Pensi che il vero amore sia l'unica cosa che possa spezzarti il cuore, la cosa che ti riempie la vita e la illumina o la distrugge.
Quando stai per vivere il giorno più bello della tua vita non sai che sarà il più bello. Non finché lo diventa.
Non riconosci il giorno più bello della tua vita finché non lo vivi.
Il giorno in cui ti impegni in qualcosa o con qualcuno, il giorno in cui ti si spezza il cuore, il giorno in cui incontri la tua anima gemella, il giorno in cui ti rendi conto che il tempo non basta, perché vorresti vivere per sempre.
Quelli sono i giorni più belli, i giorni perfetti."Sei da giorni che non mi parli." disse Berlino sedendosi nel mio letto e feci spallucce con lo sguardo perso nel vuoto.
Non volevo vedere più nessuno e passavo i giorni distesa nel letto.
A pensare.
A pensare a tutto quello che era successo con Zulema e a come mi ero sentita completa insieme a lei.
Nonostante tutti i nostri scontri e litigi.
"Okay Maca, oggi ci dobbiamo riunire e se vuoi venire ti aspettiamo. Ti prego, non voglio perderti." disse il mio amico lasciandomi un bacio veloce nella guancia e senza replicare uscì lasciandomi da sola un'altra volta.
I legami che ci vincolano a volte sono impossibili da spiegare.
Ci uniscono anche quando sembra che si debbano spezzare.
Certi legami sfidano le distanze e il tempo e la logica.
Perché ci sono legami che sono semplicemente destinati a essere.
Mentire è una necessità.
Mentiamo a noi stessi perché la verità ferisce maledettamente.
"Fanculo." imprecai alzandomi dal letto e filai dritta in doccia facendomi un bagno rigenerante di un'ora buona, intanto afferrai il telefono e decisi di chiamare Tokyo raccontandole ogni minimo dettaglio dato che avevo spento il telefono per un paio di giorni.
Risposi ad alcuni messaggi e notai che Zulema non mi aveva minimamente cercato, e andava bene così.
Rovistai tra l'armadio e decisi di mettermi dei semplici jeans a vita alta con un top sopra scoprendo gran parte del mio corpo che ultimamente era più magro del solito.
Imprecai nascondendo le occhiaie con il fondotinta e mi truccai pesantemente indossando una maschera più grande di me ma dovevo uscire dal mio mondo.
E affrontarlo a testa alta.
Spruzzai il profumo e i capelli li lasciai mossi sistemandomi la frangia che incorniciava il mio volto scavato.MESSAGGIO A: tokyo.
sto arrivando.Saltai in macchina e sfrecciai lungo le strade di Madrid con la mascella contratta, guardai nello specchietto retrovisore e sorrisi notando i miei uomini seguirmi attentamente.
Una volta arrivata mi affiancarono e Will camminò al mio fianco sorridendomi.
"È ancora valido il patto?" disse avvicinandosi al mio viso nel mentre che Sergio mi salutava ma scossi la testa sorridendogli.
"No, novellino e ora sparisci." dissi dandogli una pacca sulla spalla e lasciai che Tokyo mi abbracciasse amorevolmente, avendo i tacchi ero molto più alta di lei e sorrisi guardandola.
"Sei bellissima, che cazzo." sbuffò piagnucolando e risi finalmente dopo giorni sentendomi più leggera.
Berlino mi fece un cenno e ricambiai staccandomi dalla mia migliore amica e portandomi una sigaretta alle labbra.
L'accesi nervosamente e per poco non mi andò di traverso il fumo vedendo Zulema appoggiata nel tavolo guardandomi.
Distolsi lo sguardo a fatica e mi avvicinai a Sergio che mi richiamò estasiato.
"Devono venire altre persone stasera." disse aggiungendo altre sedie attorno al tavolo e inarcai un sopracciglio confusa.
"Come mai?" mormorai serrando la mascella e avevo maledettamente un brutto presentimento che sembrava non cessare.
"Perché il prossimo colpo che faremo sarà in una delle banche più famose di Madrid, dobbiamo organizzare bene ogni minimo dettaglio." disse serio e mi tranquillizzai subito annuendo.
Continuai a fumare e Saray mi salutò guardandomi intensamente e ricambiai reggendo il suo sguardo come niente.
Come minimo Zulema le aveva raccontato di noi e subito la rabbia scorreva impetuosa nel mio sangue.
Dopo alcuni minuti Sergio ci diede il consenso e ci sedemmo tutti quanti per incominciare a parlare.
Zulema si mise al mio fianco e mi pietrificai come una statua inspirando il suo profumo meraviglioso.
La gamba incominciò a tremare ma appoggiò la mano sulla mia coscia tranquillizzandomi subito e porgendosi verso al mio orecchio.
"Possiamo parlare dopo?" mi domandò tranquillamente e non le risposi facendola sbuffare per il mio silenzio.
Non staccò la presa dalla mia gamba e me la accarezzò amorevolmente senza nessuna malizia, facendo dei piccoli cerchi immaginari con le dita.
Mi venne una scarica di brividi e mi leccai il labbro ascoltando attentamente quello che aveva da dire Raquel.
"Successivamente adotteremo questo tipo di armi dato che sono più efficaci." disse proiettandoci varie foto e le luci si spensero.
