Capitolo 5

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Dahlia's Pov
Si dice che la stanza di una persona rappresenti la sua mente. Se stanza è immacolata e ordinata, anche la tua mente lo è. Invece, se la tua stanza è in disordine, se i jeans sono buttati sulla sedia e tutti spiegazzati, se nella tua scrivania sono presenti una pila infinita di libri di scuola, delle penne, evidenziatori, matite e del cibo di tutti i tipi, se il tuo letto è disfatto, e se ci sono dei quadri fatti da te, appoggiati ad ogni singolo centimetro delle pareti, allora ci sono due opzioni: sei nella stanza di Dahlia Martin, oppure, sei una casinista come me, e hai troppi casini nella testa proprio come la tua stanza. Sbuffai lasciando andare dalle mie mani un paio di jeans celesti a zampa di elefante stropicciati a causa di tutti i giorni in cui li ho lasciati sulla sedia. Visto che oggi è il secondo giorno in cui sono sospesa ho preso la fatidica decisione di pulire la mia stanza, ma non è stata una grande idea.

Neanche un'impresa di pulizie riuscirebbe a pulire il casino che c'è qui dentro.

Non ci posso fare niente, sto almeno tre ore a riordinare la mia stanza e il giorno dopo è come prima. Per questo riordino la mia stanza solo quando è necessario o quando la stagione cambia e alcuni vestiti non mi servono più. Come ora, mi dovrò sbarazzare momentaneamente, delle magliette corte e dei jeans corti, facendo prendere posto nel mio armadio alle mie felpe e ai miei jeans lunghi, che uso solo per uscire al di fuori della scuola, visto che la divisa consiste per tutto l'arco dell'anno scolastico. Noi studentesse dobbiamo ghiacciare indossando le gonne, mentre i ragazzi usano i pantaloni, lo trovo ingiusto, almeno potevano dare la libertà di decidere se indossare le gonne o i pantaloni.

Sbuffai per l'ennesima volta e promisi a me stessa di continuare a mettere in ordine solo dopo aver fatto una pausa. E questa pausa consisteva nel sedermi sul divano e mangiare qualcosa anche se non si ha fame e guardare la tv. Non guardavo la tv molto spesso, preferivo ammirare i quadri e la natura anziché dei personaggi davanti a uno schermo. Accesi la tv e cambiai ripetitivamente canale col telecomando fino a trovare ciò che trovavo, una spugna gialla che ha segnato per sempre la mia infanzia. A diciott'anni guardo ancora i cartoni, e non me ne vergogno, trovo che i telegiornali e le cronache che guardano gli adulti, siano noiose e prive di senso. Parlano sempre delle stesse cose, politica, solidi e affari, raramente parlano del pianeta o robe varie, si concentrano solo su cose futili come quelle dette precedentemente.

Mentre masticavo delle patatine e sorseggiavo della coca cola, mentre ero seduta sul divano in pelle beje e guardavo Spongebob e Squiddi parlare, Spongebob con la sua solita allegria e Squiddi con la sua solita depressione.

Sospirai e finì le patatine e la coca cola e quando Spongebob finì lasciando posto ad altri cartoni, spensi la tv e mi alzai ritornando nella mia camera. Sbuffai vedendo tutto il lavoro che c'era da fare e scossi la testa.

Lo farò domani.

Presi un foglio e mi sedetti sul letto mettendolo in grembo iniziando a tracciare delle linee con la matita sul foglio ancora bianco. Seguì la mia mano lasciandole libero sfogo di disegnare ciò che volesse senza pensare a un soggetto preciso. Chiusi gli occhi seguendo la mano e quando li riaprì vidi cosa avevo disegnato, una ragazza ranchinata su stessa, senza che si vedesse il viso, stringeva le sue ginocchia portandole più vicine al suo viso. I suoi capelli erano corti e il suo corpo magro, non c'era traccia di matita sul suo corpo, ma sono sicura che se avessi richiuso gli occhi e avrei lasciato che la mia mano prendesse il comando, avrebbe identificato quella ragazza come una persona che conosco. Lasciai che la mia mano continuasse il suo percorso, e che identificasse quella ragazza. Quando riaprì gli occhi i capelli erano diventati scuri, le sue ginocchia erano più visibili e si potevano vedere le mani che stringevano le ginocchia.

"Mi vuoi dire qualcosa?" parlai con la mia solita voce bassa, pensando che il mio subconscio mi potesse sentire. Sospirai non sentendo nessuna risposta.

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