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Questo non voglio ricordarlo come il primo capitolo, perché in realtà non lo è. La storia comincia tra un po', abbi pazienza. In questo capitolo ti parlo della mia migliore amica.

Si chiama Carly Adams, ha dei lunghi capelli castani e occhi grandi. Viveva a Doncaster con me, o forse ero io che vivevo con lei. Avevo passato l'intera estate a casa sua, dopo aver litigato l'ennesima volta con mia madre e mia sorella. Carly mi aveva accolta come sempre, aveva incastrato un letto per me tra la finestra e l'armadio, e aggiunto una sedia a tavola. Perfino i suoi genitori, due persone estremamente banali ma amorevoli, mi avevano sempre trattata come una terza figlia, dopo Carly e suo fratello maggiore, Eric.

Conobbi Carly tra i banchi di scuola, quando la professoressa mi fece sedere accanto a lei per evitare che me ne stessi tutto il tempo per i fatti miei. Il punto è che mi piace starmene per i fatti miei, aprire un libro tra le mani e non tentare di socializzare.

Insomma, mi sedetti di fianco a lei e cominciai a capire che forse avere qualcuno al proprio fianco non era così orribile. All'inizio fu difficile passare del tempo insieme, avevamo due caratteri profondamente diversi. Ricordo le sere in cui capitava che la facessi piangere per una battuta di troppo, e ripercorrevo la strada di casa calciando i sassi con le mani nelle tasche del giubbotti. Ma ricordo anche quando saltava fuori un problema e lei veniva da me, preferendo parlare con me che con i suoi parenti, sempre attorno a lei, e io venivo da lei, perché era l'unica persona con cui potevo parlare davvero.

Passavamo le giornate insieme, mi aiutava in matematica e io le facevo compagnia.

Decidemmo insieme di cambiare scuola e scegliemmo un campus nella periferia di Washington. E' proprio qui che comincia la mia storia.

La mattina del dodici settembre mi svegliai con il fastidioso suono della sua sveglia, mi infilai un paio di ciabatte e scesi al piano di sotto per una colazione sostanziosa. Eric caricò le nostre valigie sulla sua macchina e ci accompagnò all'aeroporto dove l'aereo ci aspettava. Dopo saluti fraterni, il nostro viaggio cominciò.

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