Continuerò a vivere per sempre nella fantasia.
Dahlia's Pov
Ho sempre amato il suono del pennello che si immerge nell'acqua per poi passare nel colore fino ad arrivare ad accarezzare il foglio. Sembra impensabile che ci sia gente che odi l'arte è che la trovi noiosa. Insomma, l'arte è magnifica è chi crede il contrario non può che essere un babbeo."Dahlia, tesoro, se non ti sbrighi farai tardi a scuola" vidi mia madre entrare nella stanza e sorridermi con dolcezza. I suoi occhi erano azzurri e limpidi, mentre i suoi capelli erano castano chiaro e corti.
"Non credo che cinque minuti di ritardo siano così gravi. E poi alla prima ora ho la professoressa Boucher è già tanto se si ricorderà di venire a scuola" feci riferimento con ironia alla mia professoressa di francese, la quale era un tantino smemorata.
Mi alzai sistemando con calma la gonna nera della divisa della scuola che indossavo per poi andare a mettere alcuni quaderni e alcuni libri nello zaino.
"Non fai colazione?" domandò dopo che vide che mi ero già messa lo zaino in spalla pronta per uscire di casa.
"No, mi fermo da William" risposi in modo quasi naturale.
Ormai il novanta per cento delle volte vado da lui a fare colazione.
"D'accordo, portali i miei saluti da parte mia" alzò leggermente la voce per farsi sentire visto che stavo percorrendo la rampa di scale che portava all'uscita.
"Lo farò!" strillai ormai raggiunta l'uscita della mia casa. Guardai il sole che stava iniziando a sorgere e sorrisi sentendo il canto degli uccelli farsi spazio nelle mie orecchie, guardai gli alberi muoversi a causa della leggera brezza di settembre, inspirai l'aria della campagna in cui si situava la mia amata casa. Ogni giorno fino a giugno mi lamento di quanto sia difficile abbandonare la campagna per andare in città, soprattutto se a scuola. Quando dico di abitare in campagna tutti pensano ad una specie di fattoria, ma la mia casa è l'opposto. Mia madre ha voluto vivere qui, lei adora la campagna e qualsiasi cosa riguardi i fiori o altre piante, e io come lei rifiuterai qualsiasi tipo di casa se dovessi abbandonare questa. Camminai sulla strada piena di buche e ghiaia ammirando il panorama che dava alle case delle poche persone che hanno deciso di vivere nella campagna di Montréal e sorrisi pensando che dovessi camminare per dieci minuti con la vista dell'erba ancora verde e con solo il suono del silenzio nell'aria.
Imprecai quando per sbaglio i miei piedi atterrarono su una delle tante piccole e grandi buche presenti sul terreno e continuai a camminare spedita fino ad arrivare al bar, Gran caffè, che si trovava vicino alla mia scuola e dove conoscevo da quando ero appena nata il proprietario, William.
"Buongiorno Dahlia" mi salutò appena le campanelle messe al di sopra della porta fecero come annuncio del mio ingresso.
"Ciao William" chiusi la porta alle mie spalle dirigendomi verso il bancone.
"Cosa ti porto oggi?" lo vidi asciugare con una mano un bicchiere in vetro appena lavato.
"Il solito" risposi guardandomi distrattamente in giro. Aspettai con calma ciò che li avevo richiesto e poco dopo mi porse il sacchetto contenente la mia colazione, presi una banconota lasciandola sul bancone e prendendo il sacchetto dalle sue mani.
"Non so quanti soldi ti devo visto che ogni volta mi paghi il doppio di quanto devi" mise i soldi che avevo messo sul bancone per poi porgermi il resto che puntualmente rifiutai.
"Puoi mettermeli sulla mia paga settimanale" li diedi una risposta che ormai era abituato a sentire.
"Lo dici sempre, ma quando lo faccio li rifiuti" spiegò chiudendo la cassa per poi guardarmi attentamente.
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SILENCE
ChickLit"Dahlia ti scava affondo penetrandoti con la sua semplicità e leggerezza"