29.

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Alcuni giorni passarono e camminai nervosamente attorno alla sala da pranzo nel mentre che Sergio picchiettava le dita sul tavolo, nervoso.
"Vi ho lasciato i miei uomini per solidarietà ma se scopro che è successo qualcosa, è la fine del mondo per voi cazzo." dissi mordendomi il labbro e mi legai i capelli leggermente umidi dalla doccia in uno chignon alto con alcune ciocche fuori.
"Abbiamo ripassato il piano alla perfezione per tantissime ore, Zulema sa assolutamente quello che fa." disse il mio amico rassicurandomi e annuii.
Fumai nervosamente toccandomi il viso e la porta principale si aprì di scatto mostrandoci le figure esauste dei nostri amici, ma notai subito molta tensione.
"Non è come dici tu!" urlò Kabila entrando e spalancai la bocca incredula notando che stava litigando con Zulema.
Quest'ultima aveva la felpa strappata nel fianco con del sangue ma sembrava non preoccuparsene più di tanto.
"Hai cercato di farmi del male." disse il mio scorpione dolorante e gli altri si riunirono formando un cerchio.
Zulema spinse Kabila facendola barcollare e tentò di darle un pugno ma il mio scorpione essendo più allenata lo schivò come niente.
"Smettila di dire stronzate." disse la Riccia alzando le braccia incredula e la guardai attentamente scuotendo la testa.
"Stronzate? I piani non erano questi e hai fatto di testa tua, modificandoli!" urlò Zulema ringhiando dalla rabbia ad un centimetro dal suo viso e non l'avevo mai vista così tesa.
Aveva il volto scavato e le occhiaie tanto evidenti, sembrava che non avesse dormito per mesi interi e mi spaventai.
Kabila tentò di colpirla e seguii il mio istinto scattando verso di loro come una furia, spinsi gli altri arrivando al centro del cerchio e afferrai Zulema per la vita.
La spinsi dietro di me come per farle da scudo ed era sconvolta nel vedermi, feci giusto in tempo ad afferrare il braccio di Kabila ed evitai che colpisse il mio scorpione dritta in faccia.
"Che cosa volevi fare, mhm?" sussurrai al suo orecchio contorcendole il braccio e tutti arretrarono spaventati da me.
"Oggi sei più bella del solito." disse Kabila dolorante e si porse verso di me sfiorando le sue labbra con le mie.
Zulema non ci vide più dalla rabbia e le diede una ginocchiata fortissima nello stomaco facendola quasi urlare.
Quando era gelosa non ragionava più e mi spaventai parecchio perché poteva oltrepassare il limite come niente.
"Mi devi far incazzare anche per questo?" urlò Zulema indicandomi e le afferrai il braccio cercando di allontanarla ma era impossibile.
Kabila la guardò con uno sguardo di sfida e lo conoscevo bene quello sguardo.
"Almeno lei mi ha detto una volta nella mia vita che mi ama, mentre a te vorrebbe solamente ucciderti. Come la mettiamo ora, Zahir?" disse sorridendole strafottente e boccheggiai incredula, Saray era sconvolta per questa affermazione mentre Zulema aveva lo sguardo fisso su Kabila, quasi apatica.
Mi avvicinai con cautela e non si staccavano gli occhi di dosso, Kabila mi sorrise mentre le lanciai un'occhiataccia.
"Colpo basso, Estefanía." disse Zulema ridendo leggermente ma mi vennero gli occhi lucidi notando che si stava trattenendo tantissimo nell'ucciderla.
La vedevo esausta.
Stava soffrendo, come me.
"Levati, Kabila." dissi furiosa e sussultò davanti al mio sguardo intimidatorio, fece per accarezzarmi il viso ma l'allontanai.
"Vai!" urlai arrabbiata e la ragazza si dileguò terrorizzata lasciando la stanza.
"E voi che cazzo avete da guardare?" aggiunsi riferendomi agli altri che se ne andarono letteralmente spaventati.
Avevo il fiatone per la rabbia e subito mi voltai verso Zulema che si era seduta nel divano levandosi la giacca e imprecando.
Saray le sollevò la felpa e aveva un taglio abbastanza evidente sotto la costola.
"Cazzo, Zule." disse la gitana aiutandola a rimettersi in piedi e il mio scorpione era pallida in viso.
"Potete spiegarmi cosa è successo?" sbottai alzando le braccia incredula e Zulema appoggiò la testa nella spalla di Saray nel mentre che la trascinava in camera sua.
Si distese sul suo letto e vari flashback colpirono la mia mente facendomi tremare le gambe in una maniera incontrollata.
"Bionda, vattene." disse Zulema debolmente e scossi la testa percependo una rabbia disumana invadermi.
"Merito di sapere, lo sai anche tu." dissi avvicinandomi e subito Saray l'aiutò a togliersi i vestiti facendola gemere dal dolore.
"Non ti voglio vedere." disse chiudendo gli occhi esausta e sospirai.
Saray mi guardò scuotendo la testa e decisi di chiamare Amelia affinché Zulema potesse sentirsi meglio e ricevere tutte le attenzioni e cure possibili.

