13.

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La sirena suonò facendomi imprecare e alzai gli occhi al cielo mettendomi seduta e abituando i miei occhi alla luce del sole.
Era una giornata come tutte le altre e lentamente scivolai fuori dal letto rabbrividendo e filando dritta in doccia.
Mi spogliai velocemente e andai sotto al getto dell'acqua bollente rilassando tutti i miei muscoli incredibilmente tesi.
Mi sentii sfiorare la spalla dopo alcuni minuti e mi girai di scatto incontrando lo sguardo divertito di Kabila, che squadrava il mio corpo nudo sognante come non mai.
"Che vuoi?" dissi incredula e mi spinse incollando la mia schiena nella parete alle mie spalle, facendomi imprecare sottovoce.
Non mi stavo nemmeno preoccupando del fatto che eravamo entrambe nude e il mio istinto non era sicuramente quello di guardarla.
"Ho scontato la pena e devo uscire tra due ore, non mi saluti?" disse provocandomi e decisi di non cedere, forse mi serviva capire effettivamente se i miei sentimenti per lei erano passati del tutto.
Ero stanca di essere perseguitata dal passato e da tutto quello che avevamo fatto insieme, dovevo metterci un punto.
"Ah ?" sussurrai abbassando la voce di un'ottava assumendo un atteggiamento sensuale e la vidi sgranare gli occhi sfiorando le sue labbra con le mie.
Il suo corpo era sempre bello ma non era all'altezza di Zulema, non poteva essere superata, mai.
"Perspicace." disse baciandomi il collo e aderendo il seno contro il mio non facendomi provare assolutamente nulla ma non importava.
Dovevo superare questo tassello.
E capire una volta per tutte.
Afferrai la sua gola con forza e la baciai facendo scontrare le nostre lingue in un bacio tutt'altro che tranquillo.
Non c'era assolutamente amore, zero.
"Non ti smentisci mai, Macarena." disse gemendo nel mentre che la facevo mia ma non sentivo di appartenere nemmeno a me stessa.
Gli eventi passati sono già accaduti, se sono successi un'era glaciale fa, un secolo fa, o anche un minuto fa, sono successi nel passato.
Dicono che il passato sia storia e verità. Se sei mai stato accusato di "vivere nel passato", vuol dire che vivi aggrappandoti a ciò che era una determinata situazione, invece di accettare il cambiamento e andare avanti.
Se ti dicono che una persona o un oggetto raro di un negozio di antiquariato "ha un lungo passato", preparati ad ascoltare una storia interessante.
Come aggettivo, il passato descrive ciò che non è più attuale, superandolo.
"Maca." ansimò Kabila nel mentre che aumentavo il ritmo e le mordevo con forza la spalla inchiodandola ancora di più contro la parete, avevo sempre amato prendere il controllo di ogni singola cosa e il fatto che lei si stava lasciando andare totalmente a me mi faceva sentire potente, stavo riprendendo il fuoco che un tempo si era spento per colpa di una persona che in questo preciso istante stava distruggendo tutto quanto all'interno della mia mente.
Non mi ero mai sentita così, persa.
Kabila strinse la mia vita ricercando le mie labbra ma le negai tutto, come quando Zulema aveva deciso di prendere il mio cuore e distruggerlo tutto quanto fino all'ultimo pezzo.
Ma la vera domanda che mi balenava in testa era, un minimo le importava di me?
Serrai la mascella in procinto di piangere e la ragazza davanti a me venne sussurrando il mio nome come se fosse stata di mia proprietà ma l'unica persona che volevo purtroppo non era qui con me.
"Cazzo, sei wow." disse sconvolta appoggiando la testa contro il muro riprendendo fiato e lasciai che le sue labbra baciassero ogni centimetro del mio seno, non riuscendo a provare neanche il minimo piacere.
Non mi sentivo a casa.
Non mi sentivo voluta.
Non mi sentivo me stessa.
Era incredibile il male che Zulema aveva portato all'interno della mia vita sconvolgendo ogni mio minimo progresso che avevo fatto, facendomi sentire incredibilmente in colpa per tutto quanto.
Ed era lì che mi accorsi che di Kabila non mi importava più, avevo capito che ogni momento trascorso insieme a lei non mi apparteneva, nel vero senso della parola.
La mia era solo una scusa per non accettare il fatto che quel maledetto scorpione mi aveva fottuto il cervello alla grande, facendomi rinchiudere in queste mura che non avevano fatto altro che peggiorare e aumentare i demoni che mi portavo dietro da tutta la vita.
Facendomi cambiare percezione.
"Sei bellissima, ti voglio tutta per me." disse Kabila toccando ogni centimetro del mio corpo nel mentre che l'acqua calda mi colpiva in pieno e mi scappò una risatina incredula, non sarebbe cambiata mai.
Invece Zulema si era lasciata andare una marea di volte con me, non abbandonandosi al 100% ma un minimo di cambiamento nei miei confronti l'avevo notato eccome.
Ma era solo una strategia la sua?
Chiusi gli occhi aggrappandomi alla ragazza di cui mi era innamorata tempo fa e le lasciai un minimo di controllo nel mentre che ancora una volta, una lacrima mi incideva il viso ricordandomi di quanto era stata stupida e ingenua.

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