Capitolo 43

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Dahlia's Pov
Quando la tua parte bambina emerge, non preoccuparti, è il lato adulto di te che si sta riposando.

Questa frase riassumere praticamente tutta la mia vita. Alcune volte mi comporto come se otto anni e altre volte mi comporto come se ne avessi venti, non c'è una via di mezzo. E in questo momento la parte adulta e matura che mantengo davanti a tutte le persone tranne davanti ad alcune è andata in letargo non volendosi più svegliare.

"Ti giuro. Stavo per riderli in faccia" ormai stavo parlando da almeno quindici minuti mentre mangiavo il mio piatto di torta con Christian davanti a me.

Mi chiedo come faccia a sopportarmi senza fiatare oltretutto, ascolta in silenzio ciò che dico mentre assapora il suo pezzo di torta guardandomi con i suoi occhi azzurri.

"No, mi è venuto in mente un altro episodio. È successo che..." continuai a allora parlare per altri dieci minuti aspettandomi che prima o poi mi interrompesse dicendomi che aveva ne abbastanza di sentirmi parlare ma non fu così, continuato a restare in silenzio ascoltando ciò che avevo da dire.

"Perché non mi racconti un'altra cosa Dahlia?" domandò finalmente quando avevo finito il mio lungo discorso sul perché amassi i fenicotteri.

Stavo pensando che fosse diventato muto.

"Cosa devo dirti?" chiesi ancora divertita da ciò che avevo raccontato precedentemente.

"Di cosa hai parlato con Erick" il mio sguardo parlato cambiò e lo vidi comodo sulla sedia appoggiando la schiena su di essa.

Guardai per un'attimo a terra dove c'era il gatto che si gustava il latte che li avevo dato per poi ripuntarlo sul ragazzo di fronte.

"Niente di che" mi riempì la bocca del dolce per non dover rispondere a tutte le domande che avrebbe voluto farmi.

"Tu menti, dimmi ciò che è successo davvero" mi ordinò, ma io masticai il pezzo di torta che avevo in bocca il più lento possibile per prendere più tempo.

"Si è avvicinato troppo a te?" ancora a guardarmi con i suoi occhi azzurri aspettando una risposta che non è arrivata.

"Non devo essere sempre io a tirarti fuori le parole dalla bocca, devi parlare. Parli tanto delle cose che ti piacciono per infastidire gli altri ma quando sono gli altri a chiederti qualcosa non fiati" sospirò tornando a parlare dopo alcuni secondi di silenzio.

Questa frase l'ho già sentita. L'ho sentita così tanto che ormai ci ho fatto un'abitudine e mi sono convinta anch'io che sia vera.

"Ti incazzeresti soltanto e litigheremo inutilmente" assunsi un tono serio pulendomi le labbra con il tovagliolo che avevo di fianco a me.

"Litigheremo anche se non parlerai" rispose e sapevo che aveva ragione.

"Mi ha detto che li piaccio" dissi in tono basso.

"Solo questo?" chiese non credendoci minimamente.

"Ha detto anche che mi aspetterà" sospirai ricordandomi la conversazione avuta con Erick.

"Ti aspetterà? Perché non se ne fa una ragione?" assunse un tono cattivo e io non li risposi non sapendo nemmeno io cosa dire.

"C'è altro?" domandò subito dopo.

"Abbiamo parlato del più e del meno, nient'altro" scrollai le spalle guardando il pezzo di torta ancora nel mio piatto.

"E come diavolo sei finita nel perderti a Montréal?" chiese in tono confuso.

"Ho rifiutato un suo passaggio rifilandoli la scusa che sarei andata a piedi. Solo che avevo voglia di camminare e casualmente mi sono dimenticata in quale strada sono passata" vidi un sorriso formarsi sulle sue labbra.

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