Memories and thoughts age
just as people do.
But certain thoughts can never age
and certain memories can never fade.Zulema aveva gli occhi fissi su quell'uomo che lentamente le consegnò la lettera e stavo tremando come una foglia.
Era scritto in arabo e mi innervosii perché non capivo assolutamente nulla e avevo il terrore che potesse parlare di Fatima.
"Andiamo a casa." disse il mio scorpione freddamente e sussultai guardando quegli uomini che lentamente se ne andarono via.
Feci per andare nella mia macchina afferrò il braccio trascinandomi con lei, al suo fianco come sempre.
"Cosa c'è scritto?" sussurrai non appena Zulema partí e fece spallucce mantenendo lo sguardo fisso sulla strada.
"Lo leggerò con calma, possibilmente con un bicchiere di alcool tra le mani." disse ridendo leggermente per smorzare la tensione ma la verità era che avevo terribilmente paura.
Nel vero senso della parola, sapevo che stava per accadere una catastrofe enorme a causa mia, forse avrei dovuto parlagliene prima ma date le circostanze non mi sembrava una buona idea.
Che stupida.
Incosciente.
"Cosa pensi che voglia?" le domandai dopo alcuni minuti nel mentre che sfrecciava ad alta velocità nelle strade di Madrid illuminate da tante luci.
"Sicuramente avrà scoperto del nostro piano e vuole avvisarmi che molto presto me la farà pagare, lo conosco fin troppo bene." disse facendo spallucce e parcheggiò nella villa.
Scesi con la mascella contratta e notai gli altri raggiungerci abbastanza tesi.
"Ryan è cambiato tantissimo." disse Tokyo parlando con Rio ed entrarono dentro, feci per seguirli ma ovviamente Zulema mi bloccò una seconda volta.
"Sei strana, devi dirmi qualcosa?" sussurrò appoggiandomi contro lo sportello e ingoiai il grosso groppo che avevo in gola non sapendo che fare.
"Perché dovrei?" dissi non riuscendo a sostenere il suo sguardo penetrante.
I suoi occhi mi perforarono l'anima e mi afferrò il viso saldamente, si avvicinò piano e mi mancò il fiato non appena fissò le mie labbra.
"Non lo so, ti vedo tanto tesa." disse inarcando un sopracciglio confusa e mi tolsi dalla sua presa entrando dentro.
Percepii la sua presenza alle mie spalle e salutai Sergio che mi abbracciò calorosamente, fiero di ciò che avevamo fatto.
"Ho ricevuto questa." disse Zulema ad una certa sventolando quel misero pezzo di carta e si sedette afferrando un bicchiere, per poi versarci del rum.
"Leggilo Zule, avanti." disse Saray estasiata e mi vennero le lacrime agli occhi da tutta l'ansia che stavo provando.
"Che hai?" disse Tokyo raggiungendomi in cucina nel mentre che mi toglievo le armi di dosso e indossai velocemente dei pantaloni comodi e una felpa pesante.
Essendo notte fonda le temperature erano basse e avevo terribilmente freddo.
"Sto per perderla per sempre." sussurrai legandomi i miei lunghi capelli biondi e la mia migliore amica mi guardava stranita, da morire.
"Che stai dicendo?" disse confusa e singhiozzai sottovoce sistemandomi la mia felpa enorme.
"Le ho mentito, per mesi." dissi mordendomi il labbro e la ragazza davanti a me sgranò gli occhi cercando di fare mente locale riguardo a qualcosa ma Fatima era una cosa troppo grande affinché potesse essere capita in pieno.
"Dimmi tutto, ti ascolto." disse afferrandomi delicatamente il braccio ma scossi la testa perché non avevo nemmeno il coraggio di parlare, non sapevo da dove iniziare.
Ero sprofondata davvero nel buio più totale per colpa del mio orgoglio, ma Zulema era tremendamente difficile e svelandole la verità l'avrebbe fatta uscire letteralmente fuori di testa.
