Questo è ciò che serve

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ELIJAH
Non c'e mente di comparabile alla vista di due uomini adulti che discutono su chi sia il padre migliore.
Questo era quello che stavamo vedendo svolgersi nel mezzo del pranzo a sorpresa di Ayla e mi sentivo sempre più furioso ogni secondo che passava.
"Tu non hai idea dei sacrifici che ho fatto!" Disse Rowan,con il petto gonfio e la barba due volte piu grande del solito.
"Vuoi davvero parlare di sacrifici?" Esclamò Robert "Che ne dici di crescere una bambina per tutta la vita e darle tutto!"
"L'avrei fatto io stesso, se avessi potuto"
"Facile a dirsi quando arrivi dopo ventuno anni!". Guardai Ayla, con gli occhi spalancati, paralizzata, mentre osservava prima un uomo poi l'altro se c'era qualcosa di cui la mia compagna non aveva bisogno in questo momento, era questo.
"Non sai nemmeno di cosa sia capace tua figlia!" Gridò Rowan "Di che cosa sia fatta veramente. E perché lei..."
NO, Non avrei permesso a Rowan di tirare fuori le ragioni per cui avevamo perso il bambino. non qui non in questo modo "BASTA!" Gridai, facendo diventare l'intera sale del banchetto stranamente silenziosa.
Nessuno osava parlare quando l'Alfa alzava la voce nemmeno i due patriarchi come Rowan e Robert Mi avvicinai lentamente a loro, abbassando la voce.
"oggi si tratta di Ayla non di nessuno di voi due" Entrambi chinarono il capo, vergognandosi. leggermente Bene, pensai Devono vergognarsi.
Ma quando mi voltai a guardare Ayla, aveva le lacrime agli occhi si voltò e corse fuori dalla stanza "Aspetta!" Gridai "Ayla!"
"Va tutto bene", disse Roxane, seguendola "Ci penso io, Elijah"
Volevo consolare io stesso la mia compagna Ma riconobbi anche che forse in quel momento ciò di cui aveva bisogno era di una presenza femminile Se qualcuno poteva aiutarla in questo momento, quella era Roxane.
Mi girai verso i due padri "Sapete entrambi che è fragile in questo momento e decidete comunque di fare una scenata? Ma che vi passa per la testa!"
"Mi dispiace, mio Alfa", disse Robert, abbassano la testa, sottomesso "Ho agito per il bisogno di sentirmi protettivo "
"E tu, invece?" dissi, rivolgendomi a Rowan.
"Il tuo Beta voleva discutere su come affrontare una minaccia come Konstantin non ho visto nulla di male nell'impegnarmi..."
"non voglio sentire scuse", ringhiai on eri abituato a uomini come Rowan, estranei al branco che pensavano di essere al di sopra delle nostre tradizioni.
un luccichio folle brillò intensamente negli occhi di Rowan e mi ricordai di quello che ci aveva detto: che non era del tutto lupo, non del tutto divinità.
Ma allora cos'era?
"Non hai idea a chi tu stia parlando veramente, Alfa", disse a bassa voce. "Ho commesso un errore e lo ammetto. Per Ayla. Ma non mi inchino a nessun Alfa".
La faccia tosta di quell'uomo mi fece ribollire il sangue. Al diavolo i poteri che sosteneva di avere. Gli avrei fatto assaggiare ; la sua stessa medicina, se non fosse stato attento.
"Osi mancarmi di rispetto nel mio stesso Rifugio del Branco?", dissi, avvicinandomi a lui.
Ero a tanto cosi dal dare una lezione a Rowan quando Melissa si fece avanti.
"Non è colpa sua, Elijah", disse. "Io... ho istigato tutto. Non volevo che nessuno parlasse di lavoro e forse ho reagito in modo eccessivo..."
"È vero?" Chiesi, rivolgendomi a Robert. Lui fece un piccolo cenno.
Scossi la testa. Tutto stava diventando sempre più complicato ogni secondo che passava. Pensavo che Ayla sarebbe già tornata alla sala dei banchetti con Roxane.
Ma non c'era ancora traccia di loro. E fuori cominciava a fare buio.
"Ascoltatemi", dissi. "Voi tre siete i suoi genitori. In questo momento, ciò di cui Ayla ha bisogno è il vostro amore e la vostra fiducia Questo è tutto. Niente battibecchi. Niente litigi.
per il suo bene, vi prego, mettetevi d'accordo, va bene?"
Questa volta, anche Rowan fece un cenno di assenso con la testa. Almeno questo era deciso. Questo pranzo a sorpresa aveva preso una brutta piega.
Speravo solo che Ayla non se la fosse presa troppo male.

