Dahlia's Pov
C'è chi alle feste di compleanno come regalo porta ciò che tu avresti desiderato di più al mondo, chi invece è come tua madre e per il compleanno ti regala un pigiama che ti saresti cavato gli occhi pur di non averlo e poi c'è lui, Oliver Martel che come regalo di compleanno mi stava quasi per stritolare se Amelì non fosse intervenuta.E io che pensavo che la rabbia li era passata. Mi sbagliavo, era triplicata.
"Tu hai qualche neurone che non funziona!" esclamai contro di lui guadagnandomi un'occhiataccia.
"Ringrazia che non ti ho davvero uccisa" borbottò e alzai gli occhi al cielo.
Quando il campanello suonò Amelì mi incaricò di andare ad aprire perché lei era troppo occupata a scegliere quale rossetto mettersi e mi ritrovai di fronte il mio migliore amico con una faccia incazzata nera. Avevo balbettato qualcosa per poi scappare nella cucina e amarmi di un mestolo pronta a difendermi se fosse stato necessario. Mi aveva raggiunto e quando stavo per parlare lui mi aveva detto i peggiori insulti avvicinandosi a me con un sorriso perfido sul volto. Attuai una strategia di fare finta di voler correre a destra, ma poi sono scappata dalla parte sinistra e non riuscendo a prendermi il mio amico mi rincorreva. Vi dico solo che siamo stati ben dieci minuti con io che scappavo da ogni parte della casa e lui mi rincorreva fin quando non arrivammo nella camera di Amelì entrambi con il fiatone.
"Dovresti ringraziarmi tu che la tua moto è ancora intatta" incrociai le braccia al petto.
"Tu dovresti ringraziarmi che tu sia ancora intatta" sbuffai ma non replicai ne alla sua provocazione ne allo sguardo omicida che mi rivolse.
Ero seduta nel letto e dalla parte opposta c'era Oliver. Entrambi guardavamo la mia amica disperarsi non sapendo che colore sarebbe stato più bello sulle sue labbra. Io ero già pronta da un bel pezzo, Oliver invece era già venuto da casa vestito e preparato. Devo dire che la camicia nera non li sta tanto male e sono sicura che lo abbia pensato anche la mia amica perché quando Oliver è entrato nella stanza la mia amica per poco non sbavava.
"Questo o questo?" ci mostrò due totalità di rossetto che ai miei occhi e agli occhi del mio amico erano completamente uguali.
"Ma sono uguali" dicemmo contemporaneamente e ci scambiammo un'occhiata e per poco non scoppiammo a ridere.
"Non sono uguali. Vedete questo è una leggera tonalità più scura di questa" alzò in aria il secondo rossetto e poi il primo mentre io e Oliver la guardammo imbambolati.
"Ma che ve lo dico a fare? Voi due non capite niente di queste cose" sbuffò.
"Ci sei arrivata finalmente" alzò gli occhi al cielo e tornò a guardare i suoi rossetti borbottando parole incomprensibili.
"C'è l'hai ancora con me?" ne approffitai che la mia amica avesse finalmente smesso di domandare anche di che colore mettersi le mutande e mi avvicinai a Oliver e sporsi il labbro inferiore facendo gli occhi dolci. Lo vidi sbuffare e alzare gli occhi al cielo borbottando parole incomprensibili.
"No. Vorrei solo staccarti la testa" incrociò le braccia al petto.
"Allora non sei ancora arrabbiato con me" dissi e mi uccise di nuovo con lo sguardo.
"D'accordo. Ho sbagliato, ma era per una vera emergenza" alzò gli occhi al cielo e scosse la testa.
"È meglio se sorvoliamo l'argomento per ora" evitò il mio sguardo.
"Allora mi perdoni?" chiesi speranzosa.
"Forse" disse in tono vago.
"Sì!!!" lo abbracciai istintivamente mente e lo vidi alzare gli occhi al cielo. Restammo in silenzio e ritornai seduta dov'ero prima fin quando non tornai a parlare.
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SILENCE
ChickLit"Dahlia ti scava affondo penetrandoti con la sua semplicità e leggerezza"