2 Febbraio, 2021.
Colpii l'ennesima bottiglia posizionata nel muretto e continuai per una buona mezz'ora sfogando tutta la mia rabbia.
Berlino mi diede un'altra pistola un pochino più pesante delle altre e feci vedere agli altri come prendere la mira in un modo assolutamente impeccabile e preciso.
"Stai bene?" disse il mio amico una volta che ricaricai l'arma e annuii serrando la mascella, ma ovviamente era tutto falso.
Stavo male, da morire.
"Non puoi continuare ad andare avanti così, dobbiamo affrontare questo colpo insieme e sono settimane che non vi parlate e vi guardate a stento." disse sbuffando incredulo e scosse la testa non appena gli lanciai un'occhiataccia.
"Deve darmi tempo, non posso dire di amare una persona come se niente fosse okay? Non è semplice cazzo." dissi incredula e sussultai notando proprio Zulema guardarmi da lontano con una sigaretta tra le labbra, aveva appena finito di allenarsi e mi lanciò un'occhiataccia mostrando la sua rabbia.
La fissai fino a quando non andò nelle docce e ripresi a sparare con foga, ma la risata di Berlino mi fece smettere.
"Che cazzo hai da ridere?" dissi alzando le braccia incredula, ultimamente mi innervosivo per tutto.
"Siete incredibili, non l'ho mai vista così in tutta la mia vita e tu Macarena non puoi lasciartela scappare ma l'hai vista? La vogliono tutti ma lei ha solo occhi per te." disse ritornando serio e mi vennero le lacrime agli occhi perché aveva maledettamente ragione.
"Anche io la voglio, però quando mi sento così maledettamente pressata tendo a scappare da tutti quanti. Il mio, è un meccanismo di difesa." dissi afferrando la mia bottiglia d'acqua e ne bevvi un sorso infilandomi una felpa a causa del freddo.
"Cosa ti blocca? Dimmelo, mi dispiace vederti stare male perché l'unica cosa ti serve è la sua presenza e lo sai bene." disse affiancandomi nel mentre che percorrevo il corridoio e sospirai.
"Ho paura di non darle quello che desidera, non vedi com'è? Ha bisogno di una persona forte al suo fianco, che le dia sicurezza e tanta tanta forza. Non sono in grado di farlo e per questo non ammetto cosa provo." dissi sedendomi nel divano e incrociai le mie gambe lunghe.
"Non devi avere paura con Zulema, ha una forza straordinaria e sai quante volte abbiamo litigato? Perché le ho sempre detto di dirti la verità ma aveva paura lei stessa di perderti perché beh, ha sempre avuto un debole per te dai tempi dell'accademia ti ama per davvero." disse sincero e annuii asciugandomi velocemente una lacrima.
Non sapevo cosa fare, avevo paura di deludere le sue aspettative ma allo stesso tempo volevo amarla con tutta me stessa.
Mi serviva una svolta che mi permettesse di lanciarmi a capofitto dentro al suo mondo per intero, senza nessuna paura.
Il mio amico si sedette al mio fianco e appoggiai la testa sulla sua spalla, mi addormentai esausta a causa delle mie ore di sonno arretrate e crollai in un sonno profondo.Percepii delle carezze sulla mia spalla e lentamente aprii gli occhi trovandomi il viso meraviglioso della mia migliore amica sorridermi amorevolmente.
Sbuffai divertita e mi accoccolai di più a lei nel mentre che Denver mi metteva il piumone addosso per non subire freddo.
"Non ho due anni cazzo, devo chiamarvi mamma e papà per caso?" dissi stiracchiandosi e mi legai i capelli ancora umidi dalla doccia.
"Hai dormito per ben tre ore bionda, hai fame? Abbiamo finito di pranzare circa un'oretta fa." disse Tokyo amorevolmente e si mise di lato per guardarmi ancora più attentamente.
Scossi la testa e mi accoccolai appoggiando la testa sul cuscino, volevo vedere Zulema e mi mancava da morire la sua presenza che mi faceva sentire al sicuro dal mondo intero.
"Maca." mi richiamò Denver non appena mi scappò un singhiozzo e guardò preoccupato la mia migliore amica.
Sapevano che non stavamo passando un bel momento entrambe e decisero di rimanere in silenzio perché tanto sarebbe stato tutto inutile.
"Ho bisogno di lei." sussurrai affondando il viso sul cuscino e tremai come una foglia a causa del freddo.
"Se vuoi, la chiamo e la faccio venire." mi propose Tokyo e non dissi nulla, non riuscivo nemmeno a parlare a causa dei singhiozzi continui che uscivano dalla mia bocca.
