Capitolo 29

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Dahlia's Pov
15 novembre. Una sola data e un solo giorno in un mese alquanto freddo e malinconico. Camminavo per le strade della campagna guardando la ghiaia ai miei piedi e con solo il rumore dei miei passi nell'aria. Non c'era ne il sole e stava nemmeno piovendo, c'erano solo delle nuvole grigie che mettevano tristezza e solitudine. Dopo che Christian se n'è andato sono rimasta nel prato un bel po' per pensare e sono giunta a una conclusione. Non mi abbatterò per un uomo, l'ho già fatto una volta e mi è bastato. Odiavo illudermi, soprattutto sugli uomini, mi ero illusa che Diego fosse una brava persona e da allora non ho mai fatto viaggiare la mia fantasia per pensare a cosa avrebbero fatto le persone nei miei confronti o a cosa sarebbe successo dopo. Ho sempre usato la mente e non il cuore e questo mi ha impedito tante delusioni di ogni tipo dalle quelle amorose a quelle quotidiane.

Sbuffai quando sentì il mio smartphone vibrare nella tasca dei miei pantaloni. Era l'ennesima chiamata che Amelì mi faceva e a cui non rispondevo. Sapevo per cosa mi stava chiamando, per la festa che lei ha organizzato e sicuramente vorrà sapere cosa mi metterò stasera.

"Finalmente hai risposto!" esclamò appena accettai la chiamata.

"Ero impegnata. Perché mi hai chiamato?" feci finta di non sapere del perché della sua telefonata.

"Dobbiamo prepararci. Oggi è il tuo compleanno e a proposito, auguri, dopo ti devo dare il mio regalo. Che ne dici se vieni da me?" parlò interrottamente senza darmi il tempo di risponderle.

"No!" esclamai in disaccordo.

"Perché no?" chiese confusa.

"Ecco..." lasciai la frase in sospeso per alcuni secondi.

"Ti dovrei raccontare una cosa" mi schiarì la gola.

"Non dirmi che hai uccisi qualcuno e hai bisogno di me per nascondere il cadavere" disse in tono di chi sapeva che sarei capace di farlo.

"Vorrei averlo fatto, ma no, non è questo" scossi la testa anche se lei non poteva vedermi.

"Allora cos'è?" chiese stranita.

"Se vieni da me così te lo racconto?" proposi non volendo dirglielo per telefono.

"Chiedo a Christian se mi porta" la sentì muoversi e mi irrigidì.

"No!" strillai.

"Mi spieghi cosa ti prende? Hai litigato con lui?" mi morsi il labbro inferiore con forza.

"No" risposi subito.

"E allora cos'è successo?" sembrava che mi stesse facendo un'interrogatorio.

"Ci siamo baciati" sussurrai in tono talmente basso da non avermi sentito nemmeno io.

"Puoi ripetere? Non ho capito cos'hai detto" disse con calma.

"Ci siamo baciati" dissi con voce bassa.

"Dahlia parla più forte per favore" sbuffò.

"Ci siamo baciati!" urlai tanto che penso che mi abbia sentito per fino Oliver che è lontano almeno ottocento metri da me.

"Cosa?!" urlò e dovetti allontanare il telefono dal mio orecchio per non diventare sorda.

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