Due diventano tre

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AYLA

A differenza dell'ultima volta in cui mi è saltato il ciclo, questa volta io e Elijah non avevamo alcun dubbio.
Aveva visto il mio test di gravidanza, per l'amor di Dio!
Certo, il suo cervello Alfa non era in grado di capire cosa significasse il segno, ma comunque...
Era il pensiero che contava.
Ma dopo la cena in famiglia, il test di gravidanza e l'eccitazione che riempiva la nostra casa, mi sono resa conto che qualcosa non quadrava.
Certo, Bella mi aveva detto che il test di gravidanza era abbastanza preciso, che anche lei e Jeremy ne avevano usato uno quando non ruscivano a raggiungere Marilyn, ma qualcosa dentro di me non mi faceva sentire sicura. Avevo bisogno di una conferma.
E avevo bisogno che venisse dall'unica guaritrice di cui mi fidassi.
Così entrai nell'ufficio di Elijah, facendogli alzare lo sguardo dalla pila di documenti sulla sua scrivania. "Cosa c'è?"
"Non mi fido del test di gravidanza".
Sospirò. "Ayla..."
"Dobbiamo andare a trovare Marilyn. Adesso".
Vidi che stava per aprire la bocca per ribattere chiaramente aveva una tonnellata di lavoro da fare ma mi strofinai la pancia e gli diedi un'occhiata severa. "Il potenziale bambino e io ci andiamo. Con o senza di te".
Pochi minuti dopo ci infilavamo in macchina e iniziavamo il viaggio verso il Ritiro dei Guaritori.
Marilyn era li da una settimana ormai, ed era l'unica persona a parte Elijah e Bella di cui mi fidavo per avere informazioni sulla gravidanza.
C'erano altri guaritori in città a cui potevamo rivolgerci per avere conferma, naturalmente, ma c'era soltanto una Marilyn. E inoltre mi mancava.
Non ero mai stata così a lungo senza parlarle, da quando eravamo diventate amiche, e non vedevo l'ora di sapere come stava.
Elijah aveva avuto notizie dal ritiro un paio di giorni prima. Una consulente aveva chiamato per aggiornarlo sulla guarigione di Marilyn. Aveva detto che Marilyn stava guarendo più velocemente della norma e che stava prendendo bene il ritiro.
Sentirlo mi rese felice. Ma non mi aveva neppure sorpresa.
Era ovvio che Marilyn stesse guarendo più velocemente della norma. La ragazza era speciale.
Aveva tanto talento come amica quanto come guaritrice e a volte la bonta veniva ricompensata con altra bontà.
Come avrebbe dovuto essere.
Un paio d'ore più tardi stavamo arrivando al Ritiro dei Guaritori. Un addetto si avvicinò alla macchina. "Dovete fare il check-in?", chiese.
"No, siamo in visita", spiegai attraverso il finestrino.
Ci indirizzò al parcheggio dei visitatori e, dopo aver parcheggiato, ci avviammo verso l'ingresso principale. Ci avvicinammo alla reception e la signora seduta dietro di essa alzò lo sguardo.
"Come posso aiutarvi?"
"Stiamo cercando Marilyn, la guaritrice del Branco della Costa Orientale. Sono il suo Alfa", si presentò Elijah.
"Salve, Alfa". La donna gli fece un cenno con la testa. "Venite con me, per favore, da questa parte".
La seguimmo attraverso l'atrio e fino all'ingresso dell'ascensore. Quando le porte dell'ascensore si aprirono, lei premette il pulsante del settimo piano per noi.
"Appena arrivate al settimo piano, girate a sinistra e proseguite dritti fino alla stanza 210. Lei sarà li".
"Ottimo, grazie", dissi, sorridendo alla donna.
Le porte si chiusero, lasciando me e Elijah di nuovo soli. Mi prese la mano e la strinse, dandomi in qualche modo un po' di rassicurazione pur senza dire assolutamente nulla.
Quando arrivammo alla stanza di Marilyn, bussai alla porta.
Pochi secondi dopo la porta si aprì e Marilyn, vestita di lino bianco dalla testa ai piedi, stava di fronte a noi. Prima che potessi rendermi conto dell'aspetto angelico della ragazza, le gettai le braccia al collo.
"Marilyn!" Gridai. "È così bello vederti".
Mi strinse a sé e potevo sentire la positività che si irradiava da lei. "Anche per me, Ayla. Wow, è incredibile vedere facce familiari". Ci lasciammo e lei abbracciò Elijah. "Ciao, Elijah".
"Marilyn, stai benissimo", la salutò, lasciandola andare dopo qualche secondo. "Sembra che questo posto ti abbia fatto bene".
"Sì, davvero", annuii lei. "Venite dentro, prego. Vi offrirei qualcosa da mangiare, ma non ci è permesso cucinare qui".
"No, va bene così. Non vogliamo interrompere niente di quello che stavi facendo".
"Non essere sciocca. Voi due non siete mai un'interruzione. Sedetevi", ci disse, indicando un piccolo divano contro il muro.
Io e Elijah ci sedemmo.
"Ora ditemi, cosa sta succedendo? Sento che avete qualcosa in mente".
Guardai Elijah e i suoi occhi incontrarono i miei. Lui mi fece un leggero cenno e poi mi girai verso Marilyn, cullando la mano di Elijah in grembo.
"Ho un ritardo. Una settimana e mezza, questa volta, Marilyn. Ho fatto un test di gravidanza, ma non ci crederò finché... beh, finché la risposta non verrà da te".
Marilyn sorrise, ma poi sospirò. "Non dovrei fare nessun tipo di rituale di guarigione mentre sono qui dentro".
La delusione mi offuscò il viso prima che potessi trattenerla e sapevo, senza nemmeno guardarlo, che Elijah aveva la stessa espressione sul viso.
Avevamo guidato fin qui e Marilyn era la migliore. La più gentile.
Volevamo che fosse con noi a ogni passo.
"Capisco", dissi dolcemente. "Non vogliamo metterti nei guai o interferire con la tua guarigione". Mi alzai, tirando Elijah con me. "Sono sicura che c'è un guaritore adatto in città che può aiutare..."
"No. Fermati, torna a sederti", disse Marilyn, il suo tono sicuro e forte. "E facile, questo rituale. Ayla, se potessi sdraiarti sul letto..."
Non appena fui sulla schiena con la camicia arrotolata, Marilyn posò le mani su di me. "Allora?" Chiesi dopo un momento. Stavo scoppiando dall'impazienza.
Dovevo sapere e subito. Lei mi guardò con i suoi occhi scintillanti. "Allora?" Chiese Elijah dietro di lei.

La Vergine Del BrancoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora