31.

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Spalancai le varie porte entrando in casa e Sergio mi salutò capendo subito che ormai mi stavo dirigendo da Zulema.
Avevo appena concluso un colpo abbastanza importante e tolsi la cintura con la pistola dalla mia vita stretta.
Bussai arrabbiata come non mai e non appena mi diede il consenso entrai chiudendo la porta con un tonfo assordante.
Stava parlando tranquillamente al telefono ridendo e mi fece cenno di aspettare nel mentre che digitava alcune cose al computer.
Era più bella del solito e il suo trucco agli occhi era ancora più evidente rendendoli magnetici.
"Passo a prenderti dopo alle 10?" disse mordendosi il labbro inferiore e inarcai un sopracciglio confusa.
Con chi diavolo stava parlando?
"Non vedo l'ora, ciao Raven." disse guardandomi dritta negli occhi e sussultai percependo una morsa allo stomaco a dir poco enorme.
Chiuse la chiamata e serrai la mascella avanzando per arrivare vicino a lei.
"Ti ascolto." mormorò appoggiandosi nella sua poltrona e i suoi occhi grandi e neri mi guardavano con un'intensità mai vista prima.
Provai a parlare ma le parole mi si bloccarono in gola, la gelosia che stavo provando per quella era elevatissima.
"Stai con Raven?" dissi dimenticandomi quello che dovevo dirle e un sorriso compiaciuto si formò subito sulle sue labbra.
"Può darsi, qualche problema?" disse ridendo leggermente e quasi mi venne da piangere per quanto fosse bella.
"Può darsi." dissi imitandola e mi lanciò un'occhiataccia serrando la mascella.
Il suo tatuaggio si risaltava ancora di più e volevo baciarglielo cercando di prelevare un po' del suo dolore.
"Bionda se ti giri quella è la porta per andartene a fanculo, perché per una volta non fai una cosa giusta e la usi?" disse facendomi un cenno e spalancai la bocca incredula, spiazzata dalle sue parole taglienti e piene di odio.
"Io ho sempre fatto cose giuste." dissi sorridendole in modo strafottente e alzò gli occhi al cielo infastidita.
"Cazzate." borbottò mettendosi comoda e senza farmelo ripetere due volte avanzai verso di lei cogliendola subito di sorpresa.
Mi misi a cavalcioni sopra alle sue gambe perfette ed era letteralmente sconvolta nell'avermi così vicina.
"Ne sei sicura?" dissi baciandole il collo possessivamente e mise la testa all'indietro mettendo le mani sui miei glutei e stringendoli forte.
"Levati." disse furiosa cercando di togliermi da sopra di lei ma le strinsi la gola inchiodandola con forza.
La baciai con rabbia tenendola ferma e la sua lingua si intrecciò subito con la mia facendomi letteralmente sussultare.
Era da più di un mese che non assaggiavo le sue labbra e le divorai la bocca come se fosse vitale farlo.
Si staccò dalla mia presa e strinse la mia vita nel mentre che mossi involontariamente il bacino sopra di lei strappandole dei piccoli gemiti.
"Brutto da parte tua lasciarmi insoddisfatta e andartene, Zulema." dissi sensualmente e volevo terribilmente vendicarmi per come mi aveva trattata.
Mi rendeva debole.
Non riuscivo a starle lontana e piano piano stavo cedendo nuovamente tra le sue braccia perché entrambe sapevamo che non potevamo staccarci.
"Io ti ho proposto tante cose bionda ma tu, non hai accettato." disse mordendomi il labbro e gemetti sentendo la sua lingua depositarsi nel mio collo e mi marchiò con rabbia.
"Stai veramente con lei?" dissi riferendomi a Raven e la sentii sbuffare infastidita nel mentre che mi zittiva baciandomi con più passione e amore.
Potevo percepirlo.
Mi staccai dopo alcuni minuti cercando di riprendere fiato e Zulema si porse per afferrare il mio labbro inferiore tra i denti e tirarlo facendomi imprecare dal dolore.
"Che hai?" disse seria e mi abbassò con cautela la giacca lasciandomi una scia di baci nella mia spalla nuda.
"Non so cosa fare con te." ammisi sorridendo tristemente e subito mi lasciò un piccolo bacio sulle labbra.
"Non per forza devi fare qualcosa." mugugnò afferrandomi per la vita e si nascose nell'incavo del mio collo inspirando il mio profumo e rilassandosi.
Non appena feci per stringerla a me bussarono alla porta e Alvaro entrò con alcuni documenti in mano.
"Cazzo, scusa capo." disse imbarazzato ma sorrise incantato squadrando il mio corpo mezzo nudo e le mani di Zulema stringermi in modo possessivo la vita.
"Nessun problema, grazie mille." disse seria e mi misi le mani in viso arrossendo.
Se ne andò chiudendoci la porta a chiave apposta e Zulema soffocò una risata togliendo le mani dal mio viso e cercare ancora una volta le mie labbra.
Ricambiai toccando ogni centimetro del suo corpo e mi staccai dopo alcuni minuti guardandomi attorno nel mentre che mi baciava il collo piano.
Aveva tolto tutte le foto e feci fatica a mantenere la concentrazione nel mentre che provavo a capire se c'era un dettaglio che potesse riportarmi a Fatima.
"Cosa stai cercando? Dimmi." disse togliendo la mia giacca e mi morsicai il labbro notando che stavamo andando oltre la nostra linea rossa.
"Devi per forza uscire con quella?" dissi cambiando discorso per distrarla e i suoi occhi ardenti di eccitazione si scontarono con i miei verdi.
"Sei gelosa." disse leccando tutta la zona della giugulare e strinsi i braccioli della sua poltrona cercando di trattenermi ma era impossibile dato che era maledettamente brava a riconoscere i miei punti deboli.
" cazzo, la uccido." dissi decidendo di non mentirle più e si fermò di scatto guardandomi ancora con più attenzione.
Era inutile mentirle se il mio corpo mostrava tutt'altro in sua presenza.
Era un fottuto controsenso, sempre.
"Buono a sapersi." disse baciandomi e percorse con la lingua il mio labbro inferiore per poi addentrarla dentro alla mia bocca facendomi inarcare la schiena.
La volevo disperatamente e giocherellai con la cintura dei suoi pantaloni facendola tremare e gemere contro la mia bocca, mandandomi in tilt il cervello.
"Fanculo, bionda." disse alzandosi di scatto e legai le gambe attorno alla sua vita stretta spaventandomi.
La baciai ancora e ancora senza staccarmi mai e il suo profumo si mescolava con il mio facendomi scendere alcune lacrime sulle guance.
Volevo distruggere la linea, per sempre.
"Camera." sussurrai stringendole i capelli strappandole un piccolo gemito e camminò afferrandomi saldamente per le cosce e dirigendosi a destinazione.
Una volta arrivate chiuse la porta con un calcio e mi spinse sopra al letto afferrandomi per i polsi e li inchiodò nelle sbarre del letto con forza.
Avevo il fiatone non ricordandomi assolutamente la sua forza e mi lasciò un lungo bacio sulle labbra staccandosi.
"Dimmi quanto mi vuoi." disse spogliandosi lentamente e capii subito le sue intenzioni.
Con molta cautela slacciò i lacci del suo corpetto e mi leccai le labbra sollevandomi sui gomiti e sgranando gli occhi per il suo fisico ancora più allenato.
Era bellissima.
"Vieni qui e te lo dimostro." la provocai guardandola dritta negli occhi con desiderio e si avvicinò con cautela mettendo una gamba in mezzo alle mie gambe e inchinandosi.
"Dillo, bionda." sussurrò mordendosi il labbro e per poco non svenni a tanta bellezza.
Riprese a fare quello che stava facendo e fece cadere a terra il corpetto rimanendo in reggiseno.
Maledetta provocatrice.
"Tanto." sussurrai senza più fiato e non avevo nemmeno la salivazione.
Abbassò piano la bretella del reggiseno e sorrise notando tutto il mio desiderio.
"E tu quanto mi vuoi?" dissi mettendomi seduta e mi avvicinai facendo scorrere la lingua lungo il suo addome tonico salendo sempre più in alto, non appena arrivai al suo collo glielo morsicai con forza e un gemito fuggì dalle sue labbra.
"Non si dice." disse senza fiato e la feci sedere sopra alle mie gambe, era la prima volta che lo facevo e vederla in questa posizione mi mandava completamente in estasi.
Avevo un libero accesso al suo seno e ne approfittai per marchiarglielo a mio piacimento facendola ansimare piano.
"Eh no Zulema, non va bene." sussurrai ritornando al suo collo e subito strinse i miei capelli facendomi distendere nel suo letto matrimoniale enorme.
Era già stanca di farsi dominare da me e non sapevamo nemmeno noi se stavamo facendo la cosa giusta.
"Voglio vederti nuda, completamente." disse sulle mie labbra provocandomi un calore nel basso ventre e nemmeno mi accorsi che mi aveva sfilato i pantaloni.
"Ormai mi conosci." dissi inarcando la schiena ed entrambe rimanemmo solamente con l'intimo addosso.
Il mio scorpione si staccò mettendosi a cavalcioni sopra di me e mi guardò con molta attenzione facendo scorrere l'indice in mezzo al mio petto fino ad arrivare al mio ventre, come se volesse incidermi la pelle e non lasciarmi mai più andare.
"Davanti a me non ho più una ragazzina viziata senza dei sani principi in testa ma una donna, vera. Quindi no, conosco solamente la te del passato ma io voglio sia quella del presente e del futuro." disse guardandomi con una luce diversa negli occhi e mi morsicai il labbro trattenendo le lacrime per questa sua confessione.
"Io.." tentai ma la donna davanti a me scosse la testa zittendomi.
"Non parlare ma lasciati andare un pochino con me, okay?" disse togliendomi le ultime cose rimaste e tremai rimanendo nuda sotto di lei.
Mi squadrò incantata e sfiorò con cautela la cicatrice che avevo sul fianco per poi abbassarsi mezzo secondo dopo e baciarla con cautela ripetutamente.
Scoppiai a piangere a singhiozzi senza più trattenermi e non riuscivo a togliermi dalla testa l'immagine di lei che mi tradiva consegnandomi alla polizia.
Stavo per morire a causa sua e non sapevo come perdonarla per poter andare avanti in questa situazione.
"Sh, piccola." sussurrò Zulema con voce tremolante ritornando interamente sopra di me e affondai le unghie nella sua schiena facendola imprecare.
Stavo rivivendo il passato e chiusi gli occhi con forza cercando di andare oltre ma avevo un blocco più grande di me.
Tremavo come una foglia sentendo nuovamente quel dolore invadermi e non avevo più fiato in corpo.
Zulema mi guardava preoccupata con alcune lacrime che le rigavano le guance e per farmi calmare mi incominciò a lasciare dei piccoli baci su tutto il viso.
"Io voglio perdonarti ma non riesco." ammisi tra i singhiozzi e la strinsi al mio corpo nudo circondando la sua vita con le mie cosce, stringendola saldamente.
"Ho bisogno di te, non me ne frega un cazzo delle altre Macarena, accettalo." disse baciandomi con cautela il collo e cercò la mia mano per stringerla con forza, facendomi capire tante cose.
Ma cosa dovevo fare se tra le mie braccia avevo la persona che mi aveva rovinato la vita vendendomi alla polizia?
Ero confusa, smarrita nel mio dolore.
"Voglio te." disse cercando le mie labbra e mi baciò togliendomi ogni briciola di autocontrollo calmandomi del tutto.
"Solo te." aggiunse scendendo con i baci e si focalizzò nuovamente sulla mia cicatrice che sfiorò appena con le labbra.
