." dissi afferrando due tazze e il mio scorpione scoppiò a ridere a crepapelle.
"Mi ha accompagnata il mio autista perché ho intenzione di stare tutta la notte con te, tra le tue gambe." disse alle mie spalle e mi mordicchiò piano il lobo facendomi gemere.
Maledetta.
Le sue mani circondarono la mia vita stretta e mi spostò la testa di lato afferrandomi per i capelli e stringendoli.
L'ansia e la paura erano già andate a farsi fottere grazie al suo tocco.
"Che riunione era?" sussurrai staccandola un attimo dal mio corpo e sbuffò infastidita ritornando a sedersi nella sedia elegantemente.
"Hanbal, come al solito." disse fredda e mi irrigidii di scatto come una statua.
"Novità?" mormorai porgendole una tazza e la guardai incantata per come incominciò a bere la camomilla in silenzio in tutta la sua bellezza.
"Non ancora, ma non mi arrenderò." disse decisa e sorrisi perché nonostante tutti gli anni passati si ostinava ancora nel lottare per riavere sua figlia.
"Non sei sola, Zulema." dissi stringendole la mano e ricambiò la stretta accarezzando piano le mie nocche.
Dovevo essere forte per lei ma ero terrorizzata di perderla perché se avesse saputo di Fatima non sapevo come poteva reagire, le avevo mentito.
Per il suo bene, date la circostanze.
Quella ragazzina in parte aveva rubato il cuore anche a me, era inevitabile.

Dopo aver appoggiato la tazza nel lavello salii le scale per andare in camera e ovviamente Zulema mi inseguì.
"Hai qualcosa da prestarmi, bionda?" disse lasciandomi un bacio veloce sulle labbra e le indicai l'armadio.
L'aprì rovistando tra le varie felpe e scoppiai a ridere per tutti i commenti che faceva riguardo ai miei vestiti aderenti.
"E tu ti dovresti mettere questo? Col cazzo Macarena, non se ne parla." borbottò voltandosi nella mia direzione e tra le mani aveva un top trasparente che lasciava vedere tutto.
"Invece lo metterò, stronza." dissi appoggiandomi nell'anta dell'armadio per guardarla meglio e continuò a tirare fuori altri top quasi del tutto simili.
"Domani dobbiamo assolutamente fare un cambio armadio, non posso accettare tutto questo orrore." disse quasi in lacrime e ovviamente mi stava prendendo in giro.
"Hai paura che possano guardarmi?" sussurrai maliziosamente e la vidi sorridere strafottente per il mio tono di voce provocatorio.
"Tanto sei mia a prescindere." disse alzandosi piano e tremai non appena si avvicinò lentamente al mio corpo.
"Anche tu se per quello." dissi mordendomi il labbro e con mossa veloce mi prese in braccio, legai le mie cosce nude nella sua vita e la baciai sull'angolo della bocca sensualmente.
"Mai detto il contrario, bionda." disse baciandomi piano e appoggiai la testa nell'armadio nel mentre che mi divorava le labbra con baci e morsi.
Gemetti contro la sua bocca e strinsi ancora di più la sua vita perfetta.
Si voltò e mi appoggiò nel letto togliendomi la felpa, rimasi in intimo e mi guardò dalla testa ai piedi toccandosi il labbro dolorante in estasi.
"Quindi, cosa mi metto?" disse ad un certo punto fregandosene totalmente di me e le diedi uno schiaffo sul braccio.
"Sei proprio una grandissima figlia di puttana." dissi alzandomi e aprii un cassetto facendole vedere varie felpe.
Ne scelse una nera e si alzò mettendosi ai piedi del letto con uno sguardo di sfida che mi fece tremare le gambe.
"Questo lo togliamo, che dici?" sussurrò indicandosi il suo completo di pelle e annuii appoggiandomi sui gomiti per guardarla meglio.
"Posso farlo io?" dissi avvicinandomi ma mise una mano sul mio petto e mi spinse di nuovo sul materasso.
"Fai il cambio armadio, poi ne riparliamo." disse sfidandomi e sgranai gli occhi incredula, decisi di non cedere e la squadrai attentamente nel mentre che rimaneva in intimo davanti a me.
Guardai il suo seno esposto e mi misi seduta di scatto facendola ridere, la spinsi nel letto inchiodandola con il mio corpo e imprecò sottovoce sotto di me.
"Innanzitutto, sei mia." sussurrai afferrandole i polsi e li inchiodai contro alla testata del letto.
Alzò gli occhi al cielo non volendo farsi dominare e mi venne un'idea in testa.
Speravo che non si arrabbiasse ma volevo sperimentare qualcosa di nuovo.
"Vuoi litigare?" disse arrabbiata e aprii il cassetto del comodino ridacchiando, tra le mani avevo delle manette ed erano le stesse che mi aveva messo Berlino scortandomi dal carcere mesi fa.
Feci una faccia strana non ricordandomi assolutamente di averle messe lì e Zulema tentò di afferrarmele però con tutte le mie forze l'ammanettai nelle sbarre del letto facendola quasi urlare.
Era interamente vulnerabile e spalancò la bocca dalla sorpresa per cosa avevo appena fatto.
Volevo che si fidasse di me interamente, perché vedevo che ancora si ostinava a non lasciarsi andare del tutto.
E questa cosa la odiavo da morire, tanto.
"Bionda, porca puttana." disse guardandomi a dir poco sconvolta ed era sotto di me, in intimo, con tutti i capelli scompigliati e il respiro accelerato.
Ero in paradiso, letteralmente.
"Rilassati, voglio che ti fidi di me." sussurrai lasciandole un lungo bacio sulle labbra e tirò i polsi imprecando dal dolore.
"Io mi fido di te." mormorò alzando il busto per cercare le mie labbra e il fatto che non poteva toccarmi la faceva uscire fuori di testa tantissimo.
"Sh, ci sono io." sussurrai infilandomi tra le sue gambe e mi guardò mordendosi il labbro, feci scorrere le mani lungo le sue braccia toniche e tatuate piano.
Le baciai lentamente il collo e la toccavo con una delicatezza unica, cercando di non spezzarla in due.
"Sei la cosa più bella che mi sia capitata, farò di tutto per te." sussurrai lasciandole un piccolo bacio sulla fronte e poi uno sul suo tatuaggio.
"Anche tu, da morire." disse con la voce tremolante e scesi più in basso con i baci facendola ansimare e quasi piangere per come le mie labbra sfioravano la sua pelle rovente solo per me.
Risi leggermente non appena si strattonò imprecando per i polsi ma non ci feci caso e baciai la sua coscia lentamente.
Risalii stringendole la vita e divorai le sue labbra intrecciando la lingua con la sua.
"Grazie per avermi protetta da tutto." le sussurrai sfilandole il reggiseno e le vennero le lacrime agli occhi per le mie piccole confessioni.
"Ti amo, Macarena." la sentii dire nel mentre che torturavo un pochino il suo seno e le strappai dei gemiti rumorosi.
Baciai il suo ventre tonico e percepii i muscoli del suo addome contrarsi a dismisura grazie al mio tocco esperto.
"Non oso immaginare cosa saremo potute essere se tu, mi avessi parlato quel giorno in accademia." mugugnai lasciando un piccolo bacio nel suo punto sensibile e le abbassai gli slip piano.
"Stiamo recuperando ora, no?" disse spingendo il bacino verso di me per accontentarla e sorrisi facendo scivolare quel pezzo di stoffa lungo le sue gambe.
"Voglio stare con te per tutta la vita." ammisi con tutta la verità del mondo e una lacrima rigò il suo viso che mi affrettai a toglierle via con dei piccoli baci.
Entrai dentro di lei subito dopo e gemette ad alta voce facendomi sorridere, mi nascosi nell'incavo del suo collo baciandolo e aumentai di scatto il ritmo.
Cinse la mia vita con le sue cosce e il suo bacino assecondava i miei movimenti, con l'altra mano le afferrai delicatamente la gola e i suoi occhi colmi di piacere mi osservavano con tutto l'amore del mondo.
"Per favore." sussurrò strattonando i polsi ma scossi la testa baciandola con passione nel mentre che la facevo mia.
"Bionda del cazzo, maledetta." imprecò sottovoce regalandomi altri gemiti e sapevo benissimo che aveva la necessità di stringermi al suo corpo caldo e forte.
La baciai zittendola ma mugugnò ancora una volta contro la mia bocca pregandomi come non mai prima d'ora.
Era la prima volta che lo faceva e decisi di accontentarla liberandole subito una mano, sgranò gli occhi sorpresa e affondò le unghie nella mia schiena per poi stringermi fortissimo tra le sue braccia.
Strinse il mio braccio portando gli occhi all'indietro e inarcò la schiena scoprendomi il collo che marchiai con possessione, facendola urlare.
Il suo corpo era in preda agli spasmi e nel mentre che aumentavo il ritmo le sussurrai frasi dolci che la fecero emozionare tantissimo.
Strinse le sbarre del letto con forza facendosi male e venne un secondo dopo urlando il mio nome e lacerando la mia schiena facendomi gemere dal dolore.
"Cazzo, Maca." disse ansimando e le asciugai le lacrime dal viso, la liberai e gettai le manette a terra.
Aveva il segno sui polsi e delicatamente glieli baciai con tanto amore e dolcezza facendola sorridere ansimante.
Le sue gambe tremavano a causa dell'orgasmo che le avevo appena dato e non le staccavo gli occhi di dosso.
Mi misi al suo fianco cercando di darle i giusti spazi e gemette dolorosamente massaggiandosi i polsi ripetutamente.
"Stai bene?" dissi mettendomi di lato e annuì con lo sguardo fisso sul soffitto, recuperando del tutto fiato.
", tantissimo." sussurrò mettendo la testa di lato e si accoccolò a me circondando il mio bacino con la coscia.
Le accarezzai la spalla nuda e le lasciai dei piccoli baci tra i capelli, facendola rilassare come non mai prima d'ora.
La coprii con il piumone e continuai a toccarla con una delicatezza unica.
"Prima e ultima volta che ti supplico." borbottò facendomi ridere e ora tutti i suoi muscoli erano maledettamente rilassati.
"Sei bella, quando lo fai." sussurrai tracciando i suoi tatuaggi con la punta delle mie dita e notai dei brividi formarsi nella sua pelle.
Alzò la testa dalla mia spalla e mi baciò dolcemente sulle labbra, era a dir poco esausta e la strinsi dolcemente.
"Sei felice?" sibilò piano mezzo assonnata e le spostai tutti i capelli da un lato scoprendole interamente il viso.
"Molto, tu?" sussurrai quasi impaurita per come poteva rispondermi e si mise seduta facendomi sobbalzare.
Andai in panico e afferrò una sigaretta accendendola e inspirando lentamente il fumo facendolo uscire dalle labbra.
"Immagina vedere la donna di cui ti sei innamorata e non poterla neanche toccare, parlarci, per delle società del cazzo. E ora averti tra le mie braccia , mi rende la donna più felice del mondo." disse con uno sguardo perso nel vuoto e sorrisi rabbrividendo leggermente.
Mi passò la sigaretta nel mentre che si metteva a pancia in giù e la sua schiena era interamente scoperta, mettendomi in mostra tutti il suoi tatuaggi lungo la colonna vertebrale.
Appoggiai il mozzicone nel portacenere e mi misi a cavalcioni dietro di lei, la sentii ridacchiare e mise la testa di lato osservandomi quasi incuriosita.
"Che vuoi fare, mhm?" disse rilassandosi e incominciai a lasciarle una scia di baci dolcemente nella sua spalla.
"Scoprire altro di te e so che i tuoi tatuaggi raccontano veramente tanto." sussurrai piano e incominciai a tracciare tutti quei simboli, ma non capivo che cosa fossero.
"Fammi qualunque domanda e avrai tutte le risposte che desideri." disse abbracciando il cuscino e nel farlo si distese ancora di più sotto di me.
"Che significa?" dissi sfiorandole cinque linee in verticale che le ricoprivano le scapole, vidi alcuni numeri e parole ma non era in lingua spagnola.
"Quelle che vedi sono tutte le coordinate geografiche del posto dove è nata Fatima, in lingua Khmer." sussurrò chiudendo gli occhi e sgranai gli occhi sfiorandolo piano con l'indice.
