Veleno per pranzo

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                                       ELIJAH

"Mamma, questo è esattamente il tipo di cosa che ti avevo chiesto di non fare".
“Non ho la più pallida idea di cosa tu stia parlando, Elì. Sto semplicemente organizzando un bel pranzo per la tua compagna e alcuni suoi amici e familiari".
Faceva sempre così, riorganizzava le cose per adattarle alla sua visione, anzi alla sua versione, della realtà. L'aveva fatto quando Aaron era morto e lo stava facendo di nuovo adesso.
A volte pensavo che ci credesse davvero, ma c'era sempre una parte di me che rimaneva scettica. Era troppo furba per cadere vittima di queste illusioni ostinate.
Il pranzo fu una completa sorpresa per me.
Dopo che Ayla e io abbiamo avuto il nostro momento nella sala del consiglio, parlai con i miei genitori e loro accettarono di trasferirsi in un posto in città. Questo alleviò
certamente la tensione a casa, ma voleva anche dire che non potevo tenerli d'occhio.
Ora guardavo come la sala da pranzo del Rifugio del Branco veniva trasformata con tovaglie e piatti stravaganti che ti avrebbero fatto pensare che l'Alfa del Millennio stesse venendo in visita.
"Questo va qui, caro", chiamò mia madre, facendo cenno a uno del personale. "Chi ha messo questo cucchiaio? Non vedete che è macchiato?" Aveva in mente qualcosa, ne ero sicuro.
"Elì, sciò, sciò. Questo pranzo è solo per noi ragazze. Vai a prenderti cura del tuo branco".
Le diedi un'ultima occhiata, sperando di scoprire qualsiasi trucco che potesse nascondersi nei suoi occhi. Ayla era sembrata stranamente ricettiva quando mi aveva detto del pranzo, quindi forse erano entrambe disposte a voltare pagina.
Se così fosse stato, non avevo intenzione di mettermi in mezzo.

                                    AYLA

Passai le mani sulla mia gonna, lisciandola prima di andare lungo il corridoio che conduceva alla sala da pranzo.
Avrei voluto indossare dei pantaloni. ma Roxane mi ha convinto che sarebbe stato troppo casual, così indossai dei collant e cercai il vestito invernale più pesante che possedessi.
Era un bene che Elijah tenesse il Rifugio del Branco al caldo durante i mesi invernali, ma ero comunque infastidita dal fatto che mi ero cambiata soltanto per Charlotte.
"Buon pomeriggio, signora Norwood", salutò entusiasta la domestica appostata fuori dalla porta. Era una giovane ragazza dagli occhi grandi, con i capelli biondo scuro intrecciati alla francese in uno chignon ordinato e due nèi sulla guancia sinistra.
"C'è una parola d'ordine?", chiesi dopo che non la vidi muoversi...
"Oh, mi dispiace tanto, sono proprio sbadata. Sono stata distratta dal suo vestito. E così bello. Oh mio Dio, mi è permesso parlare così tanto con lei? Sono così dispiaciuta. Non so mai quando stare zitta".
"Va tutto bene. Nessun problema", risposi sorridendo. "Grazie per il complimento. Mi piace come ti sei fatta i capelli".
"Davvero?", disse lei, raggiante. "Grazie, signora Norwood. E un tale onore conoscerla. Lei è il mio più grande modello di comportamento".
"Cosa intendi?"
"Tutto quello che sta facendo per le giovani lupe. Farci capire che possiamo prendere le nostre decisioni. E stimolante vedere la nostra donna Alfa prendere la posizione che ha preso al Festival".
Non ero sicura di come rispondere. La sola idea di essere un modello di comportamento mi colse di sorpresa. Bella ironizzava con me a questo proposito ma io non avevo mal pensato a niente del genere.
Inoltre, questa ragazza aveva forse qualche anno meno di me. Come poteva ammirarmi?
“Grazie per le tue parole gentili", dissi, "ma non voglio farli aspettare li dentro".
"Certo, mi dispiace di averla trattenuta, signora Norwood", rispose lei, aprendo la porta.
Mi aspettavo di vedere solo Elijah e i suoi genitori, ma invece fui accolta da un tavolo pieno di tutte le mie più care amiche e familiari.
Mia madre, Bella, Marilyn, Roxane e, Mia... anche Erica era li.
"Beh, non stare li impalata, tesoro. Vieni a prendere posto come nostro ospite d'onore".
“Che cosa ci fate tutte qui?", chiesi camminando verso il tavolo.
“Ora che siamo una famiglia, ho pensato che sarebbe stato un bene per tutte noi ragazze fare conoscenza. Dopo tutto, sappiamo tutte chi comanda davvero nel Rifugio del Branco", disse Charlotte con un sorriso scherzoso. "Ecco, prendi posto", disse, tirando fuori la mia sedia.
Feci un'espressione a Roxane come per chiederle "che diavolo sta succedendo", ma lei si limitò ad alzare le spalle.
"Ora, vorrei fare un brindisi a mia nuora", disse Charlotte, alzando il suo bicchiere.
"Ayla, cara, ne hai passate tante in quest'ultima settimana, e ammetto che l'arrivo di Daniel e io sia stato... un po' sconvolgente.
"Vorrei scusarmi per questo. Penso che tutti noi avremmo potuto comportarci meglio, ed è per questo che ho organizzato questo incontro. Penso che sia il momento di ricominciare da capo, Ayla. Ai nuovi inizi e al futuro di questa famiglia".
Tutte applaudirono e fecero tintinnare i bicchieri. Immagino che Elijah avesse ragione: forse Charlotte aveva un lato sincero, dopo tutto.
"Bella, tesoro, quando nascerà?", continuò Charlotte. "Hai quel bagliore da madre in attesa".
"Oh, grazie, Charlotte", rispose Bella arrossendo. “Partorirò tra tre settimane. Allora avremo un'altra piccola signora che si unirà a noi a tavola".
"Sono sicura che anche tu sia impaziente, Melissa".
"A dir poco", disse Bella.
"Ehi, sono stata molto brava a non ficcare il naso nelle cose".
"Mamma, tu vai a pranzo con la mia ostetrica tre volte a settimana".
"Siamo colleghe, Bella. Non tutto riguarda te", rispose lei con un sorriso colpevole. "Ma per rispondere alla tua domanda, Charlotte, non vedo l'ora che arrivi il mio primo nipote".
"Il primo di molti, sono sicura", rispose Charlotte.
Mentre i camerieri uscivano con la prima portata, Charlotte continuò la sua conversazione.
"E, Mia, tu hai già un cucciolo, vero?" "Sì, due gemelli in realtà. Hanno quattro mesi adesso".
"Avresti dovuto portarli", disse Roxane. "Sono letteralmente i bambini più carini che abbia mai visto".
"Sono con il loro padre per il pomeriggio, quindi se mi vedi controllare spesso il telefono è per quello".
“È una mossa coraggiosa, lasciare Kyler ed Emmett da soli con Harry".