Aspettai alcune ore fuori dalla sua stanza e camminai lungo il corridoio percependo la paura e l'ansia scorrere impetuosa lungo le mie vene.
Dopo alcuni minuti Amelia uscì dalla porta e mi fece un sorriso rassicurandomi subito.
"Le ho messo un paio di punti e deve riposare per almeno due giorni, non è grave tranquilla ma se non sta attenta la prossima volta puó andare diversamente, tu stai bene?" disse stringendomi il braccio e feci un lungo sospiro di sollievo trattenendo le lacrime.
La verità era che non volevo darle la soddisfazione di vedermi così, per questo negavo il fatto che me ne importasse eccome.
"Sto bene, ." dissi facendo spallucce e la mia amica mise la testa di lato per guardarmi con quei suoi occhioni azzurri.
"Bugiarda, biondina." disse ridendo leggermente e sbuffai portandomi una sigaretta alle labbra ma Amelia essendo medico me la tolse dalla bocca lanciandomi un'occhiataccia furiosa.
"Ricordati il discorso che abbiamo fatto in quel famoso locale." disse camminando al mio fianco e subito cercai di ricordarmi tutto.
"Non riesco a perdonarla, ci ho parlato tantissime volte ma non facciamo altro che litigare perché lei stessa non vuole dirmi tutta quanta la verità." dissi sedendomi nel divano e Amelia scivolò al mio fianco incrociando le gambe.
"Maca, forse ti sei dimenticata che Zulema è una persona estremamente orgogliosa e fatica un po' a lasciarsi andare, so che ha fatto una cosa gravissima ma perché al posto di puntarle sempre il dito contro non provi a lasciarla stare un pochino?" mi consigliò dolcemente e realizzai che non avevo mai considerato il fatto di comportarmi così, darle del tempo.
Prendermi del tempo io stessa.
Feci per rispondere ma ancora una volta Amelia mi precedette afferrandomi il braccio e stringendolo forte.
"Tutti noi abbiamo fatto delle stronzate che hanno influito sulla nostra persona, non puoi dire il contrario. Nemmeno tu sei stata una santa con lei però ti ostini comunque a cedere sotto al suo tocco. Sei abbastanza forte da respingere qualsiasi persona ma quando si tratta di lei perdi completamente la testa." aggiunse subito dopo guardandomi dritta negli occhi e sussultai impaurita.
Erano troppe cose assieme.
"Tu sei innamorata di lei fin dentro le ossa e fino a quando non lo realizzerai del tutto rimarrai con questi dubbi. E allo stesso tempo metti una barriera a dir poco enorme davanti a lei." concluse accennandomi un sorriso e sapeva benissimo che aveva c'entrato in pieno con le sue parole.
Abbassai lo sguardo con le lacrime agli occhi e presi un lunghissimo respiro profondo, letteralmente distrutta.
La mia era veramente una situazione complicata e richiedeva troppo tempo.
"Cosa dovrei fare?" chiesi mordendomi il labbro inferiore per trattenere le lacrime e Amelia mi regalò un'altro dei suoi bellissimi sorrisi trasmettendomi forza.

"Ricomincia."

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