"Ho deciso di farlo in Thailandia tempo fa, sull'altra scapola invece ci sono alcuni simboli in thai che indicano protezione assoluta verso di lei. Proteggono anche dal dolore fisico e dal dolore spirituale, allontanando semplicemente i pensieri negativi che ci inviano le persone. Ma non solo, proteggono anche dalle armi da fuoco.
Alcuni simboli riescono a bloccare la canna della pistola prima che questa emetta fuoco, infatti eccoli davanti a te." disse seria ed erano a dir poco magnifici e rarissimi, come lei.
"Questo invece?" mormorai quasi impaurita toccando la sua colonna vertebrale e le lasciai alcuni baci facendola rilassare tantissimo.
Non volevo che stesse male per il passato a causa mia, non se lo meritava.
"Bacio prima." borbottò girandosi di lato e risi leggermente cercando le sue labbra baciandola con tantissimo amore.
Fece per girarsi verso di me ma la spinsi nuovamente al suo posto, ero tanto curiosa e volevo parlare con lei.
"Sono cinque simboli in giapponese che rappresentano le mie 3 paure più grandi, la prima è la solitudine, la seconda è la perdita di coraggio mentre la terza beh.." disse bloccandosi e sgranai gli occhi mordendomi il labbro.
"L'ultima quale sarebbe?" mormorai sfiorandolo leggermente e subito la sua pelle fu ricoperta dai brividi.
"La paura di non essere amata." disse debolmente e una lacrima mi rigò il viso.
Me l'asciugai velocemente e la feci voltare nella mia direzione baciandola con passione e stringendola forte.
Il mio corpo si incastrò alla perfezione con il suo e si aggrappò a me quasi spaventata per la mia forza.
Dopo essermi calmata rimasi ancora sopra al suo corpo ma delicatamente mi fece distendere sotto di lei.
La guardai dal basso e le sorrisi innamorata come non mai, la sua bellezza era troppo per me.
In tutti i sensi.
Accarezzai le sue spalle nude e la vidi sorridere divertita, alzò gli occhi al cielo e sapeva già che volevo sapere i significati.
"Quella è una tigre, simboleggia coraggio e tanta forza. Ho deciso di tatuarla sopra la mia prima cicatrice, vedi? Un proiettile schivato, nulla di più bionda però per me ha significato tanto in passato." disse facendo spallucce e mi alzai leggermente per lasciarle un piccolo bacio su di essa.
"Sei così forte, cazzo." sussurrai gemendo leggermente non appena mi baciò il collo per poi mordere piano la mia mandibola facendomi chiudere gli occhi.
"Devo esserlo anche per te, mhm?" sibilò piano abbassandomi la bretella del reggiseno e mi baciò ripetutamente la spalla nuda facendomi sorridere.
"Il contrario, semmai." sussurrai chiudendo gli occhi e sorrisi mettendo la testa di lato per guardarla con attenzione.
"Per entrambe allora, insieme." disse guardandomi dritta negli occhi e sorrisi leccandomi le labbra gonfie.
Continuai a guardarla attentamente e passai al suo avambraccio, aveva alcune scritte in arabo e mi sorrise dolcemente.
"Sono delle piccoli parti del corano dove esprime tutto l'amore e la dedizione verso Allah, la prima parte è qui." disse mostrandomi tutto il suo avambraccio e lo sfiorai piano non capendo assolutamente la sua lingua.
"Mentre l'altra parte è qui." disse mostrandomi l'altro braccio e mi incantai vedendo tutte quelle scritte perfette.
"Mi ha sempre affascinato la tua cultura, sai? È meravigliosa." sussurrai accarezzando i suoi lineamenti arabi e si abbassò per lasciarmi un'altro bacio.
Continuai a squadrare il suo corpo ed era incredibile quanti ne avesse, aveva tantissime storie da raccontare ed io le volevo sapere tutte quante.
Misi il viso di lato scrutando incuriosita l'altro braccio ed era interamente coperto da un drago con tantissimi dettagli, spalancai la bocca incredula e Zulema girò il braccio per farmelo vedere tutto quanto, finiva addirittura in una buona parte della mano sinistra.