"Lo so, è per questo che tornerò tra due ore. Piccoli passi".
"E tu, Roxane?", disse Charlotte "Hai dei figli all'orizzonte?"
"Vedremo. Io e Josh li vogliamo sicuramente, e ora che è giunto il calore non sarei sorpresa se avessi un annuncio da fare prima del nuovo anno".
"Santo cielo, sembra che presto ci potrebbe essere un intero branco di piccoli che scorrazzano qui intorno. Erica, quali sono i tuoi piani?”
"Non sono accoppiata", rispose Erica, un po' sulla difensiva.
"Capisco", rispose Charlotte. "Beh, la stagione è alle porte, mia cara. Forse questo sarà il tuo anno fortunato. Marilyn, tesoro, cos'è che mi dicevi l'altro giorno sul fatto che la salute di un branco si basa sul patrimonio della sua posterità?"
Lanciai a Marilyn uno sguardo interrogativo.
Aveva parlato con Charlotte alle mie spalle? Perché non mi aveva detto nulla, quando sono andata a trovarla l'altro giorno?
"Penso che tu stia prendendo le mie parole un po' fuori contesto, Charlotte", rispose Marilyn con calma. "Quello che ho detto è: la coscienza collettiva di un branco migliora quando sa che il futuro è stabile, e parte di questa stabilità comporta l'allevamento di una buona scorta di cuccioli".
"Sì, sì, ma sintetizzando, avere dei bambini è un bene per il branco. Su questo penso che tutte a questo tavolo siano d'accordo. Non credi, Ayla?"
A quel punto iniziavo proprio a sentirmi a disagio. Tutto questo pranzo sembrava non riguardare tanto la conoscenza reciproca, quanto il fatto che tutte quelle che mi circondavano nella mia vita stavano avendo dei bambini.
"Certo", risposi con cautela. "Sono felice che i miei amici e mia sorella abbiano scelto di avere figli. Non è qualcosa da prendere alla leggera".
"Non potrei essere più d'accordo", rispose Charlotte. "Molte cose possono cambiare quando si decide di avere figli, o di non averli".
Fece una pausa per assicurarsi di avere la mia completa attenzione, e improvvisamente mi sentii come se fossimo le uniche due persone nella stanza.
"Altre aree della tua vita che potresti anche non pensare siano collegate possono venirne influenzate. Il tuo lavoro, i tuoi hobby... il tuo compagno. No, mettere su famiglia non è assolutamente qualcosa da prendere alla leggera".
Quella fu l'ultima goccia. Sotto il suo aspetto da pecora, adesso, vedevo il lupo che vi era celato..
Non c'era alcun modo, per me e lei, di riconciliarci. Anche se fossi rimasta incinta l'indomani, non le sarebbe importato nulla di me. Voleva solo tenere in braccio un nipote, un nipote Norwood.
"Charlotte, non devi fingere che io ti piaccia".
"Cosa vuoi dire, cara?"
"Questa recita non funzionerà. Non mi farai pressione per avere un bambino circondandomi di donne che ne desiderano uno. Amo ognuna di queste donne con tutto il mio cuore, e rispetto le loro scelte, ma non mi farebbero mai pressioni per mettere su famiglia come stai cercando di fare tu adesso".
"Quando smetterai di vedermi come un cattivo, Ayla?"
"Quando smetterai di comportarti come tale e comincerai a rispettarmi".
“È difficile rispettare qualcuno quando pensa solo a se stessa, tesoro".
"Questa è bella", ribattei. "L'unica ragione per cui sei tornata qui è stata quella di assicurarti che l'eredità della tua famiglia non venisse macchiata da una parvenu".
"Ayla, Charlotte, per favore smettetela", supplicò Melissa, alzandosi in piedi.
"Bene, puoi pensare che io sia orribile, ma sarò sempre la madre di Elijah, e lo metterò sempre al primo posto.
"Questo è ciò che significa essere accoppiati, signorina. Si fanno sacrifici. Elijah è fatto in quattro per soddisfare i tuoi capricci, e tu cosa hai fatto in cambio? L'hai messo in imbarazzo di fronte a tutto il branco e l'hai privato della più grande gioia che un lupo possa avere. Non meriti mio figlio, e non lo meriterai mai".
Le parole di Charlotte mi scavarono dentro come acido mentre il mio cuore affondava nel mio stomaco.
Non avevo intenzione di darle la soddisfazione di vedermi piangere.
"Scusatemi, signore, ma non credo di poter rimanere". Non appena lasciai la sala da pranzo, mi precipitai nel mio ufficio e chiusi la porta a chiave.
Scivolai in lacrime sul pavimento, incapace di controllare il dolore che mi stava sopraffacendo. Non potevo fare a meno di negare a me stessa che c'era un fondo di verità nelle parole di Charlotte.
In quel momento non volevo vedere nessuno tranne Elijah. Volevo sentirlo, e volevo che mi dicesse che io ero abbastanza, che ero la sua compagna, e che mi avrebbe amato per sempre.

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