Smisi di dimenarmi senza fiato e avevo gli occhi sgranati, il mio scorpione afferrò il mio viso saldamente e mi calmai.
"Macarena, siediti." sussurrò appoggiando la fronte contro la mia ed entrambe chiudemmo gli occhi placando la nostra rabbia tantissimo.
Annuii staccandomi piano e mi sedetti nel divano togliendomi il capotto per restare più comoda.
Zulema gironzolò per la stanza e la guardai attentamente non appena afferrò alcune cartelle da una cassaforte.
"Ascoltami attentamente, non arrabbiarti e lasciami spiegare perché so benissimo che queste spiegazioni te le meriti più di ogni altra cosa al mondo, quindi fammi parlare bionda." incominciò sedendosi al mio fianco e annuii, si avvicinò lentamente e posai lo sguardo sulle sue labbra perfette.
Mi baciò piano e intrecciai la lingua con la sua gemendo leggermente, stava cercando di farmi rilassare ma non ci sarebbe mai riuscita perché avevo sognato questo momento da anni.
Si staccò dopo alcuni minuti e aspettai che parlasse, giocherellò con gli anelli che portava nella dita e sollevò la testa chiudendo gli occhi e sospirando.
Fissai il suo collo perfetto e mi trattenni nel morderglielo tutto quanto.
"In passato ti ho sempre detto che la paura è una cosa insignificante, però mi sono resa conto che una delle mie paure è proprio quella di perderti. Incominciamo dal principio." disse aprendo un fascicolo e mi accesi una sigaretta perché percepivo una paura disumana addosso che presto avrebbe cambiato ogni cosa.
"Prima di diventare capo di alcune società lavoravo qui, ti sembra famigliare questo posto per caso?" disse porgendomi varie foto e le afferrai scrutandola attentamente e mi si illuminarono gli occhi subito.
"La mia prima accademia, in Russia." dissi leggermente sconvolta e il mio scorpione annuí mostrandomi altre foto mie da piccola.
Come diavolo faceva ad averle?
"Abbiamo 10 anni di differenza quindi ho avuto l'onore di vedere ogni tuo piccolo cambiamento e crescita. Ho saputo di te perché i tuoi punteggi negli allenamenti e colpi sono sempre stati altissimi e in un certo senso mi hai incuriosito ma non potevo parlarti in quel momento per tanti motivi che purtroppo non ero io a decidere." disse mordendosi il labbro e sgranai gli occhi facendo mente locale, mi mostrò altre foto sue da giovane e mi ricordai vagamente, c'erano troppe persone.
"Perché non ti sei mai avvicinata?" sussurrai con le lacrime agli occhi e al solo pensiero di quello che avevo passato dentro quelle mura mi faceva tremare.
"Stavo per farlo ma sono dovuta partire perché mi avevano trasferita negli Emirati Arabi, nel mio paese di origine dalla mia famiglia. Mi hanno fatto passare le pene dell'inferno e all'età di 18 anni sposai per la prima volta Hanbal." disse piano e una lacrima le rigò il viso velocemente.
"Mi hanno privato di ogni cosa, togliendomi ogni briciola di amore. Poi quando è stata portata via mia figlia ho avuto la brillante idea di scappare grazie ad un colpo organizzato mesi prima con cura. Ed è allora che Hanbal ha trovato ogni pretesto per farmela pagare perché mi voleva solamente per lui e ha usato Fatima per farmi soffrire tantissimo." disse sospirando e mi accesi subito un'altra sigaretta, ero a dir poco sconvolta e volevo spaccare tutto quanto.
"Aspetta, perché non hai voluto dirmi nulla quando eri in accademia con me? So che c'è dell'altro dietro." dissi facendo uscire il fumo dalle mie labbra e Zulema si mise di lato appoggiando il fascicolo vuoto perché ormai le foto erano finite, mi aveva sbloccato dei ricordi incredibili ma ero ancora più confusa.
"I tuoi genitori Maca, a quel tempo avevano degli affari molto importanti con la mia di società e non potevamo avere nessun tipo di contatto. Hanno fatto una cazzata grandissima." disse prendendo alcuni fogli ed era un vecchio piano di attacco, lessi bene i nomi e sgranai gli occhi togliendomi la felpa velocemente.
4 Maggio 1989, Setenil de las Bodegas.
"Non è possibile." dissi alzandomi di scatto guardando il mio braccio e lessi i nomi dei sicari uccisi quel giorno.
Ma non erano semplici sicari.
Erano i suoi soci.
Spalancai la bocca incredula e Zulema sospirò guardando la mia reazione.
"Queste erano le tue prime vittime, me lo ricordo come se fosse ieri. Hai ucciso uno dei più importanti sicari, alleato con la nostra società ma ovviamente non ne eri consapevole. Perché in accademia non importa a nessuno chi sei, ma come fai a sopravvivere davanti alle difficoltà." disse guardandomi dritta negli occhi e lessi tutti gli altri nomi confrontandoli con i vari piani d'attacco.
"Cosa c'entrano i miei genitori con questo? Non riesco a capire." dissi confusa e mi risedetti toccandomi i capelli e incrociando le mia gambe.
"Hanno usato te per fare il lavoro sporco, ovviamente non ti hanno mai voluto dire nulla perché non avresti mai accettato. Hanno visto che non hai mai avuto paura di niente e ti hanno mandato in missione quel giorno, questa è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso e oltretutto hanno prelevato una grossa quantità di denaro dalle nostre riserve, sennò avrebbero fallito." disse alzandosi anche lei e le cose finalmente si stavano collegando.
Non avevo mai avuto un rapporto strettissimo con i miei genitori, fin da bambina mi avevano mandato fuori casa per raggiungere i loro sporchi obbiettivi.
"Ecco perché avevi detto quelle cose a Román quando c'ero anche io. Hanno messo in mezzo anche a lui." dissi serrando la mascella incredula e chiusi gli occhi cercando di calmarmi.
"Sì e ti dirò di più, quel grandissimo pezzo di merda era in contatto con Hanbal e aveva il compito di uccidermi ma fortunatamente sono riuscita a schivare il proiettile che mi stava per trapassare il cervello in due. Ecco perché ha molti debiti, perché la quantità di denaro che devono rendere non possono restituirla mai più." disse con un tono di voce apatico e sgranai gli occhi boccheggiando leggermente ricordando per filo e per segno quel giorno.
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revival
Action➸ Sequel, Escape. (gxg) "Impara a giocare la carta dell'indifferenza. È la più scaltra delle vendette. Perché vi sono molti di cui non avremmo saputo nulla se qualche loro nemico noto non ne avesse parlato. Non vi è vendetta come l'oblio, che se...