"Dragone giapponese, indica forza e saggezza d'animo, l'ho fatto prevalentemente perché amo tantissimo la filosofia e senza di essa sicuramente non avrei guardato con questi occhi la vita ed ogni cosa legata ad essa. Ho deciso di racchiuderlo attorno ad un fiore di loto perché indica rinascita e lotta interiore." disse indicandomelo e come al solito glielo tracciai con le dita facendola sorridere fiera.
Guardai il nome di Fatima inciso sulla sua pelle e mi vennero le lacrime agli occhi ricordando di come mi aveva stretto al suo corpo impaurita la prima volta.
Lo sfiorai percorrendo le lettere con l'indice ed era tatuato affianco ad una buona parte del corano, non capivo la sua lingua e decisi di non farle altre domande.
Era troppo.
"Che hai?" mi chiese in panico ma rimase comunque sopra di me senza farmi alcun male.
L'attirai per la nuca e la baciai facendole capire che nonostante tutto, io sarei rimasta al suo fianco, con forza.
"La cicatrice che hai qui, parlamene." mormorai sfiorandogliela ed era all'altezza del suo cuore.
Non era evidentissima però l'avevo notata un bel po' di volte, Zulema fece un lungo respiro profondo e mugugnò accoccolandosi nell'incavo del mio collo come per evitarmi e nascondersi.
"Amore, puoi parlarmi di tutto." sussurrai accarezzandole i capelli piano e sussultò per il nomignolo.
Si mise al mio fianco coprendo il suo corpo nudo e guardò il soffitto in lacrime, serrando le labbra in una smorfia dura.
Mi appoggiai su un gomito per guardarla di lato e il suo profilo era a dir poco bellissimo, tutto di lei era perfetto.
"Hanbal quando mi ha rivista dopo tanti anni in Marocco, non ci ha pensato due volte e mi ha sparata dritta al cuore, stavo per morire." incominciò seria e il suo tono di voce mi spezzò letteralmente l'anima in due.
"Diceva tanto di amarmi ma per lui non era assolutamente così, voleva il mio corpo e basta quando gli faceva comodo lasciandomi inerme. Nessun gesto di amore, nessuna rassicurazione, niente di niente." disse facendo spallucce e alcune lacrime mi rigarono il viso interrottamente.
"E mi ha rubato mia figlia cazzo, sangue del mio sangue, l'ho tenuta dentro di me per nove mesi interi e cosa ho ottenuto? Un bel niente." aggiunse sbuffando e si toccò i capelli nervosamente con uno sguardo d'odio.
Mi avvicinai al suo corpo cogliendola di sorpresa e le lasciai un piccolo bacio sopra la sua cicatrice facendola quasi sorridere, mi accarezzò piano il braccio e un singhiozzo fuggii dalle mie labbra.
"Macarena rilassati, tutte le cicatrici del mio corpo riguardano il passato ed è anche grazie ad esse se sono così." disse tranquillizzandomi e le lasciai dei piccoli baci sul viso amorevolmente.
"Ora hai me e non mi permetterai mai di farti del male, però l'ho già fatto." dissi mettendomi seduta di scatto e mi portai le ginocchia al petto nascondendo il viso.
"Di che parli?" mormorò confusa guardandomi dal basso e sospirai.
Mi morsicai il labbro e mi trattenni nel raccontarle di Fatima, non dovevo rovinare tutto e questo non era il momento adatto per dirglielo.
"Parlo del fatto che ci siamo ferite a vicenda, tutte le volte che te l'ho fatta pagare usando altre persone. Mi dispiace così tanto Zulema, mi sono comportata male anche io nei tuoi confronti non capendoti fin dall'inizio. Lo sai che per capire le cose devo sbatterci la testa mille volte." le confessai tristemente e una lacrima rigò il suo viso, facendomi quasi piangere.
"Perché non archiviamo tutte queste cose nel passato e ci concentriamo interamente sul presente e sul futuro?" mi propose attirandomi verso al suo corpo e annuii nel mentre che si metteva nuovamente sopra di me.
"E comunque, anche io voglio sapere la tua storia anche se già ti conosco." disse toccando anche lei tutti i miei tatuaggi e le sorrisi annuendo.
L'avrei fatto più che volentieri.
"Guardami negli occhi e saprai tutto quanto, già lo stai facendo da tempo." sussurrai cercando le sue labbra e rise facendomi sua anche per quella notte.
Senza nessun filtro.

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