"Ho trovato altre foto del giorno della tua laurea, sei bellissima." disse Amelia sorridendomi e ricambiai rigirandomi tra le mani quei miseri pezzi di carta che avevo già visto in precedenza, vederle mi aiutava tantissimo con i miei ricordi.
Osservai attentamente il mio volto felice e soddisfatto e un senso di nausea mi invase facendomi sussultare.
Non riuscivo davvero a riconoscermi e sembrava che fossi rinata una seconda volta.
"Emozionante." sussurrai mettendo il viso di lato e la mia amica sospirò afferrandomi delicatamente la mano.
"Andrà tutto bene, biondina." disse scherzando e mi paralizzai sentendo quel nomignolo che non era per niente sconosciuto alle mie orecchie.
Chiusi gli occhi con forza e un'ondata di flashback colpirono la mia mente facendomi letteralmente tremare.*
"Voi bionde siete tutte così stupide.""La bionda ha fatto una cosa che non doveva, ecco perché l'ho fermata."
"Non puoi lasciarmi i segni, bionda."
"Dovresti avere paura di me."
"Io ti conosco so già tutto di te."
"Sorpresa, bionda."
"Il caos ci ha liberato dall'ossessione del controllo e ci ha aperto gli occhi sulla realtà, niente determinismo. Niente catene cause ed effetti, il caos ha salvato la libertà ed è l'unica cosa che rinnova la vita. È un gioco che ha regole precise ma con libertà infinita per i giocatori."
"Il caos maggiore lo portiamo dentro da sempre e sta a noi identificarlo fino all'ultima briciola."
"Talvolta se le maschere sono troppo appiccicate rischi di strapparti pure la pelle se cerci di levartele."
"Fai troppe domande, bionda."
*
Mi venne un dolore lancinante alla testa e incominciai a sudare freddo nel mentre che le mani mi tremavano, avevo di nuovo visto quella donna e la sua voce mi era entrata fin dentro al cervello sconvolgendo tutto quanto.
Amelia si alzò di scatto non appena vide che stavo avendo un attacco di panico e mi appoggiai nel tavolo prendendomi la testa tra le mani.
"Fai dei respiri profondi, sono qui." disse la mia amica accarezzandomi la schiena e il mio petto di rialzava e riabbassava a ritmo incontrollato.
Incominciai a singhiozzare con le lacrime che mi rigavano il viso e dopo alcuni minuti ripresi a respirare lentamente.
"Hai visto altro, vero?" disse Amelia accarezzandomi i capelli e annuii, stavo letteralmente tremando come una foglia e per forza dovevo conoscere quella donna, ma ogni qualvolta che la vedevo il suo viso non era nitido.
Vedevo solamente i suoi lunghi capelli neri e riuscivo a percepire il suo profumo inconfondibile.
Ma chi diavolo era?
Perché era sempre tra i miei pensieri e nei miei incubi?
"Amelia, non lasciarmi." sussurrai impaurita con una vocina esile e subito quest'ultima mi abbracciò da dietro nel mentre che mi stringeva al suo corpo.
"Sono qui, passa tutto." disse decisa sussurrandomi alcune frasi rassicuranti all'orecchio e chiusi gli occhi percependo ancora quella maledetta voce dentro alla mia testa che mi metteva i brividi.
Delicatamente mi porse un bicchiere d'acqua e lo bevvi sdraiandomi nel letto, ero priva di forze e non smettevo per un attimo di tremare.
"È normale che tu abbia questi attacchi improvvisi, stai vivendo un trauma e le tue esperienze passate attivano in te stati di impotenza e di pericolo in grado di elicitare la risposta del sistema di allarme del nostro cervello." incominciò spiegandomi alcune cose e la sua voce delicata riusciva a calmarmi un minimo.
"È nota anche come reazione di attacco, fuga o congelamento. Quando viene attivato questo allarme, l'ipotalamo, la ghiandola pitutaria e il sistema adrenergico, si organizzano per inviare contemporaneamente segnali al sistema nervoso parasimpatico, ossia quel sistema di rete che comunica con le ghiandole surrenali e gli organi interni per supportarli nel regolare funzioni come il battito cardiaco, la digestione e la respirazione." aggiunse coprendo il mio corpo esile con la coperta e la guardai inarcando un sopracciglio confusa.
"Perché mi sento male fisicamente?" le domandai incuriosita e volevo capire come gestire questa cosa, non dovevo stare male.
Amelia non poteva rimanere per sempre al mio fianco, dovevo essere io la mia persona.
"Perché viene prodotta una vera e propria cascata chimica in grado di inondare il corpo con diversi ormoni dello stress, generando così cambiamenti fisiologici che preparano il corpo a difendersi. Per questo motivo, quando ti senti in serio pericolo, aumenta la tua frequenza cardiaca, vi è un accrescimento della tensione muscolare e un'accelerazione del respiro. Anche quando la crisi è terminata, l'escalation degli ormoni dello stress all'interno del tuo corpo può durare per giorni." disse rispondendomi con i suoi soliti discorsi dettagliati e feci un sorriso annuendo, con le idee più chiare.
"5 anni sono tanti, sei da alcuni mesi qui dentro e la ripresa è molto lunga però se non vivi la vita vera là fuori non ti abituerai mai a gestire ogni piccola cosa negativa." disse stringendomi la mano e annuii con la mascella contratta nel mentre che mi accarezzava le nocche dolcemente.
"Io credo in te, so che puoi farcela a riprenderti tutto quello che hai perso e che ti è stato portato via." sussurrò dopo alcuni secondi decisa e i miei occhi verdi innondati di lacrime si scontrarono con i suoi azzurri come l'oceano.
"Dimmi chi è quella donna." dissi mettendomi seduta e la vidi sussultare dalla mia domanda, il suo corpo diventò rigido come una statua e sapevo di aver centrato il punto come al solito.
"Non sta a me dirtelo." disse sorridendo e sapevo che Amelia era stata informata di troppe cose per mettermi al sicuro.
Perché ero sicura al 100% che qualcuno infondo teneva ancora a me e sapeva in un modo o nell'altro che mi ero svegliata da questo lunghissimo inferno.
Ma chi?
"Il mio sesto senso non sbaglia mai." sibilai a denti stretti furiosa e mi massaggiai delicatamente le tempie sentendo il mio fuoco aumentare dentro di me, era incredibile il modo in cui mi ero ridotta per colpa di una persona.
Perché si, per forza doveva c'entrarci il cuore e Kabila non era tra queste.
Non più ormai.
Stavo avendo la brillante capacità di dimenticare ogni singola cosa del passato e concentrarmi interamente sul presente per recuperare appieno la mia persona.
"Ho una sorpresa per te." disse Amelia cambiando discorso e mi fece un cenno porgendomi la mano che strinsi con tutta la forza che avevo in corpo.
Le dovevo la vita.
"Mi hai portato dell'alcol per caso? Delle sigarette?" tentai dandole una gomitata amichevole sul fianco e scosse la testa divertita, mi fece strada lungo un corridoio e aprì una porta riservata al personale.
Inarcai un sopracciglio confusa e non appena accese la luce per poco non piansi, aveva recuperato il mio sacco da box con i miei guantoni e qualche altro attrezzo da palestra.
"Non ci posso credere." sussurrai mettendomi le mani davanti alla bocca e sorrisi come un'idiota voltandomi verso la donna al mio fianco.
Avevo la necessità di allenarmi nuovamente e di smaltire tutta la tensione.
"Oggi sono arrivati gli esiti dei tuoi esami e volevo aspettare un po' prima di dirtelo. I valori sono apposto e ti sei ripresa alla grande, l'unica cosa di cui dobbiamo stare attente sono questi attacchi di panico improvvisi dovuti alla perdita di memoria. Ma hai fatto tantissimi progressi quindi ho pensato che ora, puoi allenarti quanto vuoi ovviamente senza esagerare tantissimo. La fisioterapia ha dato i suoi risultati e puoi continuare da sola." mi spiegò facendomi uno dei soliti sorrisi e mi morsicai il labbro con le lacrime agli occhi.
"Questo è il mio regalo, sperando che tu possa ricostruirti per bene quella fortissima corazza che avevi un tempo. Andrà tutto bene là fuori." aggiunse dopo mezzo secondo appoggiandomi una mano sulla spalla e senza pensarci due volte mi fiondai tra le sue braccia e la strinsi con una forza disumana.
"Grazie, Amelia." sussurrai contro i suoi capelli e il suo profumo mi fece rilassare tantissimo, scoppiai a piangere e la mia amica mi strinse ancora più forte.
Sarebbero state le mie ultime lacrime.
"Sei forte." mi sussurrò dolcemente e annuii lasciandole un bacio sulla guancia.
"Ma come fai a sapere tutte queste cose su di me? Non ti ho mai parlato dei miei gusti o dei miei hobby." dissi asciugandomi le lacrime staccandomi dall'abbraccio e la vidi fare spallucce, sorridendomi divertita."Me lo ha detto una persona speciale."

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revival
Action➸ Sequel, Escape. (gxg) "Impara a giocare la carta dell'indifferenza. È la più scaltra delle vendette. Perché vi sono molti di cui non avremmo saputo nulla se qualche loro nemico noto non ne avesse parlato. Non vi è vendetta come l'oblio, che se...