Mi appoggiai nello stipite della porta in lacrime e i suoi occhi si incontrarono con i miei, la lettera era lì e il mio scorpione stava parlando con Sergio raccontando ogni minimo dettaglio che era successo all'inferno della festa.
"Ryan? Non lo vedo da esattamente tre mesi, mi aveva chiesto una pausa." disse confuso e mi guardò velocemente ma feci spallucce perché non ne avevo la più pallida idea, era assurda come situazione e doveva esserci sotto qualcosa di troppo grande.
"Infine sono venuti degli uomini e mi hanno consegnato questa da parte di Hanbal ma ancora non l'ho aperta." disse Zulema facendo spallucce e mi mordicchiai il labbro inferiore.
Notò tutto il mio nervosismo e mi squadrò dalla testa ai piedi notando che mi ero cambiata i vestiti e quasi sorrise.
Non me la meritavo.
Proprio per niente.
E stavo per distruggerla, ancora di più.
"Beh leggila ora no? Così ci togliamo il dubbio una volta per tutte." disse Raquel ridendo leggermente e la mia regina araba annuì senza staccare lo sguardo dal mio, ovviamente aveva notato tutto quanto e sospirai incredula.
Saray si voltò verso di me mentre Berlino strinse il mio braccio amorevolmente.
"Che hai? Stai tremando tantissimo e i caloriferi sono al massimo." disse inarcando un sopracciglio confuso e mi voltai verso di lui.
"Ho fatto una cazzata e Zulema me la farà pagare alla grande, devo andarmene via da qui subito cazzo." mormorai impaurita e anche se ero circondata dalle persone più importanti della mia vita mi sentivo tanto sola.
Confusa, nel mio dolore e disperazione.
"Calmati, lei non potrebbe mai lasciarti dato che ti ama tantissimo. Che cosa è successo? Non sembri nemmeno tu Macarena e mi stai spaventando da morire." disse il mio amico e mi asciugai velocemente le lacrime nel mentre che Zulema apriva il foglio, scritto unicamente in arabo.
In sala calò il silenzio e mi morsicai il labbro nervosa non appena si mise più comoda nella sedia, sorseggiando di tanto in tanto il suo drink.
La sua mascella era contratta da morire e incrociò le gambe giocherellando con l'anello che portava nell'indice, con tutta la serietà del mondo.
Chiusi gli occhi e vari scenari colpirono la mia mente facendomi quasi svenire, l'avevo incontrata in una stupida festa e non potevo crederci che si stava ripetendo la stessa identica cosa.
Ma in tempi diversi.
Solamente che al posto di trovarla ora la stavo per perdere definitivamente perché potevo notare questa grande paura incisa all'interno della mia anima che si stava pian piano sgretolando tantissimo.
Non avevo imparato niente a proposito dell'amore e Zulema mi aveva dimostrato così tante cose che ormai avevo perso il conto di quanto erano state fondamentali.
Per la nostra relazione.
Ma anche per la nostra persona.
Non appena aprii gli occhi strinse il foglio tra le mani e il suo sguardo tagliente si depositò su di me, rompendomi in due.
Fece una smorfia con le labbra e finì lentamente di bere l'alcool, guardai i movimenti lenti che faceva la sua gola e sì toccò i capelli nervosamente.
Tutti erano abbastanza confusi dal suo comportamento e più passava il tempo, più l'ansia e il panico aumentavano a dismisura facendomi quasi svenire.
Mi sentivo le gambe fragilissime e mi tirai i maglioni della felpa in basso coprendomi le mani in ansia.
L'amore da una parte sola non basta, Giò.
Le tue sono fantasie da masochista.
Non si regala l'anima a chi non è disposto a regalare la sua.
Chi non fa regali, non apprezza i regali.
Tu cerchi Iddio in terra, e sei disposta a qualsiasi menzogna pur di inventarlo.
Ma Iddio non si inventa e neppure l'amore.
L'amore è un dialogo, non un monologo.
La voce del mio scorpione riecheggiò in tutta la sala e ritornò a guardarmi dritta negli occhi con un disprezzo tale da farmi mancare il respiro.
"Dicono che, secondo una leggenda del XIX secolo, la Verità e la Menzogna un giorno si incontrarono nelle vicinanze di un pozzo. La Menzogna, che vide la verità così bella e ben vestita, ebbe un terribile attacco d'invidia. Ci pensò un po' e, in un momento di lucidità illuminata, disse alla Verità: "Oggi è una giornata meravigliosa! Vieni a fare il bagno con me nel pozzo qua vicino!" La Verità guardò verso il cielo e sospirò, perché la giornata era davvero bella. Acconsentì perchè, anche se la Menzogna non era nè tanto bella nè tanto ben vestita, lei non si lasciava ingannare dalle apparenze. Trascorsero molto tempo insieme, arrivando infine accanto ad un pozzo. A quel punto, la Menzogna disse alla Verità: "Guarda quest'acqua, sembra fresca e chiara, facciamo un bagno insieme!" La Verità, era ancora un po' sospettosa, ma in fondo ingenua, sentì l'acqua e scoprì che era davvero molto rinfrescante e piacevole. Si spogliò e iniziarono a fare il bagno. Ma improvvisamente la Menzogna uscì dall'acqua e fuggì, indossando i vestiti della Verità. La Verità, furiosa, uscì dal pozzo per riprendersi i vestiti. Ma il mondo, vedendo la Verità nuda, distolse lo sguardo, con rabbia e disprezzo. La povera Verità tornò al pozzo e scomparve per sempre, nascondendo la sua vergogna. Da allora, la Menzogna gira per il mondo, vestita come la Verità, soddisfacendo i bisogni della società, poiché il mondo non nutre alcun desiderio di incontrare la Verità nuda." concluse dopo alcuni minuti senza staccare lo sguardo dal mio e alcune lacrime mi rigarono il viso, si alzò accartocciando in un pugno quel foglio di carta e i suoi occhi erano letali.
"Che cosa ho appena descritto?" disse guardando tutti i presenti ma nessuno seppe rispondere, quindi ritornò a guardarmi e mi morsicai il labbro.
"È un dipinto chiamato: la Verità che esce dal pozzo, Jean-Léon Gérome, del 1896." mormorai rispondendole e la mia voce tremava talmente avevo paura.
"Vedo che conosci molto bene questo dipinto perché guarda caso, è proprio davanti a te appeso in quell'angolo." disse indicandomelo e lo guardai velocemente osservando ogni minimo dettaglio che conoscevo a memoria.
Nessuno proferì parola e il mio scorpione avanzò con cautela verso di me, tutti erano sconvolti da ciò che aveva raccontato e il silenzio della stanza urlava tantissime cose disconnesse tra loro.
Arrivò ad un centimetro dal mio viso e spezzò il foglio in miseri pezzetti di carta, facendoli ricadere davanti al mio viso.
"E ora la domanda che mi sorge più spontanea è solamente una." aggiunse facendo finta di pensare e mi trattenni il più possibile ma le lacrime continuavano a scendere lungo il mio viso senza fermarsi mai.
Ed è proprio quando perdi una persona che realizzi effettivamente cosa significa per te e non ero mai stata più sicura in tutta la mia vita in quel momento.
L'amavo veramente tanto, ma forse era troppo tardi per confessarglielo in un momento del genere.
L'ultima maschera che portavo era stata levata da cima a fondo e avevo realizzato tantissime cose messe assieme.
Ma era tardi, troppo."Ora spiegami di che segreto parla Hanbal e sopratutto, perché cazzo ha fatto il tuo nome su una cosa che riguarda entrambi? Parla ora."
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revival
Acción➸ Sequel, Escape. (gxg) "Impara a giocare la carta dell'indifferenza. È la più scaltra delle vendette. Perché vi sono molti di cui non avremmo saputo nulla se qualche loro nemico noto non ne avesse parlato. Non vi è vendetta come l'oblio, che se...