Capitolo 11

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Dahlia's Pov
C'è un simbolo chiamato clessidra, che può avere diversi significati, come il tempo che passa e che ti sta portando via dal mondo, oppure la morte.

Il simbolo è inciso sotto la palla di neve nel legno e nella punta d'acciaio. Dopo essere stata ore a fissarle l'ho scoperto e mi sono sbattuta mentalmente una mano sulla fronte per non averli notati prima. Non erano rosso fuoco, ma erano incisi su di loro, come se la persona che li avesse fatti volesse far capire, che chi ha lanciato la freccia e chi ha posseduto la palla di neve, o è stata nelle mani fosse di quella persona, fosse sua. Ho cercato e ricercato quel simbolo, fin quando non me lo sono ricordata e con esso la propria storia. Quel simbolo significa la morte.

Lui mi conosceva? Conosceva Christian? Probabilmente quando io e Oliver siamo andati nella casa lui era lì a guardarci, nascosto da qualche parte, ma non ha fatto niente per impedirci di entrare. Non nascondeva nulla, voleva che noi entravamo in quella casa, forse non voleva far rivelare il suo volto, oppure, voleva che noi scoprivamo qualcosa, la domanda è il perché. Cosa c'entro io in tutto questo? E qual è il mio legame con Christian? Non avevamo nessun legame, e a parte Amelì frequentavamo persone completamente diverse. Dovevo guardarmi bene le spalle, non sono paranoie le mie, se lo fossero state allora non ci sarebbe stato quel simbolo inciso sia sulla freccia che sulla palla di neve.

So che c'entra Christian in tutto questo, ma non potevo chiederglielo, non mi avrebbe risposto, così con una scusa banale sono andata da Amelì e ora mi trovo seduta sul suo letto, mentre la guardo disperarsi.

"Tu non puoi capire" la guardai andare avanti e indietro parlando tragicamente e avere un'espressione completamente devastata sul volto.

"Io posso capire e come" parlai impassibile mentre la guardai soffiarsi il naso.

"Come puoi capire che Zayn si è sposato se a te non piace neanche?" mi guardò con gli occhi lucidi e un'espressione accusatoria.

"Devi fartene una ragione Amelì" mi alzai dal letto arrivando di fronte a lei e mettendoli le mani sopra le spalle, guardandola negli occhi.

"Puoi farti consolare da Tony" li proposi e lei scoppiò a piangere.

"Non diventerò mai Mrs. Malik" si asciugò con il fazzoletto le lacrime che erano appena scese.

"Ma puoi diventare Mrs. Landrey" dissi con un sorriso speranzoso che sparì subito dopo che lei mi uccise con lo sguardo.

"Amelì, tu hai il ciclo non piangi per Zayn, ma per via del periodo che succede una volta al mese a tutte noi due donne" dissi con calma e mi sedetti di nuovo sul letto.

"Non è vero" disse contrariata e inarcai un sopracciglio.

"D'accordo è vero, ma piango anche per Zayn" si sedette di fianco a me sospirando.

Almeno ha smesso di piangere.

"Forse possiamo farli lasciare e intrufolandoci nella sua casa" si girò di scatto verso di me e vidi i suoi occhi brillare per l'idea che aveva appena avuto.

"Io direi che devi andare a farti una bella doccia, almeno ti farà passare le idee malsane che ti passano per la testa" indicai con un cenno del capo il bagno che era accanto alla sua stanza.

"Le mie idee non sono malsane, ma sei tu che non hai il fegato per accettarle" incrociò le braccia al petto ostinata.

"Io il fegato lo ho eccome, ma se tu mi proponi di buttarmi da una scogliera alta centro metri e senza fondo, in quel caso significa che ho del cervello per non averlo fatto" dissi con calma e la vidi guardarmi con ammirazione per il mio esempio. Ogni volta che dico qualcosa di logico lei si stupisce, posso dire anche che gli esseri viventi hanno bisogno di mangiare, lei avrebbe la stessa espressione che ha ora sul volto.

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