Le strinsi i capelli con forza e marchiò il mio ventre con baci umidi e caldi facendomi inarcare la schiena.
"Voglio la verità figli-" dissi alzando leggermente la testa per guardarla ma le parole mi morirono in gola non appena afferrò le mie cosce ed entrò dentro di me con la sua lingua esperta.
Un'ondata di piacere mi fece praticamente urlare e non mi preoccupai del fatto che qualcuno potesse sentirci.
Mi sentivo completa, come al solito lei riusciva a darmi tutto quello che avevo perso nel corso della mia vita.
Incominciò a fare dei movimenti circolari con la punta della lingua e portai gli occhi all'indietro stringendole i capelli e avvicinandola ancora di più nel mio punto sensibile.
"Cristo Zulema." dissi muovendomi sotto di lei e affondò le unghie sulle mie cosce cercando di bloccarmi.
Gemetti dal dolore e le sue labbra erano come fuoco sulla mia pelle.
La pressione che fece fu talmente tanta da farmi fremere, ormai ero sempre più concentrata a trattenere il mio corpo.
Il mio respiro era diventato pesante, uscendo a scatti dalle mie labbra, i miei gemiti erano sempre più simili a dei lamenti, mentre la tensione sui miei muscoli iniziava a diventare sempre più insostenibile, dolorosa.
Tremavo, sforzandomi di essere lucida e concentrata mentre il mio corpo aveva iniziato a tremare sotto la ferma presa della donna sopra di me.
L'esigenza di lasciarmi andare iniziava a soffocarmi sempre di più mentre un senso di colpa grandissimo mi stava lacerando il cuore in due ricordandomi quanto, ancora una volta, ero crollata ai suoi piedi.
Non mi era mai capitato con nessuno ma lei era diversa, con tutt'altro fascino.
Ma una parte di me desiderava sapere fino a che punto era disposta ad arrivare?
Nonostante fossi ormai al limite, nonostante il piacere si stesse trasformando in agonia, non cedetti, non volevo essere dominata completamente.
Cercai di soffocare un urlo di frustrazione, aumentando con forza la presa sui suoi capelli e il mio scorpione cercò la mia mano stringendola fino a farmi male.
Zulema strinse il mio corpo in una salda presa per evitare che mi muovessi, ma
non fu abbastanza forte da tenermi ferma del tutto, sentivo il sudore che ormai mi ricopriva leggermente l'addome.
Ma riuscì comunque a continuare ciò che aveva iniziato senza che continuassi a dimenarmi, facendomi imprecare.
Aumentò i movimenti con la sua lingua facendomi gemere ad alta volte e di conseguenza mi provocò degli spasmi.
"Stai ferma." disse ad un certa sensualmente mugugnando tra le mie gambe e quasi mi venne da sorridere perché aveva tutto il trucco colato.
E non appena la sua lingua scivolò nuovamente dentro di me, un altro gemito rumoroso fuggì via dalle mie labbra.
"Cazzo Zulema!" esclamai in preda al piacere e al dolore perché le sue unghie finirono sulle mie cosce un'altra volta per tenermi ferma.
La sua bocca continuò a lavorare tra le mie gambe fin quando non iniziai a tremare, ad ansimare, arrivando al culmine in un intensa ondata di piacere che Zulema si era prodigata a generare con cura, fino a farmi venire con forza.
Avevo le lacrime agli occhi per tutte le sensazioni che avevo provato ed ero letteralmente sconvolta e senza fiato.
Zulema sollevò la testa dalle mie gambe e risalì verso di me per baciarmi, sentii il mio sapore nella sua lingua e gemetti leggermente stringendole il braccio tatuato con tantissima forza.
"Sei bellissima, cazzo." disse dolcemente e serrai le labbra in procinto di piangere una seconda volta.
Accarezzò il mio viso percorrendo ogni mio lineamento e ogni volta che guardavo le sue labbra gonfie si chinava verso di me e mi lasciava dei piccoli baci.
