8.

804 76 66
                                    

take the road less traveled by,
tell yourself you can always stop.

La sirena suonò facendomi sussultare e imprecai aprendo leggermente gli occhi, non volevo alzarmi e desideravo terribilmente poter dormire ancora.
"Sei seria?" disse Tere davanti al mio letto e inarcai un sopracciglio confusa.
"Che?" sbottai strofinandomi gli occhi e mi misi subito seduta.
La mia compagna mi guardava sconvolta e non smetteva di fissare insistentemente il mio viso stanco e distrutto.
"Hai seriamente dormito tranquillamente la prima notte qui?" disse incredula e notai tutte le altre alzarsi a dir poco assonate.
", perché?" sbottai innervosendomi, odiavo da morire quando mi bombardavano di domande la mattina.
"Nessuno riesce a farlo." disse inseguendomi nel mentre che mi recavo nei bagni e mi sciacquai il viso risvegliandomi del tutto.
"Mi piace essere originale." dissi lavandomi i denti energicamente e alle mie spalle notai Lauren parlare con un'altra ragazza nel mentre che mi indicava ripetutamente.
Alzai gli occhi al cielo infastidita e mi dileguai subito con Tere al mio fianco.
"In un certo senso mi affascini." disse dopo un po' nel mentre che afferravo il vassoio e sorrisi divertita.
"Mi dispiace ma non sei il mio tipo." dissi scherzando e la ragazza al mio fianco scoppiò a ridere attirando l'attenzione di tantissime detenute.
"Ho un ragazzo e tranquilla, ho notato che qui sono tutti molto incuriositi da te. Per essere così devi per forza aver passato determinate cose e muoio dalla curiosità di saperle tutte." disse accennandomi un sorriso ma scossi la testa ringraziando freddamente non appena una detenuta mi porse la colazione.
"Tutto ha sempre una conseguenza." dissi seria e serrai la mascella non appena vidi Denver appoggiato nello stupite della porta che mi osservava serio.
Feci finta di nulla e mi sedetti incominciando a mangiare come se niente fosse, la conversazione di ieri mi tornò in mente e quasi ruppi il bicchiere.
"Parole sante le tue, novellina." disse Annabelle raggiungendoci insieme ad un'altra ragazza che mi porse la mano.
"Nerea, piacere." disse presentandosi con occhi sognanti ma non ricambiai facendole semplicemente un cenno.
"Macarena." mormorai facendo una faccia strana non appena assaggiai il budino e chiusi gli occhi percependo un conato di vomito.
"Perché hai un viso conosciuto?" mi domandò la ragazza sedendosi davanti a me e feci spallucce.
"Non saprei, ma in ogni caso so per certo che una come me non passa inosservata o sbaglio?" dissi provocandola facendole l'occhiolino e risi non appena notai le sue guance andare a fuoco per la mia affermazione.
"Sei stata qui tantissimi anni fa vero? Ero nella cella affianco alla tua." disse sorridendomi e annuii ricordandomi vagamente chi fosse.
"Ah, quindi non sei una novellina." disse Sole divertita e scossi la testa continuando a mangiare.
Se solo sapessero cosa avevo fatto nell'arco dei miei 35 anni di vita.

Dopo essermi allenata in palestra mi recai nei bagni e lentamente mi spogliai rimanendo in intimo, conoscevo gli orari di quando non c'era nessuno e non avevo voglia di incontrare nessuno.
Sfiorai con cautela la cicatrice che avevo sul fianco e la percorsi con l'indice come se la stessi incidendo un'altra volta.
Mi spogliai e l'acqua calda mi fece subito rilassare, insieme ai miei muscoli doloranti.
Afferrai la spugna e mi insaponai con cura nel mentre che chiudevo gli occhi e svuotavo la mente da qualsiasi cosa negativa che faceva parte di essa.
Era incredibile la forza di autocontrollo che avevo riassunto e un sorriso sincero si fece spazio tra le mie labbra dopo tantissimo tempo.
Una volta finito avvolsi il mio corpo esile nell'asciugamano e incominciai a tamponarmi i capelli per poi raccoglierli in uno chignon alto.
"Non ci posso credere." disse una voce alle mie spalle e solo dopo vari minuti mi accorsi che la ragazza in questione stava parlando con me.
Perché avevo come la netta sensazione che quella voce la conoscevo di già?
Non poteva essere lei, no.
Mi voltai di scatto e per poco non svenni alla vista della ragazza davanti a me che era completamente sconvolta.
Riassunsi tutto il mio atteggiamento e la voglia di ucciderla era molto alta non appena vari ricordi si depositarono nella mia mente facendomi tremare come una voglia.
"Che cazzo vuoi, Kabila?" sussurrai con un tono omicida e istintivamente strinsi con forza l'asciugamano attorno al mio corpo nudo.
Quest'ultima si avvicinò arrivando ad un centimetro dal mio viso e i miei occhi verdi erano incollati ai suoi.
"È un sogno forse? Come sei bella." disse cercando di accarezzarmi il viso ma spinsi la sua mano lontano dal mio corpo.
Era rimasta la stessa e al solo pensiero di tutto quello che mi aveva fatto passare mi faceva uscire fuori di testa.
Ma non aveva più il controllo di niente, non più ormai.
"Levati." dissi afferrando la mia roba ma strinse saldamente il mio polso facendomi arrabbiare come non mai.
"È da tantissimo tempo che non ci vediamo, come stai?" disse dolcemente e la guardai basita inarcando un sopracciglio, come faceva a comportarmi in un modo così tranquillo e pacato?
"Ma sei seria? Non dovresti nemmeno parlarmi dopo tutto quello che mi hai fatto, assurdo cazzo." dissi incredula e l'allontanai spintonandola con forza.
"Rancorosa?" disse ridendo leggermente davanti al mio atteggiamento menefreghista e freddo.
"Vendicativa." dissi rinchiudendomi in bagno e velocemente mi vestii infilandomi la tuta e la felpa oversize.
"Non fare così, dai." disse afferrandomi per un braccio una volta uscita e alzai gli occhi al cielo non appena fece per sfiorare le mie labbra ma misi il viso di lato disgustata come non mai.
"Che ci fai qui?" le domandai incrociando le braccia al petto e il suo sguardo vagava in tutto il mio corpo.
"Ho avuto dei problemi nell'ultimo colpo che ho fatto, sai com'è." disse facendo spallucce e serrai la mascella, non era cambiata di una virgola.
"Sei sempre la solita bambina." risposi ridendo leggermente e Kabila mi guardò male perché sapevo che mi stavo riferendo a tutte quelle volte in cui mi aveva trattata male.
"Non puoi dire che questa bambina non ti abbia fatto godere, però." disse provocandomi e sostenni il suo sguardo eccome, non mi interessava più averla al mio fianco dato che già da diversi anni era stata cancellata dalla mia vita.
"Potrei dire la stessa cosa di te ma sei talmente incosciente che hai deciso di tradirmi svariate volte." dissi spiazzandola con le mie parole taglienti.
"Come sei pesante." disse sbuffando e decisi di andarmene perché non volevo stare un minuto in più con lei.
"E tu invece, che ci fai qui?" disse appoggiandosi nello stipite della porta nella mia cella e afferrai una sigaretta.
Ancora non ci credevo che tra tutte le persone dovevo incontrare proprio lei.
"Non sono cazzi tuoi, le mie società non ti dovrebbero minimamente interessare, perché non pensi alle tue?" sbottai facendo uscire il fumo dalle mie labbra nervosamente.
"Perché ti voglio, non ho smesso per un attimo di pensare a te e mi dispiace se le cose tra di noi sono andate a finire in un modo così disastroso." disse cercando di afferrarmi la sigaretta dalla mano ma mi spostai per l'ennesima volta facendola innervosire.
"Kabila, tra di noi è finita tantissimo tempo fa e onestamente sono andata avanti, non ho bisogno di te." dissi furiosa continuando a fumare e la ragazza davanti a me alzò le braccia incredula dalla mia affermazione.
"Di chi hai bisogno?" mi domandò avvicinandosi e subito alzai una mano allontanandola bruscamente.
"Me, nient'altro che me." mormorai sputandole il fumo in faccia e la feci arrabbiare come non mai.
Sorrisi compiaciuta per la sua reazione e notai Denver sgranare gli occhi non appena vide con chi stessi parlando, Kabila non lo conosceva ma Denver sapeva tutto quello che era successo.
"Non puoi stare da sola, qui." disse scuotendo la testa e risi divertita come non mai, che frase del cazzo dopotutto.
"Dove c'è scritto? Mostramelo." dissi sedendomi nel letto sfottendola e notai la sua rabbia disperdersi nell'aria.
"Che cazzo ti hanno fatto? Perché sei così maledettamente fredda e apatica? Non sei più tu, Macarena." disse alzando il tono della voce e chiusi gli occhi non avendo più voglia di ascoltarla.
"Non voglio vederti, vattene." sussurrai con un macigno nel petto e la ragazza in questione sbuffò andandosene via con passo veloce e dando un colpo alla porta dal nervoso.
Ero da sola, di nuovo.

revival Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora