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Amelia mi accarezzò con cautela il viso e aprii gli occhi trovandomi in una stanza buia, ero sdraiata in un lettino e avevo fatto l'ennesima tac al cervello.
"Sh, sono qui." disse la mia amica e mi rilassai afferrando la sua mano nel mentre che continuava a tracciare i miei lineamenti con una delicatezza unica.
Mi rilassai come niente e nella stanza c'era un silenzio tombale, Amelia aveva spento il macchinario e si sedette al mio fianco cercando di farmi recuperare tutte le ore di sonno arretrate.
"Va tutto bene, ti avevo avvisata di non mettere il cervello troppo sotto stress. Vedi poi cosa succede? Devi stare calma e rilassarti, tesoro." sussurrò dopo alcuni minuti e annuii sentendomi incredibilmente bene a causa delle flebo che mi avevano messo.
Non mangiavo e non avevo praticamente nessuna energia in corpo, maltrattandolo come mio solito a causa dei miei stupidi pensieri infondati sul niente.
"Abbracciami, ne ho bisogno." dissi tenendo ancora gli occhi chiusi e la mia amica sbuffò divertita, si mise dietro di me abbracciandomi piano.
Intrecciai le dita con le sue e le lasciai un piccolo bacio sul palmo perché ancora una volta mi aveva salvato la vita.
Era il mio supereroe.
Una forza della natura.
"Sono qui, non ti lascio." disse accarezzandomi i capelli e lasciai uscire altre lacrime dai miei occhi, singhiozzando come una bambina.
Ed è a quel punto che Amelia mi abbracciò ancora più forte facendomi sentire incredibilmente debole ma che sotto sotto nascondevo una forza incredibile che stavo recuperando piano.

Dopo essermi sistemata dalla testa ai piedi raggiunsi la mia amica nel suo ufficio, indossavo degli stivali alti che slanciavano ancora di più le mie gambe e un maglione bianco con lo scollo a V, dei jeans neri fasciavano le mie gambe alla perfezione e mi accorsi che ero dimagrita.
Come al solito.
"Okay ora voglio sentire le tue raccomandazioni, avanti doc." dissi sedendomi nella sedia con cautela e la mia amica mi sorrise per come mi ero truccata e sistemata.
"Allora, per prima cosa promettimi di non prendere nervoso perché hai una chiazza enorme a causa dello stress post traumatico e no non è un tumore. Hai un trauma appresso che si deve risolvere con il tempo, cerca veramente di dare il giusto peso alle cose perché non puoi andare avanti così cazzo, intesi?" disse seria e annuii serrando la mascella, aveva ragione e mi sarei comportata in modo più responsabile nei miei stessi confronti.
"So che c'entra anche Zulema e Tokyo mi ha raccontato più o meno cosa è successo tra voi due. Sai già come la penso, e se non puoi sopportare la sua presenza semplicemente stalle lontana e pensa a cosa fare con lei. Ti ama da morire e non solo stai distruggendo te stessa ma stai facendo del male anche a lei, tanto."aggiunse alzandosi e mi fece vedere i miei ultimi esami fatti spiegandomi tutti i miei valori e consigliandomi cosa mangiare per sentirmi più in forze senza svenire.
"Ti ho prescritto questo farmaco, prendilo due volte al giorno e promettimi di mantenere la calma. Pensa al lavoro e sii felice, se non vuoi farlo per te stessa almeno fallo per me." disse rimettendo tutto apposto e annuii sospirando, Amelia mi fece strada e si tolse il camice infilandosi il capotto.
"Ti accompagno a casa, i tuoi amici vogliono assolutamente vederti. Gli ho avvertiti che devono andarci piano con te, sei ancora un pochino debole e hai i segni delle flebo." disse percorrendo il corridoio e l'affiancai nel mentre che salutava altri medici.
Alzai il maglione ed effettivamente aveva ragione, avevo il braccio ricoperto di lividi.
"Vieni." disse facendo un cenno ed uscimmo da una porta riservata al personale andando subito ai parcheggi, entrai in macchina e mi allacciai subito la cintura appoggiando la testa sul sedile.
"Comunque, sei bellissima." disse toccando i miei capelli ondulati e le sorrisi ridendo leggermente, era la prima volta che lo facevo e mi sentivo bene.
Amelia partì alzando leggermente il volume della radio e notai che mise una playlist di canzoni bellissime e rilassanti.
Sbloccai il telefono e risposi ad alcuni messaggi da parte dei miei amici, tranquillizzandoli subito dato che ero stata in ospedale per due settimane.
Entrai su Instagram e subito notai un post di Zulema pubblicato il giorno prima, era bellissima e notai che era nella sua villa.
Sbuffai e lessi la miriade di commenti percependo una gelosia assurda, mi mancava da morire toccarla e sopratutto volevo baciare quelle labbra perfette che si ritrovava.
Era vitale farlo, e la stessa cosa valeva anche per lei dato che mi amava tanto.
"Siamo arrivate." disse Amelia risvegliandomi dai miei pensieri e davanti a me c'era la villa enorme di Sergio.
Slacciai la cintura e notai i miei amici aspettarmi fuori dal cancello in ansia, scesi dalla macchina debolmente afferrando le mie cose e Tokyo mi abbracciò piano a causa dell'occhiata premonitore di Amelia.
"Mi sei mancata da morire, biondina." sussurrò in lacrime e la tranquillizzai stringendola a me.
Si staccò dopo un po' e anche gli altri mi abbracciarono per poi afferrare la mia borsa e trascinarmi dentro.
Amelia mi affiancò stringendo la mia vita stretta e appoggiai la testa sulla sua spalla scoccandole un piccolo bacio sulla guancia facendola sorridere tantissimo.
"Se fossi in Link, starei attento perché potrei rubarti come niente." le sussurrai prendendola in giro e la mia amica rise.
"Vuoi qualcosa da bere? The?" disse Berlino in panico e subito sistemò tutti i cuscini nel divano, Saray mi venne ad abbracciare e per poco non svenni alla vista di Zulema dietro di lei.
La fissai per alcuni minuti ma ebbi la forza di distaccare lo sguardo e di pensare ad altro, Amelia fece un cenno sorridendo per il mio autocontrollo e mi sentivo molto più leggera e sicura.
"Levatevi!" esclamò Will ad una certa con le lacrime agli occhi e si abbassò alla mia altezza abbracciandomi delicatamente senza farmi male.
"Credevo di perderti, capo." disse lasciandomi un bacio veloce sulla guancia e notai Zulema stringere i pugni dalla gelosia ma non mi importava.
Erano le persone più importanti della mia vita e mi erano mancate da morire.
"Ora sono qui, stai tranquillo." dissi accarezzando le sue spalle possenti e aumentò la stretta facendomi gemere dal dolore, ero ancora troppo fragile.
"Hey andateci piano tutti quanti non sto scherzando, è ancora presto." disse Amelia innervosendosi e il mio amico annuì dispiaciuto ma lo tranquillizzai appoggiando la testa sul suo petto e mi accarezzò i capelli facendomi rilassare tantissimo.
Il mio scorpione aveva la mascella contratta e volevo essere tra le sue di braccia ma purtroppo non era così.
"E comunque sei sempre una figa da paura cazzo, io sono senza parole." disse Denver ad una certa e Monica gli diede un colpetto sul braccio.
Scoppiammo tutti a ridere e Will mi diede un lungo bacio sulla guancia facendomi sorridere amorevolmente, mi sentivo voluta bene da tutti quanti.
"Starò più attento per te, capo." disse appoggiando le mani sulla mia vita e gli sorrisi rassicurandolo e staccandomi.
Berlino intanto mi diede il mio the e mi sedetti reggendomi nel bracciolo del divano, rilassandomi un pochino.
"Hai fatto un lavoro impeccabile." disse Sergio riferendosi ad Amelia e la mia amica gli fece un grandissimo sorriso orgogliosa per la mia ripresa.
Mi portai la tazza alle labbra e guardai la mia regina araba parlare al telefono animatamente, come al solito il suo corpo era perfetto come non mai.
Volevo farla mia.
Mi mancava toccarla.
Mi mancava il suo sapore, i suoi gemiti.
Il suo profumo.
Tutto.
"Vi ho già dato tutte le indicazioni possibili, non deludetemi." disse Amelia seria e tutti annuirono, alzai di poco le maniche del maglione e Tokyo sussultò sfiorando le mie braccia tatuate.
Avevo molti lividi e le vennero le lacrime agli occhi, avevo perso tanto perso e avevo il viso e il collo più pronunciati del solito ma mi stavo riprendendo piano.
"Sto bene ragazzi, davvero." dissi rassicurando tutti i presenti e continuammo a parlare, mi aggiornarono su tutto quanto e non vedevo l'ora di rimettermi a lavoro, ma avevo bisogno di un buon allenamento per rinforzare i miei muscoli un pochino di più.
Ero stata due settimane rinchiusa in quell'ospedale da sola, per riprendermi dal male che portavo dentro da anni.
"Vado, ci sentiamo biondina." disse Amelia dopo un po' e mi alzai non troppo velocemente accompagnandola alla porta, le diedi un bacio veloce sulla guancia e la salutai costatando che la notte si era inoltrata velocemente.
Sospirai chiudendo la porta e andai in cucina per un bicchiere d'acqua, afferrai le mie pastiglie e le mandai giù facendo una smorfia di disgusto ma passò subito.
"Perché non mi hai detto nulla?" disse una voce conosciuta facendomi sobbalzare ma mantenni il mio autocontrollo nel mentre che mi versavo nuovamente l'acqua.
Zulema era appoggiata nel bancone della cucina e non le diedi nessuna importanza bevendo lentamente l'acqua fredda.
Appoggiai il bicchiere vuoto nel lavello e non aveva staccato gli occhi dal mio corpo, facendomi tremare tantissimo.
"Mi dovrebbe riguardare questa cosa? Di me non ti dovrebbe fregare un cazzo quindi ho preferito tenere le cose segrete per riprendermi del tutto." dissi facendo spallucce e la vidi serrare la mascella chiudendo gli occhi.
"Sono la tua ragazza, o no?" disse alzando le braccia incredula e mi massaggiai le tempie cercando di placare il mal di testa che stava aumentando.
Incredibile come mi rendeva debole.
"Zulema, non mi va." sussurrai sottovoce e nemmeno in mezzo secondo le sue mani erano appoggiate sulla mia vita facendomi tremare leggermente.
Mi spinse delicatamente contro al bancone e mi baciò piano il collo facendomi rilassare come niente.
La lasciai fare lasciandole un po' di controllo e mi morsicò piano la mascella strappandomi un piccolo gemito di piacere, mi era mancata tantissimo.
Abbassò lo sguardo appoggiando la fronte contro la mia e sfiorò piano le mie labbra facendomi aprire leggermente la bocca.
I suoi occhi si posarono sulle mie braccia e me le afferrò delicatamente lasciandomi dei piccoli baci sopra facendomi emozionare, il suo tocco era tantissimo delicato e continuò per alcuni minuti facendomi sorridere lentamente.
"Non pensare che questo per me significhi qualcosa, sono incazzata da morire con te e non voglio vederti." disse ad una certa e alzai gli occhi al cielo serrando la mascella, ovviamente doveva mantenere ben saldo il suo orgoglio altrimenti sarebbe stata debole.
"Ti preferivo quando eri nel mio letto ammanettata che mi supplicavi, sai?" dissi provocandola per non cedere e il suo sguardo era come fuoco su di me.
"Stai zitta, Macarena." disse fissando insistentemente le mie labbra e mi leccai il labbro facendola uscire fuori di testa.
"Altrimenti? Non puoi toccarmi, sono ancora debole e potresti spezzarmi in due come niente, attenta Zulema." dissi squadrandola dalla testa ai piedi ma non staccò lo sguardo su di me.
Fece un sorrisetto divertito leccandosi il labbro e a quella vista andai in iper ventilazione, sentendo la mia intimità pulsare vogliosa delle sue attenzioni.
"Tanto per te è solo sesso vero? Bene, allora andiamo in camera e scopiamo." disse guardandomi dritta negli occhi e dal suo sguardo notavo che mi stava mettendo tantissimo alla prova.
Voleva farmi cedere, come al solito.
"Chi ha detto questo? Vedo che il tuo essere egocentrica non è cambiato." dissi avvicinandomi piano al suo viso e notavo le sue mani tremare, voleva stringermi in qualche modo ma non poteva perché ero troppo debole.
Non voleva farmi del male.
"Mi vuoi Macarena, e una scopata con te è l'unica cosa che vorrei ora." sussurrò seducendomi e gemetti non appena baciò nuovamente il mio collo, facendomi uscire fuori di testa.
I suoi baci erano umidi e caldi, riusciva a toccare i miei punti deboli in modo impeccabile facendomi ansimare forte.
Le sue mani si intrufolarono sotto al mio maglione e strinse delicatamente il mio seno facendomi inarcare la schiena.
"Pensi che io voglia scopare con te?" sussurrai in preda al piacere e la mia voce tremava a causa di tutte le emozioni che mi stava facendo provare.
", tantissimo." disse facendomi un succhiotto abbastanza evidente e la guardai male mettendo la testa di lato.
"Ti sorprenderò, tantissimo." sussurrai stringendo la sua vita stretta e mi porsi a lei morsicandole il labbro inferiore.
"Mi stai di nuovo, facendo del male." disse appoggiando le mani sui bordi del bancone e lo strinse con forza.
"Perché dai la colpa a me?" dissi cercando di staccarla dal mio corpo ma ovviamente era più forte di me.
