Scusami [cap 92]

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SUMMER'S POV

Con uno sguardo confuso lo seguo ed entriamo nell'ufficio. E capisco il perché del suo sguardo.

Alexa e mia madre sono sedute da un lato, mentre quelli che credo siano i genitori, sorella, zia, nonni, pronipoti o suocere di Louis sono seduti dal lato opposto.

Il preside al centro e noi di fronte a lui.

-Perché? - non so cos'altro dire.

Louis prende una sedia e si siede vicino alla sorella, penso, così io ne prendo un'altra e mi metto vicino a lui.

Alexa non sorride, stranamente, mia madre è impassibile come sempre, Louis rimane serio e la sua famiglia mi guarda, cercando di sorridere.

-Sapete tutti perché vi ho convocati.. - inizia il preside, con un'aria di supriorità.

-Aveva già parlato a noi. C'era bisogno di organizzare tutta 'sta combricola? -rispondo secca, ma dopo aver avuto addosso 48573 occhi sconosciuti, decido di non dire più nulla.

-Vi avevo già parlato, ma era giusto comunicarlo anche alle vostre famiglie -

-E allora gliene parli senza di noi, esistono i telefoni. Era così importante chiamare anche noi? - al diavolo la famiglia di Louis, tanto non ho bisogno della loro approvazione per stare con lui.

-Mills, calmati - Mills, calmati. Gli faccio il verso normalmente.

No, sul serio, era così importante farmi stare in una stanza con mia madre, mia sorella e Louis?

-Entrambi i vostri figli, nel corso di questo anno, il primo per Mills e il secondo per Tomlinson, non hanno rispettato le regole e si sono ripetutamente.. -

Mi alzo ed esco, quasi sbattendo la porta.

Cammino fino al mio armadietto. Lo apro, lo richiudo, lo riapro sperando appaia qualcosa di diverso, lo richiudo ed esco nel cortile interno.

Fa freddo, sono in maniche corte e sono arrabbiata.

Non poteva venire mio babbo, almeno avrei avuto qualcuno con cui ribattere sulle parole del preside. Invece no, è venuta mia madre e sicuramente mi verrà a cercare dicendomi che devo tornare a casa per le vacanze.

No, non deve venire a cercarmi.

LOUIS' POV

Ho aspettato che finissero di parlare, giusto per non provocare altre danni alla mia famiglia.

La mia è una di quelle famiglie perfette per quanto riguarda il comportamento. Vestiti bene, educati a tavola, non rispondere alle persona, rispettare le regole, non correre nei corridoi, seduti composti.

Io sono quello che non centra nulla. Mi dispiace deluderli in quasi tutto, ho proposto di andare a un college in modo che loro non venissero troppo coinvolti nelle mie azione. Ho cercato di essere meno.. me.. ma non ci riesco.

Cercare Summer in giro sta diventando sempre più facile, so cosa pensa e dove si metterà.

E so che non vuole farsi vedere da sua mamma.

Passo in palestra, e vedendo che non c'è vado nel cortile.

Faccio un giro con gli occhi, non trovandola, e comincio a cercare qualcosa di divertente. Quando trovo una specie di statua coperta con un telo in un angolo, vado verso di quella.

-Ehi - mi siedo di fianco a lei per terra. Sta scarabocchiando per terra con un legnetto.

-Se ne sono andati? - chiede senza guardarmi.

-No, ma credo che tua sorella ti stia cercando -

Annuisce, e si appoggia alla mia spalla.

-Era tua sorella quella di fianco a te? -

-Si - le metto un braccio attorno alle spalle guardando il legnetto continuare a muoversi.

-Ti somiglia - nella sua voce sento un accenno a un sorriso.

Dei passi rimbombano nelle pareti e Summer si stringe sempre di più nelle mie braccia.

Non alza lo sguardo, così lo faccio io, solo per trovarmi sua sorella in piedi di fianco a me.

-Summer, ti posso parlare? - chiede.

SUMMER'S POV

La sua voce. Così dolce.

Sta bene?

No, non devo cascarci.

-Louis, va bene, puoi andare - mi lascia un bacio sulla fronte e Alexa si mette al suo posto.

-Come va? - chiede dopo qualche minuto di silenzio.

-Vuoi un premio per questa domanda? - gli ho concesso la mia compagnia, non posso essere anche gentile.

-Mi dispiace - questo mi fa girare a guardarla.

Ha detto sul serio che le dispiace?

-Perché dovrei crederti? -

-Perché è vero - non c'è l'ombra di un sorriso sulle sue labbra -Dico sul serio. E' stato che.. Quando quella volta sei entrata in camera mia io.. Io non.. -

-Tu non.. Cosa? - domando.

-Il ragazzo che hai visto con me, quando quella volta sei entrata nella mia stanza - sembra rabbrividire al ricordo -Non mi piaceva né io piacevo a lui, se non fisicamente. La mattina, a scuola, una mia compagna me l'aveva fatto conoscere e, si, era carino. Lui mi ha baciata e a quel punto non ho capito più nulla. Siamo andati prima a casa sua, mi ha dato qualcosa da bere, e fino alla sera non ho capito molto. Ho pensato che fosse giusto arrabbiarmi con te, anche se in realtà non è stata colpa. Scusami. Cazzo, Summer, scusami -

Una lacrima leggera scorre lungo la sua guanca e l'abbaccio.

So che non è una gran motivazione quella che mi ha dato, ma ne riparleremo più tardi.

Per ora voglio solo godermi questo abbraccio, dopo così tanto tempo.

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