Capitolo 54

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Dahlia's Pov
Vi siete mai chiesti perché l'uomo ha paura della morte, ma la morte non ha paura dell'uomo? Lo so, è una domanda talmente complessa quanto la persona che l'ha architettata. Fin da piccola ho sempre avuto il terrore della morte, ma crescendo ho capito che la morte è solo un frutto dell'immaginazione dell'uomo. Magari lassù come descritto nel Paradiso di Dante c'è una vita oltreterrena che mi aspetta, oppure semplicemente non ci sarà niente dopo la morte, nessun vivo potrà mai esserne sicuro al 100%. La morte spaventa l'essere umano, per noi non sapere cosa ci sarà dopo questa vita ci spaventa talmente tanto che alcune persone vorrebbero vivere in eterno.

Vivere in eterno non sarebbe male, ma cosa me ne faccio di una vita eterna quando posso vivere questa fino all'ultimo secondo?

Mugugnai qualcosa di incomprensibile quando mi rigirai tra le coperte sentendo i raggi del sole filtrare sul mio viso. Aprì con lentezza gli occhi che piano piano si adattarono alla luce del sole.

"Buongiorno" mi girai di scatto verso la voce che aveva appena parlato.

"Che ore sono?" domandai pensando che visto come brillava la luce del sole non fossimo di mattina presto.

"Le nove" mi rispose con calma.

"Le nove?!" sgranai gli occhi.

"Sei diventata sorda Dahlia?" mi incenerì con lo sguardo.

"Sono le nove e tu come lo dici oggi avessi bevuto due bicchieri d'acqua" ricambiai il suo sguardo.

"Ne ho bevuto uno" lo uccisi con lo sguardo e lui alzò le mani in segno di resa.

"Dobbiamo andare a scuola" dissi scendendo dal letto.

"Che problema c'è se oggi non ci andiamo?" domandò ributtando con un tonfo la testa sul cuscino.

"Tra poco ci sono gli esami Diego, e io non voglio essere bocciata, un'altro anno con Mr. Caron è peggio di vivere l'inferno" spiegai.

"Lo stai già vivendo Dahlia" lasciai perdere la sua risposta e velocemente afferrai la divisa della mia scuola.

"Vuoi andare davvero a scuola? La Dahlia che conosco io non l'avrebbe mai fatto" scosse a testa alzandola dal cuscino.

"La Dahlia che conosci tu è morta quando è morta la nostra relazione" li risposi bruscamente.

"Per quanto me lo rinfaccerai?" alzò gli occhi al cielo.

"Fin quando non capirai che proteggermi non serve a niente Diego. Ciò che ami lo devi lasciare andare e se mi ami dovresti lasciarmi libera" lo vidi alzarsi per poi venire verso di me.

"I-io no-n pos-so" balbettò.

"Mi riterrei responsabile di qualunque cosa ti possa succedere e-" lo interruppi bruscamente.

"Lasciami andare" lo pregai con lo sguardo e proprio quando il suo sguardo vacillò per un'attimo che scosse la testa allontanandosi da me.

"No. Mi fa male che mi odi, ma io non voglio vederti soffrire più di quanto tu stia male adesso"

"È Anais non è vero?" domandai vedendolo sedersi sul letto dandomi una visuale parziale del suo volto.

"Pensavi davvero che non ci sarei arrivata?" li sorrisi amaramente.

"No" lo vidi sorridere amaramente.

"Tu sei brillante e intelligente, solo, speravo che ci mettessi molto più tempo per capirlo" si strinse nelle spalle.

"Perché lasci che ti ricatti?" lo guardai con disapprovazione.

"Lei non mi ricatta. Sai bene cosa voglio avere e lei mi aiuta ad ottenerlo" si strinse nelle spalle.

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