AYLA
Ogni volta che sentivo che stavo facendo progressi, che ero più me stessa, che il mondo stava diventando leggermente più sopportabile, succedeva qualcosa del genere.
Un dito medio direttamente dall'universo. A ricordarmi che nulla era migliore, e che tutte le sorprese, gli abbracci e i baci non potevano cancellare quello che mi era successo.
Ad Elijah.
A quella che doveva essere la nostra famiglia.
Le lacrime mi scorrevano dagli occhi mentre uscivo di corsa dal Rifugio del Branco, senza accorgermi di essere seguita.
"Ayla! Aspettami!"
Mi voltai e vidi Roxane che mi inseguiva. Continuai a camminare. Non mi sarei fermata per nessuno nemmeno per la mia migliore amica. Sarebbe stata solo un'altra finzione, un'altra messa in scena.
Avremmo finto che tutto fosse a posto quando chiaramente non lo era.
"Ayla. per favore!" Gridò dietro di me. "Non posso correre con tacchi.
Questo è ridicolo". Alla fine mi voltai. "Non ti sto chiedendo di seguirmi, Roxane. Sto perfettamente bene da sola".
"Ragazza", disse lei, scuotendo la testa, ansimando, "dopo quello che è appena successo li dentro, so che non può essere vero". Roxane era qui per farmi un discorso d'incoraggiamento. Per farmi tornare dentro. Per asciugare le mie lacrime e farmi sembrare bella e presentabile.
Neanche morta...
In quel momento non mi interessava una parola di quello che lei o chiunque altro avesse da dire. Continuai a camminare, avvicinandomi ora alla strada e notando una fermata dell'autobus.
"Sei seria, Si?!", gridò lei dietro di me. "Dove vuoi andare adesso?"
"Ovunque, ma non qui".
Alla fine mi fermai e mi sedetti vicino alla fermata dell'autobus, incrociando le braccia. Avevo deciso. Roxane si sedette accanto a me, sudata.
Prese un fazzoletto dalla borsa e si asciugò il sudore dalla fronte. Poi me ne offrì uno nuovo. "Sto bene", le dissi.
"Penso che tu non stia bene per niente. E per una buona ragione. È stato così strano. E per tanti motivi. A proposito, come fai a correre così veloce? Sono così fuori forma?"
"Mi libera la mente. Muoversi. Correre. Fare qualsiasi cosa per non parlare o pensare". Roxane scrollò le spalle. "Mi sembra corretto. Non sono molto esperta in quel campo. Preferisco parlare. Ma... se l'attività senza pensieri è ciò che preferisci in questo momento, ho qualche idea".
Tirò fuori il suo telefono, e io scossi la testa. A volte la mia amica riusciva a essere così sprovveduta e contraddittoria.
"Roxane", dissi, frustrata, "non puoi avere qualche idea ed essere senza cervello allo stesso tempo".
"Au contraire, amica mia!", esclamò lei teatralmente. "Controlla il tuo telefono".
Lo tirai fuori. Stava già ronzando così velocemente che riuscivo a malapena a stare al passo con i messaggi che arivavano.
Roxane:Ragazze, questa è un'emergenza. Cosa state facendo tutti?
Erica:Mi guardo a ripetizione Vere Compagne di nuovo.
Mia: Seriamente, Erica...
Erica: cosa? C'è della bella roba lì dentro!
Erica: di più
Erica: sto cercando un buon fermo immagine per la mia foto profilo di Shifter.
Roxane: Ragazze? Concentratevi!
Mia: ho appena fatto mangiare il bambino, come va Roxane?
Roxane: dobbiamo radunarci al Lupine, la più grande festa del anno è ORA.
FACCIAMO FESTA
Erica: al club in pieno giorno?, la fila sarà pazzesca.
Mia: non so se posso lasciare Harry con il bambino. Lui... è tipo in capace di cambiare un pannolino.
Erica: sì e io ho un mio primo appuntamento con uno sconosciuto su Shifter, quindi...
Roxane: Erica, RIMANDALO!
Roxane: Erica, BASTA con il bambino. Lo facciamo per Ayla.
Ayla: Grazie Roxane, ma non è davvero necessario.
Roxane alzò lo sguardo dal suo telefono verso di me."Ma sei seria?"
"Roxane", dissi con un sospiro, "non voglio andare per locali in questo momento. Sembra l'ultima cosa al mondo di cui ho bisogno". "Avevi detto che non volevi pensare. Hai detto che volevi del movimento. Ayla. Questa è la soluzione perfetta".
Un autobus girò l'angolo, rallentando alla nostra fermate, e io mi alzai in piedi. "No!", disse Roxane, bloccandomi la strada "Non salirai su quell'autobus".
Prima che potessi fermarla, mi strappò il telefono di mano. "Ordiniamo subito un taxi e usciamo proprio come facevamo una volta" "Roxane" le dissi, cercando di prendere il mio telefono "Ridammelo".
"Non puoi scappare senza il tuo telefono, vero?", chiese lei con un sorrisetto.
La porta dell'autobus si aprì e l'autista diede un occhiata curiosa.
"Allora?", chiese. "Salite o cosa?".
Ringhiai a Roxane, ma lei chiaramente non aveva intenzione di cedere. "Va bene", dissi infine all'autista. Lui scosse la testa, esasperato, poi continuò per la sua strada.
"Ora, posso chiamare un taxi o no?". Chiese Roxane.
Roteai gli occhi. "Dammi il telefono".
Erica: lo facciamo o no? Il mio appuntamento non può aspettare per sempre.
Erica: Harry è piuttosto nervoso per il fatto che esco, ragazze.
Mia: ci siamo tutte?
Ayla: ok, ci vediamo tutte tra trenta minuti.
Roxane: woow, balliamo stronze.
Mia: ok, ok
Erica: Mi cambio subito.
Roxane: ci vediamo tutte lì.
Anche se non avevo voglia di ballare, dovevo ammettere che Roxane stava raddoppiando i suoi sforzi per essere una buona amica in questo momento.
Se c'era qualcosa che poteva togliermi dalla mente le stranezze della giornata, era un pomeriggio di bevute e sculettamenti
"Puoi ringrazianni più tardi", disse Roxane con un occhiolino.
Il taxi si fermò qualche minuto dopo e mentre salivamo guardai indietro verso il Rifugio del Branco, dove tutti stavano ancora aspettando.
"Elijah?" Chiesi. "E tutti gli altri?"
"Dimenticali", disse Roxane."Oggi si tratta di te, anche stasera".
Con un accenno sul capo, salii sul taxi.
La giornata non poteva peggiorare, giusto?

La Vergine Del BrancoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora