Dahlia's Pov
Guardai il ragazzo scendere dalla sua auto con un contenitore in mano mentre si avvicinava alla porta. Restai immobile in panicata nel vederlo, non me lo aspettavo, io mi aspetto tutto dalle persone, ma di certo non mi aspettavo di vederlo arrivare con tutto il suo splendore nel mio giardino. Sentì il campanello suonare e mi abbassai per non farmi vedere. Continuò a suonare il campanello e restai seduta per terra aspettando che se ne andasse, ma più suonava il campanello più sentivo che stavo cedendo.Due colpi forti si sentirono alla porta e poco dopo sentì la sua voce alta chiamarmi, "Dahlia so che sei in casa!" mi morsi fortemente le labbra e chiusi gli occhi per un momento alzandomi. Andai verso la porta e feci un respiro profondo prima di aprirla. Mi ritrovai di fronte il ragazzo con cui ero arrabbiata e vederlo di fronte a me la rabbia tornò a scorrermi nel corpo. Aveva delle occhiaie ben evidenti sotto agli occhi, le sue pozze azzurre non erano splendenti come il giorno che l'ho rivisto l'ultima volta, il suo aspetto era disordinato, indossava una felpa grigia con dei pantaloni della tuta dello stesso medesimo colore e i capelli erano completamente scompigliati. In mano aveva un vassoio ma da cui non si poteva vedere l'interno, i suoi occhi mi squadravano attentamente soffermandosi per un'attimo di troppo sul mio viso.
"Cosa ci fai tu qui?" parlai per prima con voce glaciale.
"Non ti ho ancora augurato buon compleanno" mi sorrise e fece cenno verso il vassoio bianco che aveva in mano.
"Me l'hai augurato. Adesso puoi andare" cercai di chiudere la porta, ma lui me lo impedì mettendo un piede in mezzo alla porta.
"Dahlia, voglio parlare con te" sospirò passandosi la mano libera tra i capelli.
"Io invece non voglio" ribattei incrociando le braccia al petto.
"Non comportarti da bambina e stammi a sentire" sbuffò.
"Sentiamo ciò che hai di così importante da dire" dissi sarcasticamente
"Posso entrare?" prima che potessi risponderli in modo assolutamente negativo mi prese i fianchi con una mano spostandomi d'un lato per poter passare. Sbuffai e chiusi la porta seguendolo in cucina, e prima che varcammo la soia mi ricordai delle cose che avevo appoggiato sopra il tavolo. Stavo per aprire bocca per dire una scusa per non lasciarlo entrare ma ormai aveva già varcato la soia della porta.
"Hai un nuovo arco?" appoggiò il vassoio sopra il bancone dov'era rimasto un po' di spazio.
"A quanto pare" continuò a guardare tutto ciò che era nel bancone con una faccia corrucciata.
"Sei ancora arrabbiata?" quasi non scoppiai a ridere per la sua domanda.
"Arrabbiata? Io sono incazzata nera con te è diverso" lo uccisi con lo sguardo.
"Mi dispiace" disse con un sospiro.
"Tutto qui? Davvero, ti sei impegnato" si morse il labbro inferiore e avanzò verso di me, restai ferma senza indietreggiare fino a quando non era a pochi centimetri da me.
"Lo sai che non sono bravo nelle parole" tornò a passarsi una mano tra i capelli scompigliandoli ancora di più.
"Si era capito" feci riferimento a lui perdeva la lucidità nel parlare.
"Senti Dahlia, ho fatto una cazzata, ti ho mentito m-" lo interruppi bruscamente non lasciandoli finire la frase.
"Risparmiati i convenevoli, ho capito dove vuoi arrivare e la mia risposta è un no" dissi in tono secco.
"Allora dimmi cosa devo fare per farmi perdonare" puntai il mio sguardo su i suoi occhi azzurri che mi stavano supplicando con lo sguardo.
"Uscire dalla mia vita" dissi in un sussurro quasi avendo paura di dirlo a voce alta.
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SILENCE
Chick-Lit"Dahlia ti scava affondo penetrandoti con la sua semplicità e leggerezza"