Attriti

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                                     AYLA

Trattenni la rabbia mentre la mano di Elijah raggiungeva il foglio che Charlotte aveva lasciato sul tavolo. L'idea che fosse anche solo curioso di leggerlo mi fece nbollire il sangue.
Stava davvero scegliendo sua madre invece che me? Si rendeva conto che noi due eravamo accoppiati per la vita, vero?
Con un po' di fortuna, Charlotte avrebbe tirato le cuoia entro pochi anni.
Feci un passo verso di lui e aprii le labbra, ma prima che una sola parola potesse uscire, lui alzò un dito e si avvicinò al cestino dei rifiuti, lasciando che il foglio piegato vi scivolasse dentro.
"Questo non significa che ho deciso di tenere le tue parti", disse freddamente.
Ero sbalordita, ma più di tutto sollevata. Forse non si era fatto fare il lavaggio del cervello come pensavo. Tuttavia, il fatto che avessi dei dubbi sulla parte di chi, tra noi due, avesse tenuto mi rendeva furiosa. Dovevo sapere da che parte stava veramente.
"Che cosa significa?", chiesi.
"Ayla, capisco le tue ragioni, ma quell'articolo non ti ha fatto nessun favore".
“E nemmeno i tuoi genitori", replicai.
"Lascia che me ne occupi io", disse lui, entrando nel mio spazio.
Sì, ok, Elijah. Non che non ti abbiano messo i piedi in festa.
Era così tipico di lui pensare di potermi intimidire in quel modo. Era il modo in cui gestiva chiunque altro lo mettesse in discussione, ma non funzionava con me. Io lo conoscevo per quello che era veramente.
Avevo visto la sua compassione, la sua dolcezza, ed era per questo che tutto quel dramma tra noi mi stava uccidendo.
Forse, se gli avessi fatto vedere quello che vedevo io, avrebbe capito perché ero così ostile verso sua madre.
"Elijah, tu sei sopraffatto da loro. Fai un passo indietro e guarda tutte le cose che ti stanno spingendo a fare".
"Non ho appena buttato via la dichiarazione di mia madre?", protestò lui. "Pensi che mi sia piaciuto, quando mia madre mi ha accusato di essere un incompetente di fronte a tutto il mio consiglio?"
Ma sul serio? Non potevo credere che dopo tutto quello che era successo il suo unico pensiero fosse che figura avesse fatto davanti ai suoi amici.
Forse mi sbagliavo sul fatto che c'era speranza che potesse vedere le cose dalla mia prospettiva.
"Allora, è questo che pensi sia stato sbagliato? Non l'intera faccenda del promettere che mi sarei sottomessa a te alla prossima luna piena?"
"Sto ancora aspettando che tu proponga una soluzione a quel problema", rispose. "Accettare di riprogrammarlo mi risparmierebbe un sacco di grane".
"Togliere i tuoi genitori dai piedi risparmierebbe un sacco di grane a entrambi", dissi seccata. "Non capisco perché lasci che la passino liscia".
"Nonostante tutto sono ancora i miei genitori, Ayla. Pensavo che tu più di tutti l'avresti capito".
Mi stava davvero dando dell'ipocrita?
Un conto sarebbe stato se i suoi genitori fossero stati delle persone adorabili e io fossi stata una pazza gelosa, ma la sua relazione con Charlotte e Daniel era tossica. Ero sinceramente sconcertata dal fatto che non riuscisse a capirlo.
Elijah si sbagliava di grosso, se pensava che sua madre meritasse un lasciapassare solo perché era la sua famiglia.
"Scusami, io capisco cosa significa avere una relazione sana con I propri genitori. Una fondata sul rispetto e l'empatia, non sull'eredità e la politica. Non è così che funzionano le famiglie sane, Elijah".
Capii che lo stavo mettendo a disagio. Forse stavo esagerando.
Lui non era cresciuto in una famiglia amorevole come me e nonostante il fatto che non condividessi una goccia di sangue con il resto della mia famiglia, sapevo che mi amavano in un modo che Elijah non poteva comprendere.
