Dahlia's Pov
Ho sempre odiato le persone che dubitano di te, si considerano tuoi amici, ma quando devono crederti non lo fanno. Anche se non è questo il caso, perché sia Oliver che io ci fidiamo l'un l'altro, odio lo stesso chi non crede alle mie parole."Sei sicura che non sia stato un puro caso che qualcuno abbia lanciato quella freccia?" lo vidi guardarmi in attesa di una risposta, che non tardò ad arrivare.
"Sì, ne sono più che sicura" annuì mostrandomi convita. Lo vidi annuire e schiarirsi la gola prima di tornare a riparlare.
"Molto bene. Sabato mattina sul presto, prima che il sole sorga" diede le indicazioni dopo essersi guardando intorno.
Entrambi siamo sempre molto prudenti nel dire dove andiamo o cosa facciamo alle persone, forse si tratta di diffidenza nelle persone, ma come si dice sempre, è meglio che solo le persone di cui ti fidi veramente sappiano dove sei. Varie volte la prudenza e la diffidenza mi hanno salvato, come dire sempre dove sono almeno ad una persona.
Annuì e cercai di memorizzare le indicazioni che mi diede. Tirammo con l'arco chiacchierando di cosa mi aspettasse l'indomani a scuola, l'interrogazione Mr. Caron, questa volta avevo un piano per non farmi sospendere per la seconda volta, non so se avrebbe funzionato, molto probabilmente mi sarei ritrovata in punizione, ma li avrei dovuto far capire che non può minacciare gli studenti con i suoi mezzi scadenti.
L'indomani mattina armata di ombrello passeggiavo per le strade delle campagna con la lingua fuori mentre le goccioline d'acqua mi bagnavano il corpo. Era una pioggia leggera e piacevole, non sarebbe servito aprire l'ombrello, ma quando sarei uscita da scuola avrebbe piovuto molto di più così, me lo ero portata con me. Mentre guardavo la ghiaia bagnarsi e qualche gocciolina colpiva la mia bocca aperta in cerca della pioggia, camminai fino ad arrivare al Gran Caffè, per fare colazione. Entrai e salutai a gran voce William che era indaffarato a servire una coppia di anziani seduti ad un tavolo vicino alla finestra.
"Il solito" dissi quando mi chiese cosa volessi, lo vidi mettere in un sacchetto la mia brioche alla crema e porgermelo. Quando stavo per posare i soldi, che avevo precedentemente preso, nel bancone lui mi fermò.
"Offro io" disse e non controbattei essendo in ritardo e avendo alla prima ora Mr. Caron. Promisi a me stessa, dopo aver salutato William ed essere uscita dal bar, di darli i soldi quando sarei andata a lavorare la stessa sera. Arrivai a scuola e salutai calorosamente Mr. Morin. andai nella mia classe e appena mi sedetti di fianco ad Amelì il professor Caron fece il suo ingresso.
"Spero si sia preparata Miss. Martin" mi fece un sorriso tutt'altro che piacevole squadrandomi da capo a piedi.
"Certo, Mr. Caron" dissi con un sorriso falso sul volto.
"Infatti, mi sono preparata a dovere" tirai fuori le mappe dal mio zaino, facendo sparire il sorriso nel volto di Mr. Caron. Vidi con la coda dell'occhio Amelì guardarmi, e poco dopo il suo sguardo corrucciato passò a uno sguardo di sollievo.
Lei ha capito. Mr. Caron, per quanto si ritenga intelligente, non l'ha fatto.
"Cosa significa?" il volto serio, lo sguardo che indugiava su ciò che tenevo in mano.
"Può sospendermi quanto vuole, non mi importa, ma lei non sta rispettando il diritto degli studenti. Non è perché facciamo arte non sappiamo le leggi, almeno, due persone in questa stanza le sanno, e se lei dice di essere così acculturato allora dovrebbe sapere cosa dice la legge 170 l'articolo 2 della costituzione" parlai guardandolo negli occhi, in pochi avrebbero avuto il coraggio di fare ciò che ho fatto, e la prudenza di cui parlavo prima in questo momento non l'ho messa, perché qui non è necessaria. Mr. Caron è un uomo tutto d'un pezzo, rigido e senza emozioni, in questo caso con lui non serve la prudenza, ma la schiettezza.
STAI LEGGENDO
SILENCE
ChickLit"Dahlia ti scava affondo penetrandoti con la sua semplicità e leggerezza"