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Gironzolai nel corridoio lunghissimo della villa di Zulema e addosso avevo solamente una sua camicia che lasciava le mie lunghe gambe scoperte.
Non la trovai in cucina e inarcai un sopracciglio decidendo di andare nella sua palestra al piano di sopra.
La vidi appendersi alla sbarra di ferro e spalancai la bocca per come i suoi muscoli si contraevano facendo risaltare i suoi tatuaggi nella schiena.
Notai alcune goccioline scendere lentamente lungo la sua colonna vertebrale e non avevo mai visto niente di più bello in tutta la mia vita.
Era incredibile quante trazioni sapesse fare senza perdere fiato e continuò per altri minuti senza fermarsi mai.
"Wow." mormorai una volta che finí, si voltò verso di me facendomi l'occhiolino e risi divertita.
Afferrò un'asciugamano per asciugarsi il sudore ed era semplicemente perfetta anche con tutti i capelli scompigliati.
"Ti piace quello che vedi, bionda?" mi provocò avanzando verso di me e bevve un goccio d'acqua senza staccare lo sguardo dal mio.
Mi leccai il labbro lentamente e i suoi muscoli un pochino pronunciati erano ancora più risaltati per l'eccessivo sforzo.
"Molto." sussurrai non riuscendo a staccarle gli occhi di dosso e mi sorrise togliendosi le fasce dalle mani.
"Da quanto ti stai allenando?" le domandai guardandomi attorno e la sua palestra era veramente enorme, non ero mai stata qui anche se sapevo l'esistenza di questa sala.
"Due ore e mezzo bionda, tu stavi dormendo alla grande nel mio letto." disse scoppiando a ridere e si incamminò verso il bagno abbassandosi di poco il top sportivo lungo le sue spalle toniche.
"Se vuoi vado nel mio." dissi provocandola e rise incominciando a spogliarsi, decisi di lasciarle i suoi spazi e ritornai al piano inferiore preparandole la colazione.
Dopo una buona mezz'ora finii di fare il tutto e feci addirittura una miriade di foto orgogliosa del risultato.
Zulema mi cinse la vita da dietro facendomi sussultare e appoggiai la mano sopra alla sua sorridendo.
"Mi hai confuso con la fottuta regina Elisabetta, amore mio?" disse ad una certa e risi voltandomi nella sua direzione per il suo solito sarcasmo.
"Idiota, ti ho preparato i tuoi piatti preferiti in modo tale che puoi scegliere cosa ti piace più." dissi borbottando e mi lasciò subito un bacio sulle labbra ringraziandomi dolcemente.
Intanto andai nel divano e finii il mio caffè per poi sdraiarmi e rilassarmi, i miei occhi erano fissi sul fuoco che scoppiettava all'interno del cammino ed era bellissimo.
Appoggiai la testa sul cuscino e il mio scorpione mi raggiunse sedendosi al mio fianco felice come non mai.
"Grazie, comunque." sussurrò dolcemente e mi appoggiai di poco sui gomiti ricambiando il suo sorriso smagliante.
Dopo mezzo secondo afferrò il mio braccio e mi fece sedere a cavalcioni sopra al suo corpo forte e caldo.
"Ti amo." disse cercando le mie labbra e sorrisi baciandola con passione strappandole un piccolo gemito.
Ma c'era un qualcosa che non andava, potevo percepirlo dalla sua presa non troppo salda sulla mia vita.
Scesi verso al suo collo baciandolo possessivamente e il suo corpo si irrigidì come una statua, era fatta letteralmente di ghiaccio e inarcai un sopracciglio confusa.
Risalii sulle sue labbra ma mise il viso di lato serrando la mascella innervosendosi.
"Zulema, che c'è?" sussurrai infastidendomi e i suoi occhi si incastrarono alla perfezione con i miei.
"Posso farti una domanda?" disse guardandomi dritta negli occhi e tremai per il suo tono di voce terribilmente apatico.
Annuii poco convinta e mi spinse di lato alzando tantissimo le sue barriere, lo sapevo già cosa doveva chiedermi e andai terribilmente in panico.
"Macarena, mi ami come ti amo io?" disse arrivando dritta al punto come sempre e sgranai gli occhi mordendomi il labbro inferiore con forza.
Non seppi cosa risponderle data la domanda inaspettata e giocherellai con gli anelli che avevo sulle dita.
"Io non so cosa dire Zulema, lo sai." sussurrai in panico e si alzò facendo una risata amara, si mise le mani sui fianchi e camminò nervosamente toccandosi il viso più volte cercando dì calmarsi.
"Ogni volta che ti dico ti amo, so per certo che per te non è la stessa cosa." disse afferrando del tabacco e si diresse in cucina con passo spedito, la raggiunsi in panico e la vidi appoggiarsi nel bancone girandosi una sigaretta.
"Zulema perché ne dobbiamo parlare proprio ora? Cazzo!" esclamai spazientita e mi guardò con una rabbia disumana addosso.
"Perché nonostante tutti gli anni che sono passati io sono sempre stata innamorata di te, ti amo e se proprio vuoi saperlo vorrei un futuro con te." disse alzando le braccia e alcune lacrime mi rigarono il viso ma di questo non gliene importò nulla, come al solito.
