Capitolo 49.

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SUMMER'S POV

Niall ha avuto la brillante idea di uscire con Rachel e lasciare me e Louis da soli.

-Allora piedone, che si fa? -

-Piedone? - chiede avvicinandosi troppo.

-Quando prima stavi cercando di stuprarmi mi hai lanciato in faccia un piede. Che numero porti, un 53? -

Mi da un piccolo schiaffo ma poi ride anche lui.

-Ancora non riesco a credere che tu sia passato da una finestra all'altra per andare da Rachel -

Sorride senza dire nulla e ritorna vicino a me.

-Se in quella stanza ci fossi stata tu non avresti voluto che io venissi? -

Appoggia le sue labbra sulle mie e risento quel sapore familiare.

-Certo, per vederti andare via a scopate da una nonna -

Mi morde la guancia per dispetto e io mi lascio scappare un gemito.

Lui sorride soddisfatto e inizia a lasciare una scia di baci lungo il collo e si ferma all'oro della maglia.

Mi prende sopra la sua spalla e io cerco di liberarmi lasciandogli pugni sulla schiena, ma tutto ciò che ottengo è del solletico nei piedi.

Alla fine mi lascia sul letto e si siede sopra le mie gambe.

-In questo momento dovrebbe entrare Niall, viene sempre in questi punti - gli dico e lo vedo alzarsi per andare a chiudere la porta a chiave.

- Oh, baby, quando si gira la chiave la mia sanità mentale finisce - Lo prendo in giro.

Si rimette sopra le mie gambe e si allunga fino a mordermi il naso.

Adoro quando lo fa.

Con le sue mani giganti scorre lungo tutte le mie braccia finché non ritorna seduto.

Sorride e infila le sue manone dentro la mia maglia provocandomi brividi ovunque.

Lentamente, troppo lentamente, risale fino alle coppe del reggiseno, dove solletica per qualche secondo, prima di passare sopra e far uscire le sue mani dall'altro lato della maglia appoggiandomele sulle guance.

Mi viene da ridere e gli mordo le mani.

Lui le ritira istintivamente è fa scontrare il suo bacino su di me, sapendo bene cosa mi provoca.

-Stronzo -

Lo prende come un complimento e continua a leccarsi le labbra.

Alla fine tiro su la schiena e faccio scontrare le nostre labbra.

La sua bocca si apre immediatamente e io ne approfitto per far passare la mia lingua tutt' attorno alle sue labbra.

- Mi stai mettendo il lucidalabbra? - chiede mentre le sue mani si posano sulla mia schiena.

-Tu non sei romantico -

-Neanche tu mi pare -

Ovvio.

Mai vista una Summer Mills romantica?

Lo spingo da un lato e ribalto la situazione.

Gli faccio appoggiare la schiena al materasso e mi appoggio sopra il suo petto.

-Se stavolta tieni alla mia di sanità mentale alzati, mi stai soffocando -

-Mica peso così tanto -

Mi ritiro su e infilo le mia mani sotto la sua maglia, facendola alzare.

-Dovresti andare in palestra - mento mentre gli accarezzo il petto.

-Zitta o ti butto giù -

Pochi minuti dopo mi ritrovo a baciargli gli addominali, attenta a non tralasciare nessun punto.

-Summer basta, mi stai facendo impazzire. E a meno che tu non voglia che ti prenda su questo letto, ti conviene scendere -

Strane idee mi vagano per la testa mentre li faccio alzare.

-Basta Summer, non pensarci! - mi tira un cuscino e io rido.

Mi piace ridere.

Pensandoci mi metto a ridere spesso, anzi, sempre.

Sono quel tipo di persona che scoppia a ridere quando c'è silenzio per una cosa che è successa tipo tre anni fa.

Qualcuno bussa alla porta.

-Entra, no?! - risponde Louis.

-È chiusa a chiave, ricordi? -

Sbuffa canticchiando e va a prendere le chiavi.

Appena apre si irrigidisce e indietreggia un attimo.

-Ehi bamboccetti, com'è che la porta era chiusa a chiave? - lo schernisce Harry.

-Cosa ci fai quì? -

Ti prego fai che non si mettano a litigare.

-Ero venuto a cercare il biondino, ma l'ho visto impegnato a pomiciare con una,  quindi sono venuto a cercare te -

-Che cosa vuoi? -

-Una pace accordata -

Poveri noi.

-Summer per favore, puoi uscire? -

Non ne ho proprio voglia.

-Summer - mi richiama.

Alzo le mani ed esco, intenta a trovare Niall.

LOUIS' POV

-Avanti, parla - dico già impaziente.

-Voglio fare un accordo con te. Mi sembri un tipo ragionevole -

-Ragionevole un cavolo - mi siedo sul letto.

Sarà una lunga e difficile chiacchierata, se si può chiamare così.

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