Capitolo 3

376 46 40
                                    

Dahlia's Pov
Il suono della sveglia che suona quindici volte la mattina senza neanche accorgertene, tu che ti sei addormentata sulla scrivania con i fogli e le penne sotto la tua testa, mentre, sopra di essa il libro di filosofia che copre il tuo volto dai piccoli raggi di sole che filtrano dalla finestra. Sobbalzai sentendo il fastidioso rumore che emetteva la sveglia e mi guardai intorno vedendo Oliver seduto sul pavimento con la schiena appoggiata sul letto, mentre a mezz'aria aveva un biscotto in mano e nell'altra un quaderno. All'inizio non ci feci tanto caso, capitava spesso che ci addormentavamo in quel modo, senza neanche ricordarci di come fosse successo. E per via del dormi sveglia restai ancora qualche minuto seduta sulla scrivania con gli occhi chiusi, non riuscendo ad aprirli per la stanchezza, fino a quando non li riaprì sgranando gli occhi.

La scuola! L'interrogazione di filosofia! Non ricordavo nemmeno una parola di quello che avevo letto ieri sera.

"Oliver!" richiami il mio amico ad alta voce, cercando di svegliatelo.

"Oliver!" mi alzai, andando più vicino e urlando più forte, ma neanche stavolta mi sentì.

La solita storia. Io cerco di svegliarlo, ma non ci riesco. Entrambi abbiamo il sonno pesante, ma lui mi batte di gran lunga.

Velocemente presi la trombetta che usavo sempre per svegliarlo, visto che la mia voce, del tutto bassa, non la sentirebbe nemmeno una persona che a due metri di distanza da me.

"Sono in piedi!" si alzò di scatto quando suonai la trombetta di fianco al suo orecchio.

"C'è l'hai fatta, finalmente. Mettiti qualcosa di pulito e raccogli le mappe che hai fatto ieri notte, mi devi accompagnare a scuola" dissi senza girarci intorno per via del ritardo.

"Credo che abbiamo un problema" evitò il mio sguardo, e capì subito che aveva combinato qualcosa.

"Non ho fatto nessuna mappa" si grattò la nuca e io cercai di non fare una risata isterica.

"Dimmi che non è vero. Mi ucciderà, se non capisce che non è studiato" parlai in preda al panico.

"Puoi inventarti qualche scusa. Puoi dire che non hai fatto in tempo a prepararti, infondo la scuola è iniziata solo ieri" scrollò le spalle proponendomi una scusa perfetta che potrebbe essere usata con tutti i professori, ma non con Mr. Caron.

"Oliver, tu non lo conosci. Non è come Miss. Boucher, se con lui osi anche solo fiatare ti fa passare il resto dei tuoi giorni come se stessi vivendo l'inferno" scossi la testa contrariata.

"Stai esagerando" inarcai un sopracciglio e lo vidi mordersi il labbro inferiore con forza.

"Vedi il lato positivo. A quest'ora non farà a tempo ad interrogarti" indicò la sveglia e appena vidi l'ora sgranai gli occhi.

"Cambiati, raccogli i riassunti e il libro e mettili nel mio zaino" li diedi dei vestiti in mano per poi voltarmi velocemente e prendere i miei.

"Dahlia" mi richiamò, ma non li prestai attenzione.

Dove sono i miei vestiti?

"Dahlia" mi richiamò stavolta con un tono di voce più alto, ma continuai a cercare i miei vestiti continuando a non risponderli.

È possibile che non trovò mai niente in questa stanza?

"Dahlia Martin!" mi fermai di colpo puntando velocemente il mio sguardo su Oliver.

Quando usa sia il mio nome che il mio cognome insieme significa due cose: o che non li stavo prestando attenzione, o che ho combinato qualcosa di grave.

"Questi sono tuoi" mi lanciò i vestiti della mia divisa che presi al volo.

"Ecco perché non li trovavo" feci una smorfia guardandoli.

SILENCE Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora