Capitolo 14

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Dahlia's Pov
Penso che ognuno di noi abbia una sfumatura, come il bianco limpido e puro, come il blu soave e piacevole, oppure come il verde che trasmette energia e da vita. Invece, la mia sfumatura varia in base a cosa provo in quel determinato momento. Vi faccio un esempio. In questo momento sto dipingendo un quadro piuttosto solitario come lo voglio chiamare io, questo quadro è completamente nelle mie corde visto che è nero. Molte persone diranno che non esistono varietà di nero e c'è n'è solo una. Si sbagliano. Esiste il nero forte e intenso e il nero che tende a essere più chiaro o il nero che quando bello guardi rimani affascinata per quanto ti ipnotizza. Insomma, esistono vari tipi di nero, e io, in questo momento sto usando il nero che affascina, il nero che è stato definito petrolio per il suo grado d'intensità. Guardo il quadro davanti a me facendo una smorfia per non essere venuto esattamente come volevo. Ho fatto delle macchie sul foglio bianco e adesso non mi resta che aspettare che si asciughi per andare a disegnarci con la matita. Guardai le mie mani, che avevo usato per fare le macchie, essere completamente sporche di nero. Dovrei imparare a mettermi un paio di guanti, ma amo sentire la pittura al contato con le mie mani. Continuai ad ammirare la mia opera fin quando non sentì il campanello suonare e di conseguenza dovetti smettere di ammirare il quadro ritrovandomi ad aver capito che il quadro che avevo appena dipinto non era così perfetto come credevo all'inizio. Percorsi con lentezza le scale che portavano al piano di sotto ritrovandomi a maledire chiunque ci fosse dietro quella porta per le serie di volte che sta suonando il campanello.

"Sto arrivando" borbottai mentre aprivo la porta d'ingresso con le mani sporche di pittura.

"Finalmente! Pensavo che dovevo aspettare ancora!" guardai il mio migliore amico blaterare qualcosa mentre io lo guardavo con un sopracciglio inarcato.

"Hai finito?" domandai quando finalmente aveva finito di lagnarsi su quanto io sia lenta ad aprire la porta.

"No, il tuo amato animale domestico mi stava per mordere un dito. Stavo per trasformarlo in una salsiccia" indicò con un dito il cortile da dove si poteva intravedere il recinto di Pig.

"Prova a toccare Pig e trasformo te in una salsiccia" lo fulminai con lo sguardo.

"Andiamo Dahlia, devi ammettere che quell'essere è pericoloso. L'altro giorno si è messo in mezzo mentre camminavo e stavo per rimanerci secco" alzai gli occhi al cielo dirigendomi in bagno per togliermi la pittura dalle mani.

"È vero peccato che Pig non abbia centrato il punto, magari potrei finirlo io il suo lavoro" li feci un sorriso sadico al che lui alzò gli occhi al cielo.

"Al posto di minacciarmi dovresti ringraziarmi. Mi sono alzato presto e sono venuto da te" sentì dal bagno che aveva chiuso la porta di ingresso e si stava dirigendo anche lui in bagno. Non sono andata a scuola perché la sera prima Amelì mi aveva mandato un messaggio dicendomi che ci fosse una riunione sindacale e nessuno sarebbe andato a scuola.

"Che sorpresa! Oliver Martel che si alza prima delle tre del pomeriggio!" esclamai con tono di finta sorpresa.

"Ho sacrificato la mia giornata a letto per te quindi ringraziami" alzai gli occhi al cielo e mi asciugai le mani avvicinandomi a lui.

"Grazie" li pestai il piede e lui mi uccise con lo sguardo.

"Perché l'hai fatto?" esclamò alzando la gamba del piede dolorante.

"Dovevo vendicare Pig, lo vuoi trasformare in una salsiccia" dissi riponendo l'asciugamano al suo posto.

"Se lo meriterebbe più la padrona" lo sentì borbottare mentre lo superavo per andare nella mia camera.

"Hai detto qualcosa?" lo uccisi con lo sguardo.

"No, assolutamente" alzò le mani in segno di resa e lasciai perdere salendo le scale fino alla mia camera con dietro Oliver.

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