"Perché sorpresa bionda, ti amo." disse mettendo il viso di lato per guardarmi ancora più intensamente e mi vennero le lacrime agli occhi.
"E odio da morire che quel coglione ti tocchi, ti guardi, ti baci, ti sorrida." aggiunse riferendosi a Will e quasi sorrisi per la sua gelosia abbastanza evidente.
Alzai la testa scoprendo il mio collo segnato dai suoi denti e sospirai per questa assurda situazione.
"Sei gelosa, o sbaglio?" sussurrai divertita e sbuffò toccando nuovamente i miei fianchi e il mio addome tonico.
Strinse delicatamente il mio seno e fece dei piccoli cerchi immaginari tramite il tessuto del mio reggiseno in pizzo.
"Sei mia, esclusivamente di mia proprietà e ti voglio solo per me." disse furiosa ed era ancora più bella da gelosa.
Continuò la sua tortura toccando il mio seno e mi scappò un gemito, il mal di testa mi passò lievemente e l'afferrai per i capelli spingendola verso di me.
Avevo bisogno di lei, come lei aveva bisogno di me come non mai ma percepivo ancora la sua rabbia e non avremo mai potuto avere tranquillità in questo stato, per il momento.
"Rilassati, ne hai bisogno." sussurrò lasciandomi un piccolo bacio sotto all'orecchio e annuii piano, il mio corpo era incredibilmente teso e il suo tocco mi stava aiutando a sciogliermi un pochino.
Amelia l'aveva informata sicuramente di tutto lo stress che avevo accumulato in parte a causa sua, lo vedevo dai suoi occhi neri più profondi del solito.
Ma non volevo lasciarmi andare totalmente a lei, infatti se ne accorse ma continuò a toccarmi piano.
Si guardò attorno e percepimmo alcune voci nella sala, il mio scorpione sbuffò e afferrò la mia mano trascinandomi nel corridoio deserto al piano superiore.
"Non è una buona idea, Zulema." la richiamai nel mentre che alcune lacrime mi rigavano il viso e sapevo che stava facendo tutto questo perché teneva a me.
"Taci." disse furiosa aprendo la porta del suo appartamento e mi trascinò nel letto senza baciarmi, se lo avesse fatto sarebbe ceduta del tutto con me e non voleva assolutamente.
C'era troppa tensione nell'aria.
Mi sdraiai delicatamente nel suo materasso comodissimo e chiusi gli occhi nel mentre che toglieva il mio maglione insieme alla scarpe.
Sfiorò con cautela i segni dei miei tanti prelievi e lasciò dei piccoli baci sopra di essi, facendomi quasi piangere.
Gemetti dal dolore non appena si mosse sopra di me e la sentii imprecare, decise di mettersi di lato e mi lasciò un piccolo bacio sull'angolo della bocca.
Torturò un pochino il mio collo e ansimai percependo i suoi baci spostarsi nel mio petto, abbassò piano il mio reggiseno e leccò i miei capezzoli indurendoli subito.
Continuò la sua tortura per alcuni minuti e gemetti ad alta voce, percependo un'eccitazione unica che solo lei era in grado di provocarmi.
Voleva darmi la libertà perché di amore me ne stava dando troppo ma era stanca, si vedeva da come mi toccava.
La mia mente si svuotò come niente e avevo il desiderio di sentirla dentro di me, fare l'amore con lei per ore senza stancarmi mai ma c'erano troppi limiti.
Di nuovo.
Era una giostra che non smetteva mai di girare, e anche se provavamo a farla smettere ci facevamo del male entrambe.
"Zulema, per favore." sussurrai aprendo gli occhi e guardandola, cercai le sue labbra ma scosse la testa evitandomi.
Non voleva baciarmi, anche se stava cercando in tutti i modi di contenersi.
Questo non era amore, era pietà nei miei confronti perché mi amava a stava mettendo me stessa al primo posto.
"Non pensare a niente, bionda." disse sganciando delicatamente i miei jeans e inarcai la schiena in modo tale che potesse abbassarli un pochino.
Mi morsicai il labbro estasiata e avevo i muscoli incredibilmente tesi, volevo per una volta in tutta la mia vita non pensare a niente e lasciarmi andare.
Zulema poteva aiutarmi.
Avvicinò due dita sulle mie labbra e aprii la bocca leccandogliele e succhiandogliele leggermente facendola sorridere per il mio sguardo provocatorio.
Ma in realtà ero stanca da morire.
Fece scorrere la stessa mano lungo il mio ventre e mi aprii le gambe come niente.
Si avvicinò al mio orecchio e mi morsicò piano il lobo facendomi sussultare dalla sorpresa e dall'eccitazione.
