AYLA
Indossai il mio nuovissimo vestito rosso con stivali di pelle nera a tacco alto, e una giacca di pelle nera sopra.
Mi dipinsi le unghie di rosso per abbinarle alla mia gonna e asciugai i capelli in strati disordinati che cadevano sulla schiena e sulle spalle come una cascata di rame.
Applicai l'eyeliner, il mascara volumizzante e il rossetto bordeaux. Per finire, indossai i miei orecchini preferiti e borchie d'argento insieme agli anelli abbinati. Sembravo sexy , e mi piaceva. Quando le ragazze vennero a prendermi, mi riempirono di complimenti.
Roxane disse persino che ero abbastanza sexy da mordere, il miglior complimento che si potesse ricevere, per un lupo mannaro.
Come Roxane aveva detto al Winston's, il Lupine era aperto soltanto da poche settimane, ma tutto il clamore che lo circondava significava che ogni sera della settimana c'erano lunghe file di persone in attesa di entrare.
Erica, tuttavia, ci aveva procurato dei pass VIP - uno dei suoi fratelli aveva contatti con tutti i buttafuori de centro, compreso quello del Lupine - ed entrammo senza dover aspettare.
Mi sentivo sempre un po' in colpa a saltare la fila in quel modo, specialmente quando le persone che aspettavano ti guardavano con invidia, ma stasera non mi importava.
Ero li per lasciarmi andare e dimenticare quello stupido lupo mannaro che mi aveva messo quel marchio sul collo.
L'ingresso del club aveva un soffitto basso che dava la sensazione di entrare in una caverna.
A sinistra c'era il bar, retroilluminato con i LED che si accendevano a ritmo con la musica in schemi rilassanti.
A destra c'era il guardaroba, dove lasciammo le nostre giacche, e una scala che portava al mezzanino che dava sulla pista da ballo.
L'ambiente era di forma circolare e si apriva in un atrio, dove grandi gabbie appese alle travi ospitavano bellissime ballerine che si contorcevano sensualmente al ritmo della musica.
Umani e lupi mannari si mescolavano tra loro davanti all'enorme bancone del bar mentre tutti si accalcavano per ordinare le loro bevande.
Guardai la pista da ballo, che era piena di corpi che si strusciavano e di braccia che si contorcevano.
Il DJ mixava brani house dalla sua piattaforma rialzata che dominava la folla, incitando di tanto in tanto gli avventori a fare più rumore.
Roxane si spinse verso il bar e ordinò un giro di shot di vodka.
"Pensi che dovremmo prenderne altri visto che siamo qui?" gridò sopra la musica.
Avevamo già iniziato a bere nel taxi. ma Roxane non è mai stata una che si calmava facilmente.
"Almeno due giri", rispose Mia. "Sono fuori dal mercato ora! Avete sentito, ragazzi? Non avete nessuna possibilità con questa delizia", disse lei, scuotendo il sedere.
Prendemmo gli shot al bar prima di trovare un tavolo in piedi per stringerci intorno alla nostra boccia piena di blue curagao, gin, tequila, rum e vodka.
Facendo il conto alla rovescia, ognuna di noi ha preso una cannuccia e succhiò il più a lungo possibile.
Io e Roxane resistemmo più a lungo delle altre, ma alla fine riuscii a batterla. Lei si considerava la "party girl" del nostro gruppo, quindi fu un bel colpo per il suo ego.
"Domani sarà uno schifo". Erica ridacchiò. "Sono un tale peso piuma".
"Allora andiamo sulla pista da ballo, ora che puoi ancora stare in piedi" urlai, il che non era da me, perché non ero affatto una brava ballerina.
L'unica cosa in cui ero brava nella vita era la pittura, ma avevo abbastanza senso del ritmo per muovere i piedi e i fianchi decentemente.
Ci facemmo strada fino al centro della pista e comunciammo a sfoggiare la nostra mercanzia.
Gli uomini cominciarono ad avvicinarsi a noi e a flirtare con Erica, il che andava bene, dato che lei non era marchiata né accoppiata, ma, con mia sorpresa, gli uomini ci provavano anche con me.
O non mi riconoscevano o non gli importava che avessi il marchio dell'Alfa alla base del collo.
