Mettersi in fila

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                                      ELIJAH

Non ero stupido. Sapevo che i miei genitori non erano venuti in città per il desiderio di riavvicinarsi.
Dopo la morte di Aaron avevano chiarito quali fossero le loro priorità. Certo, ero colpevole quanto loro per non essere rimasto in contatto, ma avevo diciotto anni quando hanno iniziato il loro girovagare per il mondo.
Avevo perso mio fratello. avevo bisogno di loro più che mai. Invece di assicurarsi che stessi bene, mi hanno messo in mano il Branco e, nello stesso istante, mi hanno detto adieu.
Potevo anche essere l'Alfa, ma non significava che avessi tutte le risposte.
È stato un sollievo, quando mi sono svegliato, vedere che la loro macchina non c'era più.
Dopo che Ayla se ne è andata a letto ieri sera, mi aspettavo qualche tipo di spiegazione, diavolo, forse anche delle scuse. Invece abbiamo solo parlato dei loro viaggi e ho ascoltato le loro critiche e le lodi a persone che non ho mai conosciuto.
Perché la cosa mi agitava? Tanto non sarebbero rimasti per sempre. Tempo una settimana e se ne sarebbero andati via un'altra volta.
Forse li avrei rivisti tra altri dieci anni. Fino a quel momento ero più che soddisfatto di ricevere una o due cartoline che mi mandavano ogni tanto.
Comunque, me ne sarei occupato più tardi quella sera. Ora ero finalmente solo e potevo iniziare a lavorare sulla montagna di scartoffie che affollavano la mia scrivania.
Mentre aprivo la prima cartella della pila, sentii un leggero battere alla porta della mia camera.
"Sì? Entra", dissi.
"Spero che non stiamo interrompendo nulla", iniziò mia madre, entrando a passo di valzer con mio padre, come se fossero loro i padroni del posto. "Quando avete eliminato le segretarie? Mi sento così maleducata a entrare senza qualcuno che mi annunci".
"Mi piace quello che hai fatto con l'ufficio, figliolo", disse mio padre, esaminando la stanza. "Hai assunto qualcuno o hai fatto il lavoro da solo?
"L'ho fatto da solo. Quella carta da parati e quegli arazzi non facevano per me".
"Non avrai buttato via gli arazzi, vero,Elì? Erano pezzi inestimabili del patrimonio del branco".
Ovviamente fu quella la prima cosa che le venne in mente. Era lei che si era assicurata che io crescessi conoscendo ogni pezzo di tradizione e di storia del branco.
Quando ero un ragazzino, prima di cena mi faceva recitare i nomi degli ultimi venti Alfa e quello che ognuno di loro aveva fatto per  contribuire al nostro branco
"Dov'è quella testa calda di tua moglie?", chiese Daniel.
"Non lo so", risposi.
"Stringerei di più il guinzaglio con lei, se fossi in te", rispose lui. "E una mina vagante, e non si puo immaginare quali altre ‘dichiarazioni’ potrebbe fare".
"Non sono il suo guardiano, papà. È una donna adulta".
"Beh, stando alle notizie, sembra che tu sia l'unico a pensarla così", interviene mia madre. "Quella trovata che ha fatto al Festival è stata inconcepibile. Noi eravamo dall'altra parte del mondo e l'abbiamo saputo, santo cielo".
"Io e lei ci stiamo lavorando, mamma. Non ho bisogno che tu sia qui a interferire".
"Al contrario, penso che sia esattamente quello che lei ha bisogno che facciamo. È evidente che non ha il concetto di dovere o di tradizione. Daniel, puoi aiutare a spiegare a nostro figlio l'importanza di quello che sta succedendo".
"Elijah, devi capire che Ayla non è cresciuta come te. Sappiamo che non puoi scegliere con chi accoppiarti, quindi non stiamo dicendo che tutto questo sia colpa tua, ma lei è molto giovane, figliolo.
"Semplicemente non capisce cosa significa essere a capo del branco. Quando ti abbiamo lasciato al comando, sapevamo che era in buone mani. Tu sei stato preparato per questo. Lei no".
"Quindi, cosa? Stai dicendo che il branco non è in buone mani?", domandai, perplesso.
"No, a dirla tutta non lo è, Elì. Questa famiglia
è stata a capo del branco per cinque generazioni, e questa nullità di ragazza potrebbe otfuscare la nostra intera eredità".
Ne avevo abbastanza dei loro insulti. Erano i miei genitori, ma c'era una linea che non avrei permesso loro di superare.
"È della mia compagna che stai parlando, madre".
"Si, lo so bene. Le sue umili origini sono di dominio pubblico, caro. Non c'è bisogno di arrabbiarsi”.
"Siamo qui per aiutarti a risolvere questo piccolo intoppo, Elijah. Se tu, tua madre e io ci sediamo con Ayla, so che possiamo farle capire che la coesione del branco è più importante delle sue fantasiose proteste".
"Papà, te l'ho detto, ci stiamo lavorando insieme".
"E come sta andando?", rispose mia madre. "Hai ventinove anni, Elì Cosa pensi che succeda quando l'Alfa di un branco raggiunge i trenta e non ha ancora avuto dei cuccioli? La gente inizia a preoccuparsi. Altri Alfa iniziano a osservare il tuo territorio".
"Devi tenerla sotto controllo e iniziare a cercare di fare una famiglia, Elijah è una tua responsabilità come Alfa".
Prima che potessi dire un'altra parola, Josh entrò dalla porta, ignaro del battibecco che stavo avendo con i miei genitori. Li vide e poi mi guardò.
"Posso tornare dopo", disse, iniziando a ritirarsi.
"No, se ne stavano giusto andando", risposi, felice di porre fine alla conversazione.
"Josh, sei tu?", chiese mia madre, raggiante. "Oh, che bell'uomo sei diventato. Ho anche sentito che ti sei accoppiato".
"Salve, signora Norwood, signor Norwood. Si, è passato un po' di tempo. Questo è il motivo per cui sono qui. Elijah , le nostre adorabili mogli hanno dato di nuovo filo da torcere alla scorta di Ayla. I miei ragazzi stanno perdendo la pazienza".
Grande, era proprio quello di cui avevo bisogno in questo preciso istante.
Guardai mia madre, che era sul punto di pronunciare qualche battuta compiaciuta del tipo "te l'avevo detto". Ci fissammo negli occhi e capii subito che non sarebbe rimasta in silenzio. Era un'occasione troppo ghiotta per non farlo.
"Sì, sembra proprio che tu abbia una presa salda sulla tua comopagna". disse. mordicchiando l'estremità dei suoi occhiali
da sole. "Beh, visto che qui è tutto sotto controllo, penso che dovremmo andare a cercare un posto dove pranzare, Daniel. Non credi?"
"Si, lasciamo in pace Elijah. Vedremo te e Ayla stasera, figliolo. Manhattans alle otto. Niente scuse".
Mi assicurai di accompagnarli alla porta e la chiusi non appena furono usciti.
La mia vita stava passando da "male" a "merda totale", ma il primo ordine del giorno era assicurarsi che Ayla fosse al sicuro.
Quella era la quarta volta che lei e Roxane sfuggivano alle sue guardie del corpo. Avevo insistito che fossero tenute d'occhio fin da quando quella strana donna, Eve, si era presentata al Ballo di Yule l'anno scorso dicendo a Ayla che era in pericolo.
"Non sapevo che i tuoi genitori fossero in città", disse Josh.
"Nemmeno io, fino a ieri sera. Non vedo già l'ora che se ne vadano".
"Vuoi, uh... parlarne?", disse Josh, sentendosi chiaramente un po' in imbarazzo, ma anche obbligato a domandare. La comunicazione interpersonale non è mai stata il suo forte.
"Va tutto bene", risposi. con grande sollievo di Josh. "Adesso dobbiamo capire dove sono le nostre mogli".
"Dato che è l'ora del brunch di giovedì, credo di avere una buona idea di dove Roxane e possa aver portato Ayla".
"Ottimo, puoi andare a prenderle? Devo sistemare alcune cose qui".
"Si, nessun problema. Le riporterò qui immediatamente".
"Manda Ayla direttamente nel mio ufficio. Io e lei faremo una lunga chiacchierata".
                                    AYLA

La dolcezza frizzante della mimosa era esattamente ciò di cui avevo bisogno. Una ragione in più per cui ero felice di non essere incinta.
"Allora, lei com'è?", chiese Roxane.
"Oh, Charlotte è un vero sogno", risposi. "Praticamente mi ha detto in faccia che pensa che io sia troppo giovane per stare con suo figlio, e che sono stata immatura a non seguire il rituale. Chi diavolo è lei per mettermi sotto processo, quando è lei che ha praticamente abbandonato suo figlio per dieci anni".
"E hai detto che stanno da te?"
"Si, nella casa degli ospiti, anche se dubito che se ne staranno per conto loro".
"E il padre di Elijah?"
"Non è viscido come sua madre. ma ha la stessa mentalità ristretta. Lei è letteralmente la peggiore".
"Cavolo, ricordami di dare alla mamma di Josh un grande abbraccio quando la vedo. La cosa peggiore che Nancy abbia mai fatto è stata dirmi che pensava che le mie patate avessero bisogno di più sale".
"Non ho nemmeno voglia di andare a casa. È davvero una brutta situazione, Roxane. Non c'è modo di ragionare con quella donna. È bloccata in una macchina del tempo. E come se le avessero fatto il lavaggio del cervello con la tradizione e non abbia idea di quanto sembri pazza".
"Perché non riuniamo le ragazze e facciamo un viaggio questo fine settimana? Questo la terrebbe fuori casa".
"No, poi penserà che stia scappando. Non posso darle questa soddisfazione".
"E Elijah? Lui cosa pensa?"
"Ad essere onesti, non abbiamo avuto un momento da soli, da quando sono arrivati".
"Ayla, tesoro, devi parlare con lui", rispose Roxane, mandando giù un altro bicchiere. "Non hai nemmeno risolto la questione dei bambini. Più aspetti, più grande sarà tutto questo quando esploderà".
"Lo so, lo so", risposi, versandomi un altro bicchiere di mimosa. "Ho solo bisogno che il calore si trattenga per qualche altro giorno".
"Parla per te", disse Roxane mentre imburrava una focaccia. "Non vedo l'ora che giunga la mia prima stagione con Josh. Ho pianificato un sacco di sorprese sexy per lui. Quel povero ragazzo avrà a malapena il tempo di dormire".
"Oh mio Dio, Roxane, fermati", dissi, ridacchiando. "Non voglio avere questa immagine nella mia testa".
"Chi lo sa, potresti imparare una cosa o due", rispose Roxane, dando un morso alla sua focaccia con fare seducente.
Mi stavo divertendo con Roxane, ma allo stesso tempo non potevo fare a meno di sentire che stavo passando l'intera mattinata a dimostrare che Charlotte aveva ragione.
Una donna forte non avrebbe seminato la sua guardia del corpo per andare a fare il brunch. Una donna forte avrebbe atfrontato quella donna a testa alta, e questo era esattamente ciò che intendevo fare.
                                    ROXANE

Feci segno al cameriere di ordinare un'altra caraffa.
Volevo bene ad Ayla, davvero, ma a volte rendeva la sua vita più complicata del necessario.
Dopo tutto, era accoppiata all'Alfa del branco. Tipo, buongiorno, quanto potevano essere brutte le cose?
Ovviamente non potevo dirglielo.
In quel momento, tirarla su di morale era la priorità numero uno.
Ed era per quello che quella mattina avevo fatto in modo di allontanarmi da tutto ciò che riguardava il branco. Inoltre, il succo d'arancia e lo champagne guarivano tutte le ferite.
"Cosa stai facendo?", domandai, cogliendo Ayla che si guardava alle spalle.
"Niente, è solo..."
"Cosa? Sputa il rospo, ragazza".
Ayla si sporse dall'altra parte del tavolo, come se stesse per dirmi un segreto riguardante il branco. La mia voglia di pettegolezzo iniziò a fremere.
"Da quando abbiamo lasciato il negozio, ho avuto questa strana sensazione... come se fossimo osservate".

La Vergine Del BrancoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora