Abbassai lo sguardo guardando quei miseri pezzi di carta a terra e non erano tanto diversi dalla mia anima distrutta.
"Possiamo sederci, per favore?" dissi mordendomi il labbro e Zulema annuì afferrando una seria lanciandola vicino al tavolo, sussultai impaurita e mi guardò male non appena le passai vicina e la raccolsi da terra sistemandola.
"Sono proprio curiosa di sentire che cazzo hai da dirmi, Macarena." disse facendo un cenno e mi sedetti sistemandomi elegantemente nella sedia.
Ogni volta che mi chiamava con il mio nome intero erano cento pugnalate al cuore, letteralmente.
"Promettimi di non arrabbiarti." sussurrai torturando le maniche della mia felpa ma ad una certa scoppiò a ridere.
"È un po' troppo tardi per questo non trovi? Parla una volta per tutte." sbottò facendomi un cenno e nel frattempo si accese una sigaretta ma avevo le parole bloccate in gola, feci dei piccoli respiri profondi e la vidi innervosirsi parecchio.
"Allora? Sto aspettando cazzo." disse con un tono da apatica e mi guardai attorno cercando l'aiuto dei miei amici.
Tokyo mi fece un piccolo sorriso di incoraggiamento e sapevo che ormai non c'era più un punto di non ritorno.
I giochi erano stati fatti.
"Va bene Zulema, d'accordo." incominciai guardandola con una luce diversa negli occhi e mi accorsi che non mi ero mai sentita così vulnerabile e indifesa nei suoi confronti, mai.
"È iniziato tutto dal carcere, sai quanto sono stata male restando dentro a quelle mura, ho incontrato Kabi-" dissi con la voce che mi tremava ma Zulema improvvisamente mi interruppe brusca.
"Vai dritta al punto, non mi interessano i tuoi incontri clandestini con le tue ex." disse facendo uscire il fumo dalle labbra e serrai la mascella appoggiando poi i gomiti sul tavolo.
Vai dritta al punto.
Quanto volevo non farlo, ma purtroppo dovevo perché non meritava di essere presa in giro ancora dalla sottoscritta.
"Già avevo visto il suo volto nelle fotografie in casa tua ma fidati, dal vivo è ancora più bella e ha i tuoi occhi, i tuoi stessi lineamenti arabi." mormorai con alcune lacrime che mi rigavano il viso e in un primo momento Zulema non capí a chi mi stessi riferendo.
Ma decisi di continuare il mio discorso togliendomi un peso dal cuore enorme, sentendomi in gran parte libera.
"È cresciuta veramente tanto, ora ha quasi 20 anni e appena l'ho vista non sapevo nemmeno io cosa fare. Fatima è stata con me per tutti quei mesi Zulema, ecco il segreto di cui Hanbal parla ma che non ho mai avuto il coraggio di dirti per davvero." sbottai dopo alcuni minuti tutto d'un fiato e gli occhi del mio scorpione si riempirono di lacrime.
Boom, bomba sganciata.
Silenzio totale.
Paura.
Adrenalina.
Terrore.
Rabbia.
Dolore.
"Cosa? Bionda sei sicura?" disse Saray appoggiando la mano sulla spalla della sua migliore amica ma quest'ultima incominciò a respirare a fatica.
Ma dopo alcuni secondi mi ritrovai incollata contro la parete con le sue mani strette nel colletto della mia felpa, i suoi occhi ardevano come il fuoco e non riuscii a guardarla in viso perché avevo paura.
"Ti rendi conto di cosa mi hai nascosto per tutti questi mesi? Io lo sapevo che c'era qualcosa che non andava in te e si notava tantissimo. Bionda, spero per te che sia una stronzata enorme la tua perché sto per mandarti all'altro mondo ora!" urlò con la voce spezzata dal pianto e sussultai come una foglia nel mentre che Tokyo la staccava da me con scarsi risultati.
"Me lo ha detto lei, mi ha raccontato di tuo marito e della sua vita e poi sì, ho notato la voglia che ha sul polso ed è uguale a quella che ci sono nelle foto." dissi scoppiando a piangere e Zulema scosse la testa puntandomi un dito contro senza aprire bocca.
"No, no." sussurrò facendosi scappare vari singhiozzi e si accasciò a terra mettendosi la mano davanti alla bocca.
Tutti erano letteralmente scioccati dalla mia confessione e nessuno aveva mai visto Zulema così distrutta a causa mia.
"Io volevo tanto dirtelo, però non mi sembrava il caso date le circostanze." dissi tentando di avvicinarmi ma Zulema si alzò di scatto facendomi indietreggiare.
"Avresti dovuto farlo da tempo bionda, la sto cercando da tutta la vita, mi è stata strappata via e se tu mi avessi avvisata probabilmente ora sarebbe qui con me! Riesci a capirlo?" urlò furiosa e stavamo piangendo entrambe, feci per parlare ma uno schiaffo mi arrivò dritto in faccia sfregiandomi sullo zigomo.
Spalancai la bocca incredula per il gesto e a causarlo era stato l'anello d'oro che Zulema portava nell'anulare.
Mi avrebbe lasciato sicuramente il segno e un dolore lancinante mi colpii in pieno in quello stesso punto.
"Come potevo dirti di lei se in quel momento neanche ci parlavamo? Ti ricordo che ti odiavo a morte in quel preciso istante quindi non darmi la colpa cazzo." dissi abbassando la voce e ancora una volta mi spinse contro al muro dandomi un secondo schiaffo.
Gemetti dal dolore e percepivo un po' di sangue colare lungo la mia guancia, gli altri fecero per intervenire ma Zulema afferrò la pistola puntandola contro di loro.
"Non avvicinatevi cazzo, sono seria!" urlò sparando contro al soffitto ed ebbi come un deja-vu solamente che ora i ruoli erano invertiti e quella che voleva uccidermi era lei e non più io.
"Avresti potuto dirlo a Denver, l'ho fatto entrare apposta lì dentro per te cazzo, per non farti stare da sola ma ovviamente sei la solita testa di cazzo che pensa unicamente a se stessa. Ed io invece sono un'ingenua perché sono innamorata di te e ti amo!" urlò continuando a piangere e lasciò cadere in terra l'arma per poi camminare nervosamente cercando di calmarsi ma era tutto inutile.
Appoggiai una mano sul cuore incapace di muovermi e mi sentivo svenire a causa di tutto il putiferio che era successo.
"Zulema, non potevo dirti nulla perché ero monitorata costantemente da Sandoval, sarebbe stato tutto inutile." dissi tentando di avvicinarmi e alzò lo sguardo penetrandomi l'anima in due con il suo sguardo di fuoco e autoritario.
"Chiudi quella cazzo di bocca, ormai è tutto inutile perché non puoi fare più niente! Vattene da qui e non farti più vedere da me perché sto per prendere quella cazzo di pistola e ucciderti." sussurrò chiudendo gli occhi e tremai per il suo tono di voce apatico.
Sergio era pallido in viso e tutti temevano per come poteva reagire il mio scorpione dopo questa confessione inaspettata.
Ad una certa Zulema scoppiò a ridere tra le lacrime e la guardai con occhi sgranati confusa dal suo comportamento.
"Cazzo, visto Saray? Mi innamoro un'altra volta e mi rompono sempre il cuore in mille pezzi, assurdo. Non imparerò mai a tenere ben saldo il mio orgoglio senza abbassare la guardia?" disse con le lacrime che le rigavano il viso e il suo tatuaggio sotto all'occhio si vedeva a stento per quanto il suo viso era innondato di lacrime, e la colpa era solo ed esclusivamente mia.
La gitana serrò la mascella accarezzandole con cautela il braccio e avevo la nausea per il silenzio assordante che ora si era immerso nella sala.
Non sapevo cosa fare e con cautela avanzai verso la mia regina araba, volevo parlare e dirle tutto quanto ma non aveva neanche il coraggio di guardarmi in faccia.