Quando ci siamo accoppiati per la prima volta, la nostra relazione è stata travolta dalla lussuria e dalla passione, ma mentre le settimane si trasformavano in mesi scoprii il vuoto emotivo che esisteva nel cuore di Elijah.
Avevo fatto del mio meglio per riempirlo. mostrandogli cosa significava avere qualcuno che lo amava incondizionatamente, che era apprezzato e desiderato per qualcosa di diverso dall'essere l'Alfa.
Forse non avevo fatto abbastanza per compensare quel vuoto. O forse dovevo affrontare il fatto che non avrei mai potuto sostituire l'amore che ricercava dai suoi genitori.
Dopo i miei ultimi commenti, Elijah piegò le braccia e fissò pensieroso le sue scarpe.
Il silenzio iniziava a mettermi a disagio.
"Ayla, da quando ho iniziato a frequentare i
tuoi genitori e tua sorella, ho visto come dovrebbe funzionare una famiglia. In un certo senso, è come se i tuoi genitori avessero adottato anche me.
"Mi ricordano la famiglia che avevo, quella prima che Aaron morisse. E ora che i miei genitori sono di nuovo qui, vorrei tanto che le cose funzionassero di nuovo. Voglio averli nuovamente nella mia vita".
Vedevo il dolore nei suoi occhi mentre lottava per aprirsi con me. Sapevo che non era facile per lui.
Parlare di rotture e di cotte con le ragazze era una cosa, ma questo era un serio trauma emotivo. Mi sentivo come se fosse qualcosa completamente fuori dalla mia portata.
"Elijah, ti hanno abbandonato", risposi, decidendo di essere diretta. "Cosa ti fa pensare di poterli far cambiare ora?"
"Quella prima sera, quando sei andata a letto presto, mi hanno detto che volevano essere qui per i nostri figli. Così ho pensato che se avessi detto loro che ci stavamo provando..."
"Aspetta, hai detto loro che stavamo cercando di concepire per guadagnare il loro affetto? Elijah, perché non me l'hai detto?"
"Cosa vuoi dire?", rispose amaramente. "Se te l'avessi detto, avresti messo a ferro e fuoco la casa. Pensavo di poter guadagnare abbastanza tempo per farti cambiare idea, ma poi è uscito questo articolo e adesso è tutto un fottuto casino".
Ok, dovevo ammettere che probabilmente avrei dato fuoco alla casa. ma non avrebbe comunque dovuto fare promesse per entrambi.
Noi dovremmo essere dei partner. anche se in quel momento mi sentivo sempre meno una sua pari e sempre più un fastidio. Una qualche ragazza giovane e carina che lui si teneva vicino per sfornare figli e fare bella figura agli eventi mondani.
"L'amore non è condizionato, Elijah.Non dovresti aver bisogno di promettere nipotini ai tuoi genitori per guadagnarti il loro affetto".
"Perché non puoi...", Elijah si fermò brevemente, stringendosi il petto. Il suo respiro divenne pesante, girò la testa di lato. "Cazzo, sta succedendo".
Il terrore mi invase, il mio volto divenne pallido.
Cosa voleva dire?
Stava avendo un attacco di cuore?
"Elijah, cosa sta succedendo? Dimmelo!", lo supplicai, ma prima che potesse rispondere, ebbi la mia risposta.
La liquida, pulsante vampata del calore si accese nel mio cuore e si diffuse in tutto il mio corpo come un incendio. Le mie gambe formicolarono e i miei seni si gonfiarono. Quando il profumo di Elijah attraversò il mio naso, fu come versare benzina sulle fiamme.
Lo guardai con un desiderio folle.
Dovevo averlo. Desideravo che fosse dentro di me.
Il modo in cui mi guardava, quegli occhi verde-oro infuocati di lussuria, tutto mi lasciava intendere che stava lottando contro quegli stessi istinti primordiali.
I suoi muscoli si flettevano e si sforzavano mentre cercava di combatterlo, ma a ogni respiro assorbiva sempre più feromoni. diventando ubriaco di una violenta fame indotta dal calore.
"Vuoi ancora provare uno di quei trucchi magici?", chiesi, cercando di stabilizzare il mio respiro.
"A quanto pare non ne ho bisogno", disse con un sorriso ironico.
"Parla per te", risposi, lottando con il desiderio del mio corpo di gettarmi contro i suoi muscoli rigonfi e iniziare a strappargli i vestiti.
Chiuse la distanza tra noi, potei cosi sentire il suo respiro contro il mio viso.
Passai le dita tra le sue ciocche corvine disordinate prima di spostargli violentemente la testa di lato. Dall'estasi strinse i denti.
"Mi dispiace, ti ha fatto male?", chiesi in modo beffardo.
"Era solo un po' di solletico".
" Allora che mi dici di questo?", domandai, facendo scivolare la mia mano verso il suo inguine. Si morse la lingua e sbatté il pugno contro il muro.
"È tutto quello che sai fare?", disse.
Sapevo che dovevo stare attenta a quanto lontano mi sarei spinta. La sensazione del suo membro rigido nella mia mano mi stava quasi facendo impazzire. Pulsava al mio tocco e lo immaginavo scivolare dentro di me, spezzandomi in due.
"Davvero non hai intenzione di fare nulla?", chiesi, stringendo la mia presa.
"Non sei l'unica testarda... in questa rel... relazione", riuscì a dire tra un respiro e l'altro.
Più a lungo lo guardavo, più il mio gioco diventava pericoloso. Mi sentii bagnare e l'aria nei miei polmoni si riscaldò. Riuscivo a malapena respirare mentre i miei vestiti si stringevano contro il mio corpo.
Ma non potevo tirarmi indietro proprio in quel momento. Se doveva funzionare, doveva essere lui a sventolare la bandiera bianca.
"Stai bene?", chiese Elijah, soffiando contro il mio collo. "Sei piuttosto sexy".
"Sto a meraviglia", risposi, la mia voce tremante.
"Sei sicura di non aver bisogno di una mano?", chiese, guidando la sua giù tra le mie gambe, toccando il mio sesso. "Perche ti sento un po' calda".
Il suo tocco mandò dei fremiti attraverso il mio corpo, le mie cosce si strinsero intorno alla sua mano. Il calore mi devastava e io stavo praticamente boccheggiando.
"Non lusingarti, piccola. Questo è normale durante il primo colpo della stagione".
Avevo bisogno di ritorcerglielo contro, prima di perdere il controllo. Iniziai a strofinarglielo attraverso i suoi pantaloni.
La sua presa sul mio cavallo si allentò mentre lui si piegava sotto la stimolazione.
"E questa è solo la mia mano. Puoi immaginare quanto sarebbe bella la mia bocca", dissi, leccandolo dietro
il suo orecchio. Sentii la sua mano scivolare di nuovo verso la mia vulva, ma non avevo alcuna intenzione di farlo passare all'azione. L'avevo messo alle corde; era il momento del knockout.
In un unico, rapido movimento, gli sollevai la camicia e affondai la mia mano nei suoi pantaloni. Non c'era più alcuna barriera, ora. Le mie dita si avvolsero contro il suo membro liscio, scivolando delicatamente su e giù per tutta la sua lunghezza.
Il tocco della mia pelle contro la sua ci mandò entrambi in delirio. Elijah afferrò il mio braccio e mi spinse contro il muro. Avvicinò le sue labbra per un bacio, ma io mi allontanai.
Tentò di mettere le mani sui miei seni, sul mio culo, ovunque potesse prendere il sopravvento, ma io continuai soltanto ad accarezzarlo sempre più velocemente fino a quando riuscii a sentire che era sull'orlo dell'orgasmo.
Ancora qualche colpetto.
Elijah respirava forte, perso nel piacere del mio lavoretto di mano. Qualsiasi tentativo di lotta fosse rimasto in lui era sparito e si era abbandonato completamente al calore. Era esattamente dove volevo che fosse.
"Basta così", dissi, tirando fuori la mia mano dai suoi pantaloni.
"Era il meglio che sapevi fare?", chiese Elijah, con il sudore che gli scendeva sulla faccia.
"Neanche lontanamente, tesoro", risposi. "Mi sto solo scaldando".

La Vergine Del BrancoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora