Capitolo 46

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Dahlia's Pov
La luce filtrava dalla finestra e i raggi del sole sfioravano il mio volto e il mio corpo coperto da solo le lenzuola. Aprì lentamente gli occhi guardando il ragazzo che era addormentato al mio fianco. I suoi capelli erano del tutto scompigliati, i suoi occhi chiusi e sul suo viso c'era un sorriso adorabile. Nel mio viso si stampò un sorriso stupido che non riuscì a reprimere. Smisi di sorridere quando si posò una coccinella sul mio braccio, e posso dire che se agli altri le coccinelle portano fortuna a me portano sfiga, e le coccinelle ogni volta in questo periodo dell'anno me le ritrovo dappertutto, tanto che penso di essere attratta dalla sfiga quanto da loro. Con lentezza scesi dal letto infilandomi una felpa di Christian che trovai nel suo armadio e in silenzio uscì dalla stanza scendendo le scale a piedi nudi. Ormai gennaio e sono la prima a dire di indossare le calze ai piedi tutto l'anno, ma in questa casa ci sono i climatizzatori a mille ciò significa che c'era talmente caldo che anche Olaf di Frozen si sarebbe sciolto.

Arrivai in cucina in cerca di qualcosa da mangiare avendo fame. Il giorno prima io e Christian insieme a Lola abbiamo preso il gelato al cioccolato subendomi dei rimproveri da parte del ragazzo poiché mangiassi troppi dolci. Avevamo passato tutto il pomeriggio in giro fin quando non abbiamo accompagnato Lola a casa. Christian anziché accompagnarmi a casa ha pensato bene di portarmi a casa sua con la scusa che dovevamo studiare, invece abbiamo fatto tutt'altro.

Sbuffai quando aprì il frigorifero trovando tutti i cibi di questo mondo tranne ciò che interessava a me.

Perché qui mangiano tutti sano? Dovrebbero venire a casa mia, lì prenderebbero dieci in grammi in meno di due giorni.

"Che stai facendo?" trasalì quando mi ritrovai Christian alle mie spalle che mi studiava attentamente.

"Tu sei pazzo, mi hai quasi fatto prendere un'infarto" lo fulminai con lo sguardo ma lui non ci badò più di tanto perché era impegnato a studiare le mie gambe che erano scoperte.

"Smettila di avere quella faccia da babbeo nel volto" li diedi un piccolo schiaffo sul volto quando passai di fianco a lui per vedere se ci fosse qualcosa dentro alle credenze.

"Io non ho la faccia da babbeo" negò l'evidenza.

"Sì, c'è l'hai, tutti i giorni della tua vita. È impressa proprio nel tuo viso in questo momento" indicai il suo volto.

"Non è colpa mia se sei vestita così" mi stampai sul volto un sorriso sadico e li diedi un schiaffo leggero dietro alla nuca. Vidi sul suo viso la confusione toccandosi il punto in cui l'avevo colpito.

"Non è neanche colpa mia se ho voglia di picchiarti" lui alzò gli occhi al cielo e mi affiancò guardando anche lui dov'era puntato il mio sguardo.

"Cosa stiamo guardando esattamente?" socchiude gli occhi guardando il punto dov'era rivolto il mio sguardo confuso.

"Il nulla più totale aspettando che appiano delle kinder fetta al latte per sfamarmi" dissi a bassa voce.

"Qui non c'è cibo spazzatura" storse il naso.

"Le kinder fetta al latte non sono cibo spazzatura" scossi la testa.

"Mi correggo, cibo per bambini" mi sorrise in modo provocatorio.

"Non è nessuna di queste due, sono buone punto" mi imputai.

"Io non le ho mai mangiate da piccolo" disse con un cipiglio sul volto.

"Hai avuto una brutta infanzia, forse è per questo che adesso sei così scorbutico. Ma non ti preoccupare, c'è qui Dahlia a farti recuperare tutto ciò che non hai mangiato da piccolo" parlai in tono entusiasta.

"Mi preparerai ogni giorno il pranzo?" chiese speranzoso.

"Te lo puoi scordare se pensi che mi metta a cucinare. Il pranzo te lo fai tu, io ti dirò solo cosa devi mangiare" risposi puntandoli un dito contro.

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