Capitolo 28

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Dahlia's Pov
Ho sempre pensato di non essere sana di mente, come dimostra infatti i comportamenti strani che ho, tutto quello che mi piace, oppure ciò che disegno. E ciò che io e Christian Leblanc stiamo facendo ne è la conferma.

"Sei pronta?" domandò con un leggero tono di voce alto.

"Se per pronta intendi che sono pronta a volermi quasi spaccare il naso. Allora no, non lo sono" feci una smorfia.

"Serve per sfogarsi Dahlia" sospirò affranto per la diciottesima volta per la sua spiegazione.

"E ti vuoi sfogare su di me?" mi auto indicai.

"Prometto che non ti farò male se tu non lo farai a me" promise ma non ci credetti minimamente.

"E allora a cosa ser-" non finì la frase che mi ritrovai a terra con un dolore assurdo alla schiena.

"Avanti Dahlia. Anche mia nonna avrebbe schivato quel colpo" ghignò.

Okay. L'hai voluto tu Christian, non avrò pietà.

Mi alzai velocemente pronta a sferrarli lo stesso colpo che aveva dato lui a me se non peggio, ma lo schivò soltanto.

"Sei troppo lenta" mi irrigidì e provai un'altra volta a sferrarli un pugno, ma lo schivò un'altra volta,

"Mettici più grinta Dahlia" mi incitò.

"Ancora troppo lenta" sentì una sensazione di rabbia propagarsi in tutto il corpo.

Adesso basta.

Con una velocità impressionante che non sapevo nemmeno io da dove l'avessi presa lo colpì all'altezza dello stomaco.

"Chi è il lento adesso?" domandai per ripicca e lo vidi sorridere ampiamente.

"Tu ovviamente" bloccai il pugno che stava per arrivare all'altezza delle mie spalle. E li spererai un'altro pugno all'altezza dello stomaco che lo fece atterrare a terra.

"Ti arrendi?" li porsi la mano come segno di pace ma fu una pessima idea visto che mi prese la mano buttandomi sopra il suo corpo.

"Ma ciao Dahlia" mi sorrise tenendomi entrambi i polsi bloccati.

"Sei un'idiota" lo uccisi con lo sguardo.

"E tu sei davvero una picchiatrice coi fiocchi. Chi ti ha insegnato a sferrare pugni così forti?" inarcò un sopracciglio.

"Il mio allenatore" risposi vagamente.

"Il tuo allenatore?" corrugò la fronte.

"Ti alleni a sferrare pugni alle persone con un allenatore?" tornò a domandare.

"Sì" annuì.

"E da quando?" corrugò la fronte confuso.

"Da quando ho iniziato" mi guardò male come per dire: non sei divertente.

"Da qualche anno faccio pratica con Oliver" scrollai le spalle.

"Perché non sono così sorpreso che lui centri qualcosa?" assunse un tono cattivo.

"Intanto se sono viva è grazie a lui. Tu per poco non mi uccidevi con il colpo che mi hai dato" lo fulminai con lo sguardo.

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