"Sono tua da tenere e sono tua da perdere, smettiamola di farci del male." sussurrò nel cuore della notte e la guardai dritta negli occhi notando che il mio battito cardiaco si era stabilizzato.
Le gambe mi tremavano leggermente a causa della forza dell'orgasmo ricevuto e presi un lungo respiro profondo.
"Mi incasini la testa, come sempre." dissi imprecando e mi toccai i capelli guardando la donna sopra di me che non aveva smesso per un attimo di farmi sentire incredibilmente desiderata e voluta.
Non mi aveva mai toccato con tutta questa dolcezza, mai.
"Ti ho già detto fin troppo." mormorò lasciandomi un bacio sulla fronte e sbuffai alzando gli occhi al cielo.
Non aveva mai perso del tutto il suo orgoglio, ed era una cosa che ammiravo.
La feci distendere sotto di me e sbuffò per la posizione che avevo preso.
Mi chinai per baciarla e la visuale dei miei capelli copriva interamente il mio viso quindi imprecai e tolsi velocemente l'elastico che avevo nel polso.
"No, non provarci." disse Zulema in panico e scossi la testa legandomi i capelli velocemente.
"Stai zitta, non sono tua." dissi serrando la mascella e subito borbottò qualcosa, squadrai attentamente ogni centimetro del suo corpo e come al solito era perfetta.
Non era cambiata di una virgola.
La guardai bene in viso letteralmente innamorata e mi vennero un'altra volta le lacrime agli occhi perché era lei che volevo avere nella mia vita.
La mia parte mancante.
Tutto quello che avevo sempre desiderato fin dal principio.
Accarezzai con cautela le sue braccia toniche e i suoi tatuaggi erano la cosa più bella del mondo.
Insieme eravamo fuoco, letteralmente.
Notai un altro tatuaggio nuovo nel suo polso e lo tracciai insieme al suo scorpione che tanto amavo.
Stavo nuovamente memorizzando il suo corpo millimetro per millimetro e mi stavo innamorando per la seconda volta.
"Macarena, io ti-" disse ad un certo punto e boccheggiai guardandola terrorizzata come non mai.
"Tu cosa, Zulema?" tentai perché si vedeva che voleva dirmi la verità ma forse non era ancora arrivato il momento.
Si morsicò il labbro inferiore e vederla dal basso si notavano tantissimo i suoi zigomi pronunciati ancora di più.
"Ti posso baciare?" disse guardandomi dolcemente e mi scappò una risata perché era letteralmente una persona diversa nei miei confronti.
Mi posizionai meglio tra le sue gambe e inarcò la schiena in modo tale che potessi sfilarle il reggiseno e lanciarlo via, le tolsi anche gli slip facendoli scivolare lungo le sue gambe snelle e non l'avevo mai toccata con una delicatezza mischiata con la paura di spezzarla in due.
Ero estasiata per l'idea di farla mia dopo cinque anni interi e subito cercai le sue labbra in un bacio passionale.
La sua lingua si intrecciò alla perfezione con la mia e torturai un pochino il suo seno facendole scappare dei gemiti.
"Musica per le mie orecchie." dissi contro il suo collo afferrandole i polsi e la inchiodai dominandola completamente.
"Anche i tuoi per me, bionda." disse ribattendo subito e sorrisi perché anche in una situazione del genere teneva ben saldo il suo controllo e orgoglio.
"So già che mi pentirò di essere andata a letto con te, terribilmente tanto Zulema." dissi pensando ad alta voce e il mio scorpione afferrò la mia gola avvicinandomi al suo viso.
"Smettila di farti del male, smettila." disse scuotendo la testa incredula e serrai la mascella innervosendomi.
Feci scorrere una mano lungo il suo addorme tonico e le aprii le gambe possessivamente con un colpo secco.
"Macarena." sussultò premendo le cosce contro i miei fianchi e abbandonandosi un po'.
Non appena la sentii gemere di piacere a quel gesto, non appena sentii il suono del mio nome lasciare le sue labbra, capii di non voler ascoltare nient'altro che quello e avevo la necessità di possedere tutto.
"Sei davvero bellissima." le dissi con forza, abbassando lo sguardo sul suo viso arrossato, sulle sue labbra semi spalancate e sul suo collo magro.
Le strinsi i polsi ancora una volta, bloccandola contro il materasso e, premendo la coscia tra le sue gambe.
Zulema emise un debole suono di sorpresa quando, la spinsi indietro e la costrinsi ad aprire le gambe ancora di più.
Di conseguenza fu costretta a farsi leva con una mano, ponendola dietro la testa per evitare di andare a sbattere contro la testata del letto.
E non appena fece per protestare, feci pressione con il mio corpo contro il suo.
Le nostre labbra si scontrarono, fu un bacio caotico, i nostri denti sbatterono gli uni contro gli altri e le nostre lingue iniziarono a combattere per un controllo di questa assurda situazione, nuova.
"Diamine." ammisi debolmente e le solleticai leggermente la guancia con il mio respiro, spostando di proposito il suo corpo verso il basso come niente.
Le sue dita si serrarono attorno ad uno dei paletti della testata del letto e, con un respiro sempre più affannato, premette maggiormente i propri fianchi contro di me estasiata.
Ridacchiai debolmente, avvicinando le labbra ad un orecchio e le morsi il lobo.
ll mio dito medio scivolò facilmente dentro di lei e un gemito fuggì via dalle sue labbra mentre altre due dita lo seguirono a ruota, allargando la via al suo interno.
Zulema ansimò disperatamente e piegò un braccio sopra la testa, coprendo il proprio viso e non appena iniziai a muovermi dentro di lei spalancò le labbra, mentre gemiti sempre più forti iniziarono a riempire il silenzio della stanza.
Era una cosa così naturale, così appagante, così perfetta come lei.
Allungai una mano contro le sbarre e, sfiorandole le nocche, usai quell'appoggio per far ancor più leva su di lei, premendo con forza contro la sua mano e spingendo le mie dita ancor più in profondità per darle più piacere.
", oh-" sussurrò senza fiato contro la mia pelle, soffocando un lamento non appena la forza dei miei movimenti iniziò a mescolare il piacere con il dolore.
Ma la mia regina araba divorò tutto con assoluto abbandono e, stringendo la presa contro i pali della testata del letto, finì per aggrapparsi ad essi come se fossero stati il solo ed unico brandello di lucidità rimastole in questo mondo.
La mia mano scivolò poi ad accarezzare il suo collo in una tacita richiesta e non appena attorcigliai le dita dentro di lei, spingendola a soffocare un gemito per la sorpresa, lei capì che in quel momento mi avrebbe probabilmente permesso di fare di lei tutto ciò che più desideravo.
Infatti la mia mano si serrò sul suo collo, bloccandola contro il cuscino, mi spinsi maggiormente su di lei abbassando lo sguardo su quella donna incredibilmente bella da togliermi il fiato e la fissai.
Fu come se quello sguardo fosse stato in grado di attraversare la mia anima e, in risposta, anche lei spalancò gli occhi, iniziando a fissarmi senza parole.
Avevo le pupille dilatate, le labbra schiuse, il respiro pesante.
Era come se tutte le mie emozioni fossero state liberate, mentre quel sentimento di lussuria che provavo per la donna sotto di me iniziava ad emergere sempre di più sul mio volto.
"Ti voglio." dissi solleticandole le labbra col mio respiro, mentre con l'altra mano continuavo a spingere dentro di lei.
Sentii che il senso di piacere iniziò a sopraffarla perché iniziò a urlare muovendo freneticamente i fianchi per permettermi di muovermi sempre più veloce, sempre più in fondo, sempre più forte dentro di lei.
E non appena l'orgasmo attraversò il suo corpo, chiuse gli occhi, permettendo al piacere di invaderle e strinsi leggermente la presa sul suo collo, facendola gemere.
Mi allontanai da lei e mi spostai sulla sinistra, permettendole di rilassarsi.
Appoggiai le labbra sulla sua gola baciandole quei segni leggeri che avevo appena creato, marchiandola forte.
"Dio, Maca." ansimò riprendendo fiato e facendo un respiro profondo.
Trascinai le unghie lungo le sue cosce e lasciando una scia arrossata sulla sua pelle trovai finalmente la destinazione, permettendo alla mia lingua di tracciare una scia delicata nel suo interno coscia.
A quel tocco la donna sotto di me gemette debolmente, portandosi in avanti, mentre le mie unghie affondavano sempre di più sulle sue gambe magre.
"Vuoi farmi morire per caso?" disse ansimando ma non l'ascoltai, la volevo.
Ero fuori controllo, così come lei.
Ridacchiai e il suono vibrò contro la sua pelle facendomi tremare leggermente.
Trascinai le labbra più in basso un'altra volta ancora, sentendo la necessità di tormentarla ancora per un po' prima di darle ciò che tanto desiderava, solleticandole la parte sensibile tra le sue gambe e spingendo ad aprirsi ulteriormente a quella sensazione.
"Non montarti la testa." mi sussurrò sorridendo debolmente, chinai il capo e sfiorai il suo ventre tonico baciandolo.
Sapevo già che queste posizioni sarebbero durate poco e ne approfittai.
Le mie labbra si erano posate nuovamente tra le sue gambe, mentre la punta della mia lingua aveva iniziato a stuzzicare la parte nascosta al loro interno.
Zulema spalancò la bocca e spingendo ulteriormente i fianchi contro il mio viso, ogni suo sussulto, ogni suo fremito, ogni suo singolo gemito di piacere non faceva altro che spingerla a contrarsi e sussultare sotto di me senza problemi.
Le sue unghie si depositarono nelle mie scapole e le affondò con rabbia.
Sussultai sotto a quel tocco, serrando ulteriormente la presa sulle sue gambe.
E la mia bocca fu nuovamente sulla sua pelle, apprezzando ogni singolo suono che riuscivo a far emettere alla donna sotto di me, era totalmente mia.
Ansimò sempre più forte stringendomi i capelli e vederla in questo stato mi era mancato tantissimo, era necessario unire i nostri corpi in una cosa sola.
Percepii il suo corpo tremare e aumentai il ritmo regalandole un secondo orgasmo facendole urlare il mio nome con forza.
Sorrisi soddisfatta e mi pulii le labbra con il palmo della mano e successivamente scivolai al suo fianco esausta.
La donna al mio fianco aveva lo sguardo fisso al soffitto e sì toccò il viso nervosa riprendendo fiato come niente.
Mi infilai sotto le coperte e coprii il mio corpo nudo a causa del freddo che stavo provando, non sapendo cosa dire.
"Wow." sussurrò Zulema girando lentamente il viso verso di me e la guardai dritta negli occhi.
Ci fissammo per alcuni minuti interminabili e volevo tanto sapere cosa le passava per la testa.
Volevo leggerle il pensiero, entrare dentro al suo cervello e toglierle ogni tipo di preoccupazione e custodirla segretamente dentro al mio cuore rotto.
Non sapevo cosa fare e mi misi seduta cercando di individuare i miei vestiti, restare con lei mi mandava a puttane tutto quanto e non sapevo che fare.
"Maca, rimani qui stanotte." disse la mia regina araba afferrandomi per la vita e mi strinse con le sue braccia forti senza farmi scappare in panico.
Le sue labbra si appoggiarono nella mia schiena nuda baciandomi dolcemente ed ero incredibilmente tesa perché non sapevo se stavo facendo la cosa giusta.
"Voglio rimanere con te." mormorò mettendosi sopra al mio corpo e i suoi occhi erano lucidi così come i miei.
La guardai cercando di decifrare le sue iridi profonde come l'oscurità e per tutta la notte mi dimostrò di tenere a me.
Come se fosse la prima volta.

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