"Vuoi fare tanto la stronza senza cuore con me ma guardati, sei fradicia." sussurrò sensualmente e alzai gli occhi al cielo per il fatto che mi doveva prendere in giro anche in questi casi.
Iniziò a stimolare il mio clitoride e inarcai la schiena ansimando per il suo tocco preciso ed esperto.
"Più veloce." sussurrai implorandola ma scosse la testa baciandomi amorevolmente la guancia, aveva il terrore di farmi male tantissimo.
"Lascia fare a me, stai zitta cazzo." borbottò contro il mio collo e i suoi movimenti circolari erano lenti ed estenuanti fatti apposta per farsi desiderare dalla sottoscritta, ovviamente.
Gemetti ad alta voce non appena fece un pochino di pressione e sogghignò prendendosi i miei gemiti con la bocca senza baciarmi, tirò con i denti il mio labbro inferiore e senza farselo ripetere due volte entrò dentro di me.
"Cazzo, figlia di puttana." ringhiai a denti stretti dalla sorpresa e Zulema mi afferrò la gola piano per tenermi ferma.
Incominciò a spingere non troppo forte e allargai ancora di più le gambe rilassandomi come niente, nel mentre che godevo sotto di lei come non mai.
"Così?" sussurrò mordendomi il collo e affondai le unghie nella sua schiena come appoggio, per rimanere un minimo lucida e per farle capire che mi stava appagando come sempre.
"." bisbigliai non appena aggiunse un'altro dito e il suo sguardo era fisso su di me, ansimò piano nel vedermi in queste condizioni e volevo terribilmente baciarla ma me lo impediva.
Diede una piccola spinta con il bacino e urlai provando un piacere unico, il suo tocco mi era mancato da morire e il mio corpo stava rispondendo alla grande.
"Sei mia, ricordatelo sempre." ringhiò a denti stretti e la sua voce tremava cercando di trattenersi nel piangere.
Sfiorai le mie labbra con le sue gemendo ad alta voce e percepivo le mie gambe tremare arrivando all'apice.
"Vieni per me." sussurrò il mio scorpione inchiodandomi contro al cuscino e venni graffiando tutta la sua schiena forte.
Rallentò i movimenti per far durare ancora un pochino l'orgasmo ed ero tanto rilassata, la testa era più leggera e i muscoli non erano più tesi come prima.
Uscì da me dopo alcuni secondi e si sdraiò al mio fianco senza dire una parola, cercai di riprendere fiato ed era incredibile che ancora una volta ero nel suo letto quasi del tutto nuda.
"Ho bisogno di te." dissi recuperando aria e mi voltai nella sua direzione leccandomi il labbro dolorante a causa dei suoi morsi.
"Non è vero, tendi ad allontanarmi ogni volta a causa del tuo orgoglio." disse furiosa e mise il volto di lato per guardarmi con tanto dolore.
Odiavo da morire vederla così, anche perché la causa era anche mia e non poteva fare nulla per nasconderlo.
"Perché non mi dai del tempo?" le proposi dolcemente ma il suo sguardo ferito era rivolto verso al soffitto, una lacrima le rigò piano il viso e sussultai.
La vidi a stento ma mi avvicinai e gliela tolsi lasciandole dei piccoli baci, prendendomi il suo dolore come niente.
"Ogni volta che l'ho concesso ho ricevuto mille pugnalate bionda, ho bisogno di sicurezze e di certezze." disse facendo spallucce e arricciò le labbra facendo la sua solita smorfia.
"Lasciami provare, per favore." sussurrai in mezzo al buio della stanza ma il mio scorpione scosse la testa facendo una risatina amara.
Era tutto inutile.
Si mise seduta e tentai di riavvicinarla al mio corpo ma si tolse dalla mia presa innervosendosi come niente.
"Zulema rimani con me." sbottai stringendole il braccio con forza e si voltò nella mia direzione sorpresa.
I suoi occhi erano tantissimo lucidi e pensai ad un modo per farla rimanere ancora un pochino al mio fianco.
"E cosa vorresti? Dimmi." disse avvicinandosi ad un soffio dal mio viso e mi morsicai il labbro sentendomi incredibilmente rilassata con lei infilata tra le mie gambe, si mantenne con un gomito senza fare pressione e il suo profumo mi calmò il mio battito cardiaco accelerato.
"Scopami." dissi solamente guardandola dritta negli occhi e serrò la mascella senza staccare lo sguardo dal mio.
Si avvicinò con cautela al mio viso e non appena pensai che stesse per baciarmi si staccò lasciandomi ancora una volta.

"Tempo scaduto, bionda."

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