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Ciò che mi colpì quel pomeriggio, furono le lettere mischiate ai numeri che apparvero sulla lavagna durante l'ora di matematica. L'avevo davvero inserita tra le mie materie? L'avevo davvero scelta?

Battei la testa sul banco.

"Ah, amica. Come possono chiederci di risolvere tali problemi?" mi sussurrò la ragazza seduta accanto a me, sporgendosi nella mia direzione.

"Non ne ho proprio idea." risposi.

Più tardi, rientrai in camera, e tornai a sedermi sulla finestra, questa volta ben attenta a non cadere un'altra volta. Non feci nulla, restai solo a guardarmi intorno.

A un certo punto notai tre figure camminare, un centinaio di metri più in là. Riconobbi immediatamente la camminata di Louis, degli altri, non posso dire altrettanto. Louis camminava ancora una volta con un equilibrio innaturale, le spalle dritte e lo sguardo davanti a sé. Ogni tanto si girava verso gli altri due, per ridere di una battuta o commentarla lui stesso. DIstolsi lo sguardo quando finirono dietro l'edificio.

Dopo un'altra ora, Carly non era ancora rientrata, e pensai che fosse lei, quando qualcuno bussò alla porta.

"Entra." dissi.

La maniglia si mosse, ma la porta non si aprì.

Bussò ancora.

"Puoi entrare."

"E' chiusa a chiave."

Louis. Quel ragazzo era ovunque, bastava voltarsi e lui c'era.

"Passa più tardi."

"Mi apri?" insistè.

"No."
"Perché no?"

"Perché sono seduta in una posizione comoda, e non voglio alzarmi."

Ma non era vero. Cioè, un pochino lo era, ma principalmente volevo evitare di trovarmi ancora una volta di fronte a lui, anche se era l'unica cosa che chiedevo, in quel momento.

Louis si zittì.

Un minuto più tardi, la finestra della sua camera si spalancò e lui scivolò fuori.

"Sarebbe questa la tua posizione comoda?" domandò, aprendosi in un sorriso.

"Beh, sì."

Poi successe una cosa strana.

Lui si mosse di un passo verso di me, e io mi allungai verso di lui. Quando fu abbastanza vicino, arrotolai le gambe attorno alla sua vita, lasciando che mi tirasse su per le cosce. In quel momento, appoggiai le mani sulle sue guance e le nostre labbra si toccarono.  

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