AYLA
Mentre preparavo il caffè, mi sforzavo di sentire qualsiasi dettaglio che potessero lasciarsi sfuggire mentre ero fuori dalla stanza. Le conseguenze di quanto accaduto durante la serata di Selene non furono così gravi come temetti.
Dopo lo shock iniziale, tutti si scambiarono dei convenevoli; erano i miei suoceri, dopo tutto.
Elijah, tuttavia, li portò via velocemente.
Voleva che rimanessi alla serata, ma io desideravo venire via con loro. Dovevano chiaramente avere un motivo per presentarsi proprio in quel momento, e io non volevo essere tagliata fuori.
Finii di mettere insieme il vassoio e lo portai nel soggiorno, dove tutti erano seduti. Sorrisi alla madre di Elijah e lei ricambiò con un sorriso educato. Sapevo che mi stava giudicando.
“Charlotte, se posso chiedere. come facevate tu e Daniel a sapere della festa di mia sorella?"
"Oh, tesoro, che domanda sciocca", rispose lei con una risatina bonaria. Mentre rideva batteva i suoi occhiali da sole firmati contro le labbra, come se pensasse che questo le donasse un'aria pensierosa.
“Sappiamo sempre dove si trova Elijah", continuò, prendendo la tazza di caffè come se non ne avesse mai vista una prima. "Elijah, tutte le tue porcellane sono a lavare?"
Volevo farmi piacere questa donna, davvero, ma se questo era il suo modo di agire non ero sicura di quanto ancora potessi sopportare.
"Dove alloggi?", chiese Elijah, cercando di cambiare argomento.
"Cosa vuoi dire?", domandò Daniel. "Hai ancora la casa degli ospiti, vero?"
No, neanche morta. Spostai delicatamente il mio piede su quello di Elijah e premetti sulle sue dita dei piedi.
"Non sono sicuro che sia all'altezza degli standard di mamma", controbatté.
Bravo, ragazzo.
"Ah, possiamo arrangiarci", rispose Daniel, sorseggiando il suo catfè. "Inoltre, alloggiare da qualche altra parte vanificherebbe lo scopo della nostra visita".
"E quale sarebbe questo scopo?", chiesi nel modo piu innocente possibile.
"Beh, conoscerti, cara", rispose Charlotte. "Volevo vedere che tipo di donna era accoppiata a mio figlio".
"Se eri così interessata, saresti potuta venire alla nostra cerimonia di accoppiamento", disse Elijah in tono Severo.
"Non dire sciocchezze, Elì. Le cerimonie di accoppiamento sono un mucchio di fasto e trambusto. Non è che devi trasformarti o che altro".
Charlotte lasciò che le ultime parole le scivolassero sulla lingua come acido.
Che nobile stronza.
Quindi tutto questo riguardava il Festival della Fertilità. Avevo causato uno scandalo, e ora voleva vedere chi aveva rovinato il perfetto mondo Alfa di suo figlio.
"Hai decorato questo posto da sola o hai assunto qualcuno?", domandò Charlotte mentre esaminava la stanza.
"L'ho fatto da sola", risposi.
"Lo immaginavo", commentò lei, portando la sua tazza alle labbra. "Hm", disse, annusando.
"C'è qualcosa che non va? Posso portarti qualcos'altro da bere", le offri.
"No, questo è meraviglioso", rispose lei, posando la sua tazza. "Penso solo di non essere più in vena di liquidi. Elì, cosa ti ha spinto a comprare quel quadro? E un po' amatoriale, o era quello l'intento?"
"L'ha dipinto Ayla, a dire il vero", rispose Elijah. "Ha la sua galleria personale".
“Quindi è questo che fai, quando non fai notizia", osservò Charlotte, continuando a masticare i suoi stupidi occhiali da sole.
"Elijah, che ne dici di mettere a frutto quei muscoli e alutarmi a portare dentro le nostre borse?", disse Daniel, alzandosi in piedi.
Elijah lanciò un'occhiata come per dire che non poteva farci nulla, e io risposi con un sorriso forzato.
Guardai lui e suo padre lasciare la stanza e mi sentii come se fossi stata abbandonata su un'isola con una leonessa affamata.
“Non hai idea di quanto tu sia fortunata", disse Charlotte, appoggiandosi alla sua sedia. "Avevo ventiquattro anni quando mi sono accoppiata con Daniel. Quanti anni hai detto che hai?"
"Venti".