Considerando i recenti avvenimenti con Elijah, avevo concluso che, senza dubbio alcuno, gli uomini erano dei porci disposti a rischiare qualsiasi cosa, compresa la vita, se significava fare sesso.
"Non capisco", gridai sopra la musica a Mia dopo aver allontanato un altro uomo. "Sono marchiata proprio come te, quindi perché i ragazzi ci provano ancora con me?”
Mia mi risposto: "Perché il mio marchio è un marchio di accoppiamento e il tuo no".
Ancora una volta, la mia inesperienza nell'avere un amante durante la stagione significava che mi ero persa alcune conoscenze comuni.
"Il marchio di accoppiamento è di un rosso tenue intorno ai bordi, mentre il tuo è più livido e viola. I lupi mannari maschi possono anche percepire qual è l'uno e qual è l'altro, per evitare problemi" spiegò.
Che avessi un marchio di accoppiamento o meno, ognuno di questi ragazzi avrebbe avuto seri problemi se Elijah avesse scoperto che stavano cercando di portarmi a casa. E mi piaceva molto questa possibilità.
Dopo un'ora, Roxane portò Erica in bagno perché si sentiva male.
Io rimasi sulla pista da ballo con Mia, dimenandomi qua e là come se fossi stata a casa mia, nella mia stanza, senza che nessuno mi guardasse.
I drink avevano fatto il loro effetto, ormai.
Io e Mia ci aggrappavamo costantemente l'una all'altra per mantenerci in equilibrio, ed ero felice di aver deciso di non indossare i tacchi. Altrimenti mi sarei sicuramente slogata la caviglia.
Il DJ fece partire un sensuale pezzo reggaeton che fece fare coppia a tutti. Un tizio si avvicinò a me con un sorriso suggestivo in volto e mi tese la mano.
Era un lupo mannaro non accoppiato e. a quanto pare, anche senza partner ed era chiaramente dominante, dato che sorreggeva il mio sguardo senza problemi.
Era anche piuttosto sexy, con capelli dorati, sensuali occhi scuri e un fisico magro e scolpito.
"Ehilà, bella signorina", disse, prendendomi la mano e premendo le labbra vicino al mio orecchio.
"Ciao", risposi, dando un'occhiata a Mia con la coda dell'occhio.
Lei mi fece un occhiolino e scappò verso il bar, lasciandomi sola col bel lupo mannaro. Non mi dispiaceva la privacy.
Inoltre, se avesse provato a fare qualcosa, avrei potuto prenderlo a calci nel sedere. Avevo combattuto cinque maschi da sola nel bosco. Cos'era uno in un club pieno di gente, a confronto? "Come ti chiami?" chiese, alzando le sopracciglia verso di me in segno di aperto invito.
"Nessun nome", risposi. Era soltanto un bel viso da guardare e un bel corpo con cui ballare. Volevo che le cose rimanessero tali.
So che probabilmente avrei dovuto rifiutare. Ad Elijah sarebbe bastato annusare la mia pelle per sapere che un altro maschio mi aveva toccata.
Questo povero bastardo. Voleva chiaramente scoparmi, ma non sarebbe successo.
Mi fece girare e mi mise le mani sui fianchi, tirando la mia vita per premerla contro il cavallo dei suoi pantaloni.
All'inizio era divertente avere le mani di un altro uomo su di me, ma più la canzone andava avanti, più diventava scomodo.
Non era come il tocco di Elijah, che incendiava la mia pelle e mi faceva dolere dal desiderio. Non dissi nulla ma continuai a ballare. Dopo tutto, ero li per divertirmi, non per essere perseguitata.
Sentii la sua presa intensificarsi mentre si spingeva più forte contro di me, facendo oscillare la parte inferiore del suo corpo sulla mia. Quando la sua erezione rivestita di jeans diventò poco discreta, capii che era il momento di fermarsi.
Cercai di liberarmi dalla sua presa, ma lui non mi ha lasciò. Mi tirò solo più vicino a sé e cominciò a tirarmi su il vestito.
"Lasciami andare!" urlai, il mio grido attutito dai forti bassi della musica.
"Qual è il problema, piccola?", chiese lui, cercando di far finta di niente.
"Vaffanculo, verme!" gli urlai contro.
"Perché?" La sua voce era grondante di lussuria. "Ci stiamo divertendo".
"Non mi sto divertendo con te", gridai, con il cuore che mi martellava nel petto. "Quindi lasciami andare, cazzo!"
Improvvisamente, mi resi conto che mentre ballavamo ci aveva spostato verso il bordo della pista da ballo e ora mi stava tirando verso un angolo buio, vicino all'uscita posteriore.
Sbiancai.
"Dovresti sapere bene che non bisogna stuzzicare un maschio in calore, piccola", ringhiò, e all'improvviso mi trovai fuori nella gelida aria di novembre, con il sudore freddo che, insieme all'adrenalina che mi scorreva nelle vene, faceva tremare il mio corpo in modo incontrollabile.
Mi spinse contro il muro di mattoni del vicolo vuoto, i suoi occhi luminosi e pieni di lussuria.
Ora non potevo più nascondere il mio panico. "Cosa...p-pensi di fare?" gridai.
"Dai, piccola, sciogliti", disse lui, le sue mani come morse, inchiodate nei miei fianchi.
"Voglio tornare dentro", replicai.
"Non preoccuparti, lo faremo. Restiamo qui per un po', godiamoci l'aria fresca... conosciamoci".
Mi guardo con intento subdolo. Sapevo cosa stava cercando, e avevo bisogno di allontanarmi da lui in ogni modo possibile.
"Ho freddo. Ho bisogno di tornare dalle mie amiche" risposi, cercando di spingerlo via. Si avvicinò, nel tentativo di baciarmi. "No, fermati!"
Poggiò la mano sul mio seno per palparlo con violenza. "Rilassati, piccola, non ti farò del male".
"No!" urlai io, lottando contro la sua presa.
Cercai di tirare pugni, gomitate e ginocchiate, ma lui era più forte di quanto pensassi, e gli effetti dell'alcool mi avevano reso debole e scoordinata.
Mi sentivo impotente mentre la sua bocca e le sue mani mi violavano.
Mi strinse di nuovo il seno e io guail. "Fermati!"
Ma lui non si fermava e non parlava. Aveva solo una cosa in mente.
Mi sollevò contro il muro e mi strappò le mutandine, soffocando la mia bocca urlante con la sua mano.
Le lacrime mi bruciavano gli occhi mentre lui armeggiava con la cerniera, gli occhi selvaggi.
Nessuno verrà a salvarti pensai. Le parole mi tagliarono come il vento freddo che sferzava nel vicolo vuoto.
Fra esattamente quello che doveva aver pensato lei. Nessuno verrà a salvarti.
E per un secondo, riuscii a vederla: Emily, che lottava, urlava, implorava aiuto.
Chiusi gli occhi e cercai di allontanare l'immagine, ignorando le dita gelide di lui che mi tiravano la pelle, bruciandomi con viscerali fitte di rabbia, rimpianto e impotenza.
Mi sentii uscire dal mio corpo, e quando abbassai lo sguardo, c'era Emily al mio posto.
Cercai di urlare al bastardo di togliersi di dosso, ma non uscì alcun suono dalla mia bocca. Cercai di colpirlo, ma le mie mani passarono attraverso il suo corpo.
Emily. No. Non di nuovo. Sono qui questa volta.
Tornai di scatto nel mio corpo. Qualcuno, chiunque, mi aiuti!
Mi sforzai di tenere le gambe chiuse e spingere le mani sulle mie parti intime, ma lui usò la sua coscia per divaricare le mie, poi allontanò con facilità la mia mano dal suo obiettivo.
Improvvisamente, un ringhio profondo e orribile riempì l'aria, e sentii il peso del corpo del mio aggressore scomparire, accompagnato da un urlo straziante.
aprii gli occhi e sussultai per lo shock. Era davvero lui?

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La Vergine Del Branco
WerewolfAyla è una lupa mannara di diciannove anni che nasconde un segreto: è ancora vergine. L'unica vergine del branco. È decisa a superare anche il periodo di calore di quest'anno senza cedere ai suoi impulsi primordiali, ma quando incontra Elijah, l'Alf...