"Zulema, posso spiegarti." sussurrai arrivando ad un centimetro dal suo corpo e subito la sua mano si serrò attorno alla mia gola con forza, stringendo forte.
"Tu con me hai chiuso dopo una cosa del genere, sono stanca di rincorrerti e di soffrire per te cazzo. Qui c'è di mezzo mia figlia e dovevi parlarmene fin da subito perché io con te l'avrei fatto anche se fossimo state in una situazione simile." disse guardandomi dritta negli occhi e respirai a fatica non sentendo l'aria nei polmoni, ormai aveva perso il controllo e se avesse continuato probabilmente mi avrebbe uccisa con le sue stesse mani.
"Tutte quelle paroline che mi dicevi nel mentre che ti stavo scopando nel mio letto non hanno significato nulla vero? Era solo un modo per farmi cedere alla grande? Sei una grandissima figlia di puttana Macarena Ferreiro e odio essermi innamorata di te perché non ho il coraggio di ucciderti e mai lo avrò in tutta la mia vita." aggiunse facendomi chiudere gli occhi e strinsi il suo polso cercando di staccarla ma era troppo forte.
"Zulema così la uccidi cazzo!" esclamò Saray mettendosi in mezzo ma lo sguardo ferito e distrutto del mio scorpione non lasciava il mio.
Un'altra lacrima le rigò il viso e mi lasciò andare facendomi scivolare lungo la parete fredda del muro, appoggiai le mani nella mia gola rovente e le vene mi pulsavano fortissimo talmente aveva stretto la presa fino a farmi soffocare.
Tossii per un paio di minuti e Zulema dal nervoso diede un pugno al tavolo creando un frastuono assordante.
"Stai bene?" disse Tokyo risollevandomi da terra e annuii bevendo dell'acqua sentendo la gola bruciarmi.
"Togliti dalla mia vista, abbiamo chiuso definitivamente." disse Zulema asciugandosi tutto il trucco sbavato e afferrò un'altra sigaretta accendendola sotto al mio sguardo ferito.
"Non puoi chiudere definitivamente un rapporto se prima non mi lasci spiegare cosa è successo realmente." dissi provando ad avvicinarmi ma Zulema scosse la testa facendo una risata amara.
"Hai perso completamente la mia fiducia, vai a farti fottere e spera che non ti veda mai più.
Lo sai che ho sempre messo mia figlia al primo posto ma per te ho fatto queste eccezioni del cazzo che potevo risparmiarmi eccome." disse trattenendo le lacrime e già vedevo dai suoi occhi che si era pentita terribilmente di mostrarsi così davanti a tutti.
Feci per risponderle ma Saray si mise in mezzo afferrando Zulema per le spalle in modo tale che non mi ammazzasse.
"Bionda, vai." disse la gitana accennandomi un sorriso triste e la mia regina araba camminò verso al suo ufficio.
Scansai Saray e le corsi dietro afferrandola per la vita con forza in lacrime, sperando che potesse ascoltarmi ma tanto era tutto inutile con lei.
"Lasciami, cazzo." disse furiosa spingendomi fino a farmi barcollare ma non mollai e mi riavvicinai in lacrime.
"Zulema, non lasciarmi." dissi singhiozzando e scosse la testa con una rabbia disumana, l'afferrai per un polso ma mi chiuse letteralmente la porta in faccia cancellandomi definitivamente dalla sua vita.
Scoppiai a piangere ancora più forte e urlai dando calci e pugni contro quel legno freddo, non avevo nemmeno le forze di sfondare la porta perché tanto non si sarebbe mai più aperta.
Mai.

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revival
Action➸ Sequel, Escape. (gxg) "Impara a giocare la carta dell'indifferenza. È la più scaltra delle vendette. Perché vi sono molti di cui non avremmo saputo nulla se qualche loro nemico noto non ne avesse parlato. Non vi è vendetta come l'oblio, che se...