"Però sicuramente non sai nemmeno tu cosa vuoi bionda perché si vede. Sono stanca di stare male sapendo che non ricambi ciò che provo io." disse facendo uscire il fumo dalle sue labbra e presi un lungo respiro profondo.
Lo sapevo che prima o poi questa conversazione dovevamo affrontarla.
"Ho detto questo? Non mi sembra!" urlai in lacrime ed ero terrorizzata all'idea di perderla nuovamente.
"Dillo che mi ami, sei innamorata di me no? Sai almeno che cazzo significa bionda? Non credo." disse avvicinandosi ad un soffio dal mio viso e scattai subito dandole uno schiaffo.
Avevo il fiatone e questo gesto la lasciò senza parole, sicuramente non se lo aspettava e nemmeno io.
"So cosa significa ma tu ancora una volta non hai capito che non puoi mettermi fretta su una cosa in cui ci sto lavorando da anni!
Per colpa di Kabila oltretutto, quindi evita di fare queste affermazioni del cazzo." dissi a denti stretti e vidi la sua mascella contrarsi, si stava controllando ed ero sicura che mi avrebbe spezzato le ossa in due se avesse perso il controllo.
"A lei glielo hai detto però che l'amavi, con me invece non ti passa nemmeno nell'anticamera del cervello bionda." disse sfiorandosi lo zigomo e i suoi occhi erano tantissimo lucidi.
Il suo tono di voce era letteralmente ferito e non l'avevo mai vista così abbattuta ma non sapevo nemmeno io cosa fare in questi casi dato che eravamo letteralmente distrutte senza un briciolo di fondamenta e se fossi crollata probabilmente lei sarebbe scesa nel vuoto con me senza trovare più la luce.
"Zulema, non puoi mettere in mezzo il passato in questo caso, per favore." sbottai incredula alzando le braccia in aria e serrò la mascella furiosa finendo di fumare in assoluto silenzio.
Era terribilmente bella anche così, infatti la guardai incantata e mi trattenni nel baciarla dicendole che aveva ragione.
Che l'amavo nonostante tutto, ma non avevo le palle di lasciarmi andare del tutto perché ero incatenata, da sola.
"Vattene." sussurrò con la voce tremolante e fece un cenno verso la porta senza nessuna espressione in viso.
"Non ci posso credere, cazzo." dissi incredula e le voltai le spalle salendo le scale di corsa per prendere le mie cose.
Scoppiai a piangere per il litigio che avevamo avuto e mi sedetti nel letto afferrandomi la testa tra le mani.
Ero sicura di provare i suoi stessi sentimenti ma avevo ancora una piccola parte di orgoglio che mi impediva di farlo.
Mi infilai la felpa velocemente dopo essermi ripresa un attimo e scesi le scale, notai il mio scorpione appoggiata nel bancone della cucina e si toccò i capelli nervosamente e con tanta rabbia.
"Quando hai finito di fare la stronza chiamami sempre se ci riesci." sbottai dirigendomi verso la porta con le lacrime che rigavano il viso ma la sua voce mi bloccò, ovviamente l'ultima parola doveva avercela sempre e solo esclusivamente lei.
"Non mi sarei mai dovuta innamorare di te, sbaglio sempre tutto cazzo." disse sottovoce e mi pietrificai come una statua spalancando la bocca incredula.
Ero incredula per ciò che stava dicendo, non riuscivo a capire perché non potevo avere i miei spazi.
Io i suoi glieli avevo sempre concessi dall'inizio, rispettando il suo maledettissimo orgogliosa senza nessuna paura ma lei invece no.
"Mi stai considerando uno sbaglio?" dissi andando ad un centimetro dal suo viso e la vidi fare spallucce apatica.
"Che senso ha continuare se tu non provi nulla per me? Dovresti riordinare le idee che hai in testa, Macarena." disse accendendosi un'altra sigaretta e le lanciai un'occhiataccia uscendo da casa sua con passo veloce.

Saltai in macchina dando un colpo al voltante dal nervoso e durante il viaggio decisi di chiamarla in lacrime.
Collegai il telefono al bluetooth della macchina e aspettai che rispondesse, squillò per alcuni secondi ma la sua voce spezzata dal pianto risuonò nelle mie orecchie.
"Che cazzo vuoi, bionda?" disse furiosa e strinsi ancora di più il volante perché la sentivo terribilmente lontana da me.
"Vaffanculo Zulema, sei un'idiota se hai pensato solamente per un'istante che io non sono innamorata di te. Vorrei solamente che tu mi capissi." le risposi scoppiando a piangere e con la mano cercai di placare i miei singhiozzi, la nostra situazione era troppo complicata.
La sentii imprecare e poi lanciò qualcosa che si ruppe in mille pezzi, facendomi sobbalzare e fortunatamente mi fermai davanti ad un semaforo rosso.
"Bionda, non ti voglio sentire in questo momento perché potrei peggiorare solamente le cose. Lasciami stare per un po' ok? Devo riprendere e respirare da sola, mi stai facendo uscire fuori di testa." disse dopo alcuni secondi e prima che potessi rispondere mi chiuse la chiamata in faccia, lasciandomi senza nemmeno la forza di metabolizzare le sue parole.
Eravamo da sole entrambe ora.

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