Non importa quanto tempo sia passato, quanto tu sia cresciuta.
Quanto il mondo sia cambiato intorno a te.
Non importa.
Ci sono persone, che quando le rivedi, tutto riprende dal momento esatto in cui vi eravate interrotti.
Dopo alcuni minuti mi ripresi e mi asciugai le lacrime togliendomi ogni residuo di trucco con delle salviette.
"Stai tremando come una foglia, hey." disse ad un certo punto Raquel raggiungendomi e mi portai la coperta fin sotto al mento, chiudendo gli occhi completamente esausta da ciò che stavo provando da settimane.
Ci sono persone che tirano fuori il peggio di te, altri tirano fuori il meglio, e poi ci sono quelli rari, dai quali diventi dipendente, che tirano fuori solo il più.
Di tutto.
Ti fanno sentire così vivo che li seguiresti dritto all' inferno, solo per drogarti ancora una volta di loro.
I miei sintomi si manifestano con un'attrazione verso tutto ciò che è rotto, imperfetto, difettoso, screpolato.
Mi interessano le forme imprecise, gli sbagli nei lavori creativi, i vicoli ciechi.
"Hai la febbre, sicuro." disse Tokyo mettendomi una mano sulla fronte e sussultai sbattendo i denti a causa dei brividi che avevo in corpo.
Ma non avevo la febbre.
"Amelia, voglio Amelia Shepherd." sussurrai appoggiando nuovamente la testa sul cuscino e la testa mi faceva male da morire così come il mio corpo.
Denver afferrò subito il mio telefono in panico e chiamò la mia amica, nel mentre che parlava animatamente sentii un rumore di tacchi riecheggiare in tutta la sala e Zulema fece il suo ingresso.
Non la guardai nemmeno in viso e bevvi una tachipirina cercando di rilassarmi, non volevo che sapesse che stavo male da morire a causa sua.
"Qualche problema qui?" disse avvicinandosi e più passava il tempo, più diventava ancora più bella.
"No, stai tranquilla." disse Tokyo reggendomi il gioco ma non appena feci per alzarmi per poco non caddi a terra.
Il mio scorpione mi afferrò appena in tempo per la vita e il suo profumo mi fece letteralmente piangere.
"Non vi credo manco per il cazzo." sbottò innervosendosi guardandomi e per tranquillizzarla mi voltai e la guardai dritta negli occhi, ero esausta e notai che anche lei non stava bene.
Aveva il volto scavato e le occhiaie, ma restava comunque bellissima.
"Lasciami, per favore." sussurrai con le lacrime che mi rigavano il viso e senza replicare Zulema mi fece risedere nel divano e se ne andò non riuscendo a sopportare il mio troppo contatto.
Sbuffai alzando gli occhi al cielo e chiusi gli occhi perché la testa mi faceva male da morire e non mi sentivo le gambe.
"Sì, ho ricevuto una chiamata prima." disse una voce all'ingresso e la porta si chiuse, Amelia entrò in tutto il suo splendore e i miei occhi verdi cercarono subito i suoi azzurri color oceano.
"Stavo passando di qui, che è successo? Maca oddio non hai una bellissima cera." disse la mia amica avvicinandosi e subito l'abbracciai affondando il viso sui suoi capelli.
"Mi fa male la testa, non ce la faccio più Amelia mi sento tanto debole." sussurrai scoppiando a piangere e la donna tra le mie braccia mi accarezzò piano la schiena facendomi rilassare un pochino grazie al suo tocco delicato.
"Facciamo un paio di manovre ok? Stringi le mie mani piu forte che puoi." disse mettendosi davanti a me ma non appena le strinsi le braccia mi cedettero.
Amelia sgranò gli occhi e tentò di farne altre ma ero completamente debole.
"Alzati." disse seria e inarcai un sopracciglio confusa per la sua affermazione, non stavo capendo.
Mi afferrò per la vita e nel frattempo fece un paio di telefonate, Tokyo mi strinse la mano e percepii il panico invadermi.
"Che succede?" sussurrai debolmente e chiusi gli occhi vedendo per una frazione di secondi il buio totale.
Amelia serrò la mascella e afferrò le chiavi della macchina, guardandomi abbastanza preoccupata."Le tue attività cerebrali non stanno funzionando bene, dobbiamo andare all'ospedale immediatamente."

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revival
Action➸ Sequel, Escape. (gxg) "Impara a giocare la carta dell'indifferenza. È la più scaltra delle vendette. Perché vi sono molti di cui non avremmo saputo nulla se qualche loro nemico noto non ne avesse parlato. Non vi è vendetta come l'oblio, che se...