“Quindi ne avevi solo diciannove? Oh, questa è bella", disse lei, divertita. "Ora capisco tante cose. Diciannove, oh cielo".
"Scusi?"
"Stavo cercando di capire perché hai ritenuto importante mettere in imbarazzo mio figlio e tutto il nostro branco. Ma ora è chiaro che non avresti potuto fare nient'altro. Non preoccuparti, chiariremo tutto in un autunno".
"In realtà sapevo esattamente cosa stavo facendo", risposi di scatto.
"E cosa pensavi di fare, tesoro?"
"Protestare contro un rituale arcaico che mi faceva sentire estremamente a disagio".
"Ti sei mai chiesta perché, in migliaia di anni di esistenza del Branco, tu sia stata la prima a rifiutare di trasformarti?"
"I tempi cambiano". "Sì, mia cara, i tempi cambiano, ma le persone no".
"Chiaramente", mormorai sottovoce. "Forse dovrei andare a vedere se Elijah e Daniel hanno bisogno di aiuto".
"Non ce n'è bisogno", disse Elijah,tenendo in ogni mano una valigia di pelle fastidiosamente ingombrante
"Sei sicuro? Posso andare a mettere le lenzuola sul letto".
"No, posso farlo io quando metto giù queste valigie", disse Elijah.
"Beh, in questo caso, se non sono più necessaria, penso che andrò a letto per la notte".
"Sono solo le nove e mezza". protestò Daniel. "Stavo per preparare a tutti dei Manhattan".
"Posso rimandare a domani?"
"Certamente. Ci vediamo domattina, mia cara”, rispose.
"Quanto vi fermate tu e la mamma?", chiese Elijah.
"Ti sei già stancato di noi?". disse Charlotte, giocando di nuovo con i suoi occhiali da sole.
Giuro che avrei voluto strapparle quegli stupidi affari di mano e spezzarglieli a metà. Che faccia tosta aveva quella donna, venire in casa nostra e dirmi che la mia protesta era infantile.
Non mi importava che fosse mia suocera: questa donna stava per scoprire che tipo di donna adulta fossi.
"Sienna e io abbiamo molto da fare", disse Elijah. "Sai com'è gestire un branco. Voglio solo assicurarmi che tu capisca che non saremo sempre presenti".
"Non preoccuparti per noi, Elì. Io e tuo padre non abbiamo bisogno dei babysitter. Sappiamo che lo fai già abbastanza", disse lei, portando lo sguardo su di me.
Questa stronza se le sta cercando.
"Buonanotte a tutti. Charlotte e Daniel, ci vediamo domattina".
"Mi alzerò tra poco", disse Elijah. "Cercherò di non svegliarti".
"Oh, non preoccuparti per me, tesoro", risposi, afferrandolo per il viso e unendo le mie labbra alle sue. Mi assicurai che la mia lingua esplorasse tutta la sua bocca prima di lasciarlo andare. "Non metterci troppo".
Lanciai uno sguardo compiaciuto a Charlotte, che rodeva in silenzio.
Quando chiusi la porta della camera da letto capii che non avevo alcuna intenzione di rimanere in casa l'indomani.
Dovevo trovare una scusa per uscire.
Ayla: Cosa fai domani?
Roxane: non molto in realtà, perché?
Ayla:a I genitori di E si sono presentati alla festa ieri sera.
Roxane: Oh mio dio, hai bisogno di me, adesso? come sono?
Ayla: No, domani va bene vengo a prenderti alle 9,il papà sembra simpatico.
Ogni volta che io e Roxane avevamo bisogno di stare tra noi ragazze, dovevamo liberarci delle guardie del corpo che mi accompagnavano tutte le volte che uscivo da casa mia o dal Rifugio del Branco.
Pensavo che avere la sicurezza fosse stupido, considerando che ero una lupa dominante che sapeva cavarsela da sola, ma ora che c'erano letteralmente delle folle fuori dal Rifugio del Branco che volevano "addomesticarmi" non mi dispiaceva averle intorno.
Da quando Roxane si era accoppiata con il Beta di Elijah, Josh, abbiamo dovuto entrambe trovare il modo di adattarci alle nostre nuove vite. La sua transizione è stata molto più facile della mia, però. Roxane amava tutti quei vestiti eleganti e quelle regole del galateo.
A differenza di me, lei ha sempre amato essere al centro dell'attenzione.
La mattina dopo, mentre mi infilavo le scarpe, preparai qualche scusa per non poter restare a colazione, ma una volta scesa al piano di sotto Elijah mi informò che i suoi genitori erano già usciti per la giornata, il che mi andava bene.
Sua madre poteva anche non tornare mai più, per quanto mi riguardava.
Quando arrivai da Roxane, lei stava già aspettando fuori. I pettegolezzi erano la sua forza vitale, e sapeva che stava per averne abbastanza da sfamarla per un mese.
Si rannicchiò sul sedile posteriore e mi gettò immediatamente le braccia al collo.
"Si! Non ho proprio chiuso occhio ieri sera, dopo il tuo messaggio".
"Non è così eccitante come credi".
"Stai scherzando? Questo è meglio di quando Mia ha scoperto di essere incinta di due gemelli!"
"Dobbiamo sempre parlare di bambini?"
"Scusa, scusa! Me n'ero dimenticata".
"Dove andiamo, signora?", chiese la mia guardia del corpo. Vorrei davvero che non cambiassero turno tanto spesso, cosi potrei almeno ricordarmi i loro nomi.
"Uptown, per favore, andiamo a provare qualche vestito", rispose Roxane.
"Shopping di vestiti? Non potresti essere più creativa".
"Non mi hai dato molto preavviso, Si. Non posso fare molto".
"Suppongo che faremo cosi allora", dissi sarcasticamente.
Il vestito scelto da Roxane negozio non avrebbe potuto essere più femminile. La mia guardia del corpo era chiaramente a disagio, in piedi tra gli espositori floreali e i manichini vestiti in modo sgargiante.
"Proviamo questi", disse Roxane, prendendo dei prendisole a caso dallo scaffale.
Dopo che ci fummo allontanate dalla guardia del corpo, una delle ragazze che lavorava li si avvicinò, Roxane le porse i vestiti e una banconota da cinquanta dollari.
"Jas, fai finta di andare a mettere via i vestiti per noi, e dopo dieci minuti puoi dire loro che siamo scomparse, così non finirai nei guai".
"Non è un problema", rispose l'intrepida adolescente.
Di solito mi eccitavo ogni volta che progettavamo una fuga, ma quella volta avevo un brutto presentimento.
"Roxane, forse dovremmo restare con la mia guardia del corpo questa volta. Ho fatto incazzare molte persone al Festival. Non mi interessa se ci sente parlare".
"Si, ti prego", rispose Roxane, tirando fuori dalla sua borsa un berretto, una sciarpa e un grande paio di occhiali da sole.
"Credi forse che non avrei preso in considerazione la tua sicurezza? Scappiamo solo per un'ora o due. Non essere così spaventata, Madame Alfa".
Una voce dentro la mia testa mi diceva di non andare, ma forse ero troppo prudente.
"Hai ragione, andiamo", dissi, indossando il travestimento.
Jas ci condusse in fondo al corridoio e sbloccò l'uscita di emergenza.
"Ok, mi hai stupita", dissi mentre correvamo fuori dalla porta e nel retro di un taxi col motore acceso.
"Vedi, ho pensato a tutto, ragazza".
"Non vedo l'ora che tutto questo finisca".
"Siamo in due. Josh si è super incazzato per quello che è successo, ma l'ho rimesso in riga".
"Non dovevi farlo, Roxane".
"Stai scherzando? Cioè, se io fossi stata nei tuoi panni avrei lasciato che Josh mi montasse come non mai. Più gente c'è, meglio è. Mi eccitano questo tipo di cose. Ma ogni lupo è fatto a modo suo. Questo è il punto, giusto?"
"Uno dei punti, sì", risposi ridendo. "Come sto?"
"Da schifo". disse Roxane con un sorriso.
Mentre uscivamo dal centro commerciale, non riuscivo a scrollarmi di dosso la sensazione che qualcuno ci stesse inseguendo.
Diedi un'occhiata fuori dal finestrino posteriore, ma non vidi nulla fuori dall'ordinario.
Sei paranoica. Rilassati.
"Allora, Roxane, dove stiamo andando?"
"Dove pensi che stiamo andando prima delle undici di un weekend? Alle fottutissime mi-mo-seeeee!”
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La Vergine Del Branco
Loup-garouAyla è una lupa mannara di diciannove anni che nasconde un segreto: è ancora vergine. L'unica vergine del branco. È decisa a superare anche il periodo di calore di quest'anno senza cedere ai suoi impulsi primordiali, ma quando incontra Elijah, l'Alf...