Zulema ne approfittò e si accoccolò nell'incavo del mio collo spostandomi i capelli da un lato nel mentre che con l'altra mano aumentava la presa sulla mia coscia.
"Mi sono dimenticata di dirti che oggi sei più bella del solito e sto per uccidere tutti quanti perché non ti staccano gli occhi di dosso." sussurrò abbassando la voce di un'ottava e arrossii leggermente mordendomi il labbro.
Appoggiò la mano sopra alla mia e me la strinse guardando Sergio facendo finta di ascoltare quello che aveva da dire.
La sua guancia era sulla mia spalla e con la coda dell'occhio la guardai rilassarsi completamente sfregando il naso tra i miei capelli per inspirare ancora una volta il mio profumo e mugugnare di approvazione.
"Zulema." la richiamai non appena incominciò a baciare il mio collo e notai Saray guardarci divertite da lontano.
Alzai gli occhi al cielo chiedendole un aiuto ma scosse la testa facendomi la linguaccia e ascoltando gli altri.
"Ti ascolto." disse passando alla mia guancia e menomale che nessuno si stava accorgendo di quello che stava accadendo tra noi due.
"Di cosa vuoi parlarmi?" dissi incuriosita e strinse la mia vita possessivamente spingendomi verso al suo corpo caldo e forte.
Tremai come una foglia e sospirai perché non avevo più nessuna voglia di discutere con lei, dopo quello che era successo qualcosa era cambiato nel nostro rapporto radicalmente.
Al solo pensiero di come mi aveva stretto al suo corpo nel mentre che mi faceva sua mi mandava a puttane il cervello.
"Noi." sussurrò spostandomi una ciocca ribelle dal viso e chiusi gli occhi lasciandomi coccolare un pochino da lei.
Avevo poche ore di sonno arretrate e Zulema era la mia calma in tutto al caos che mi portavo dentro da anni.
Letteralmente.
"Posso darti un bacio?" disse ad un certo punto e alzai gli occhi al cielo perché sembrava una bambina piccola.
"Non ti è bastato quello che mi hai fatto la settimana scorsa?" sussurrai furiosa e subito Zulema si irrigidì.
"Ti è piaciuto, bionda." disse provocandomi e vari flashback colpirono la mia mente percependo un calore nel basso ventre uccidermi, come una tortura.
"Non ho detto il contrario ma non sono una bambola che puoi usare come cazzo vuoi, lo capisci questo?" dissi serrando la mascella e si staccò da me per guardarmi negli occhi.
"Lo so bene, ma dovevo sbloccarti in qualche modo e penso di esserci riuscita un minimo." disse seria e scossi la testa con le lacrime agli occhi.
"Le tue, sono tutte scopate prive di senso e mi sono sentita uno schifo per giorni, se vuoi saperlo." ammisi con un tono omicida e mi prese delicatamente il viso tra le mani sotto lo sguardo serio di Berlino che aveva visto ogni cosa.
"Con gli altri sì, ma ricordati che con te farei solamente l'amore ed è ben diverso bionda." sussurrò sfiorandomi le labbra con le sue ma spalancò gli occhi per ciò che aveva detto lei stessa.
La guardai con una luce diversa e boccheggiai leggermente per la sua confessione così inaspettata, non era assolutamente da lei e in tutti questi anni era cambiata radicalmente.
Mi allontanai piano e le luci si riaccesero di colpo facendoci tornare ai nostri posti.
Avevo la mascella serrata ed ero incredibilmente sconvolta non sapendo cosa dirle perché era troppo.
"Finalmente siete arrivati, era ora!" esclamò Denver non appena aprì la porta e varie persone entrarono nella sala prendendo posto.
Mi toccai i capelli nervosamente e mi alzai di scatto non appena sentii una voce famigliare risuonarmi nelle orecchie.
Tutti mi guardano accigliati per il mio comportamento e Zulema sfiorò la mia mano per richiamare la mia attenzione ma ero immobile come una statua guardando la ragazza davanti a me.
Mi sorrise squadrando tutto il mio corpo per poi appoggiare lo sguardo sul mio scorpione, che ricambiò l'occhiataccia eccome abbastanza confusa che una sconosciuta mi stesse guardando così intensamente.
Pensai a cosa avevamo fatto in carcere e un senso di nausea mi colpii in pieno facendomi quasi venire dallo shock.
Calò un silenzio tombale e subito Zulema si sentì minacciata alzandosi in tutta la sua altezza e circondando la mia vita stretta con il suo braccio fregandosene totalmente delle occhiate sconvolte dei nostri amici nel vederci così.
Il suo sguardo bruciava come non mai prima d'ora e sapeva lei stessa che presto sarebbero successi dei guai perché percepivo tutta quanta la sua gelosia nel marcare il territorio.
Ma questo momento era arrivato e la paura mi invase completamente perché per anni avevo il terrore che loro due potessero incontrarsi nella stessa stanza.
Con me presente."Kabila?"

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revival
Akcja➸ Sequel, Escape. (gxg) "Impara a giocare la carta dell'indifferenza. È la più scaltra delle vendette. Perché vi sono molti di cui non avremmo saputo nulla se qualche loro nemico noto non ne avesse parlato. Non vi è vendetta come l'oblio, che se...