Alzare la poste in gioco

16.4K 567 49
                                    

                               ROXANE

"Aspetta, frena, vuoi dire che qualcuno ci sta spiando?", chiesi. "Tipo, proprio in questo momento?"
"Non posso dirlo con certezza, ma non riesco a scrollarmi di dosso questa sensazione minacciosa che è iniziata non appena siamo salite sul taxi".
Scansionai l'area dietro Ayla e non vidi nulla di insolito, a parte una donna che indossava dei colori pastello fuori stagione.
"Si, penso che tu sia paranoica. Inoltre, è impossibile riconoscerti conciata come sei".
Prima che Ayla potesse rispondere, il mio telefono esplose di notifiche.
Cazzo, è Josh.
Non era l'uomo più sveglio del mondo, ma aveva l'abilità straordinaria di capire quando stavo facendo qualcosa che non andava fatto.
"Dammi un secondo. Penso che siamo stati scoperte".
"La nostra fortuna doveva finire, prima o poi", rispose Ayla, agitando il suo flute di champagne.

                                       AYLA
Pescai la fragola dal fondo del mio bicchiere e la
misi in bocca, facendola rotolare sulla mia lingua e lasciando filtrare le ultime gocce di succo d'arancia e di alcol prima di schiacciarla tra i denti.
La polpa aveva un buon sapore.
Almeno, in mezzo a tutto questo dramma. mi stavo ancora ricordando di prendere la mia vitamina C.
Una leggera brezza arruffò i tovaglioli sul tavolo e accarezzò il mio naso esposto all'aria. Mi piaceva l'aria frizzante dell'inverno che avvolgeva la città in quel periodo dell'anno. Mi è sempre sembrata più salutare, per qualche motivo.
Da dietro le mie lenti colorate guardavo le persone che passavano. Mi chiedevo se qualcuno di loro avesse idea di chi fossi. L'intero concetto di essere un personaggio pubblico mi lasciava ancora perplessa.
Perchè dovevo cambiare chi ero per conformarmi all'archetipo di ciò che significava essere la compagna di un Alfa? Non mi importava se tutti mi amavano. Io non amo tutti, e non credo sia naturale farlo.
Se le persone si facessero gli affari loro e passassero tanto tempo a concentrarsi sulle loro vite invece che sulla mia, il territorio sarebbe pieno di molti lupi e umani più felici.
Con la coda dell'occhio notai una figura che si muoveva più velocemente del resto delle persone in strada. Indossava un impermeabile e nascondeva qualcosa tra le sue pieghe.
Il mio cuore iniziò a correre e l'adrenalina giunse in ogni angolo del mio corpo.
Mi sentii un idiota per aver lasciato che Roxane mi convincesse ad abbandonare la mia guardia del corpo, ma non ebbi tempo per pensarci.
"Roxane, alzati".
"Sì, un secondo".
"No, alzati subito!", gridai.
Tutti fuori si voltarono a guardarci, ma non ebbi il tempo di preoccuparmene. C'era una piccola recinzione che separava il tavolo dalla strada, quindi non potevo affrontarlo. Ora mi stava fissando, il suo viso si contorceva in un sorriso diabolico.
Tutto andò al rallentatore nel momento in cui tirò indietro il suo cappotto e io mi avvolsi intorno a Roxane.
Click! Click!
Click! Click! Click!
"Sorridi, Ayla!", disse l'uomo da dietro la sua macchina fotografica, scattando furiosamente delle foto.
Mi ci volle un secondo per capire cosa stesse succedendo, e prima che me ne rendessi conto tutti dentro al ristorante avevano il loro telefono in mano e stavano scattando foto di me e Roxane.
Sentii il forte rombo di un motore, un'auto del branco si fermò e Josh saltò fuori con due uomini. Spinsero indietro la folla e misero le mani davanti all'obiettivo del paparazzo.
"Entrate. Ora!", ordino Josh.
"Non sgridarci come se fossimo delle bambine", rispose Roxane.
"Dov'è Elijah? ", chiesi.
"Ha detto che avrebbe parlato con voi quando saremmo arrivati al Rifugio del Branco. Spero che entrambe vi rendiate conto di quanti problemi avete scatenato".
Intuii che Josh non voleva apparire poco professionale davanti agli altri due uomini in macchina, quindi non disse molto durante il nostro viaggio di ritorno. Ma dagli sguardi che lui e Roxane si stavano scambiando, era ovvio che dentro quella macchina stava infuriando una discussione silenziosa.

                                       ***

Quando giungemmo al Rifugio del Branco, scesi dall'auto e corsi dritta nell'ufficio di Elijah. Mi sembrava di andare nell'ufficio del preside per aver saltato la lezione, ma in questo caso ero io quella che voleva dirgliene quattro.
"Hai un minuto per la tua compagna?", dissi, irrompendo.
"A dire il vero penso di potertene dedicare anche due o tre", rispose, mettendo da parte alcuni conti.
"Basta con le battute, Elijah. Perché non sei venuto con Josh questo pomeriggio?"
"Non ne ho visto il bisogno".
"Sono la tua compagna. Non ho bisogno che qualcun altro mi rimproveri per aver fatto una cazzata".
"Quindi ammetti che abbandonare la tua guardia del corpo è stata una cazzata?"
Dannazione. Non volevo arrivare a questo. Quello era ciò che accadeva quando permettevo che il mio carattere prendesse il sopravvento sulla conversazione.
"Senti, non credo che tu capisca tutto quello a cui ho rinunciato per stare con te, Elijah. Quando ci siamo accoppiati, la tua vita non è cambiata. Hai continuato a essere l'Alfa. La mia invece è stata stravolta. Improvvisamente, tutti si preoccupano di ciò che indosso, di come parlo. Ho guardie del corpo che mi seguono ogni volta che esco di casa.
"Ho dovuto rinunciare a essere una persona normale.
E nel caso non l'avessi notato, non sono una persona a cui piacciono i riflettori. Questa... questa nuova vita è davvero difficile per me. E quando mi hai messo sotto pressione con il Festival e tutte quelle cose sulla famiglia, è stato troppo da sopportare. Ho bisogno di tempo per adattarmi".
"Hai avuto un anno, Ayla", risponde Elijah. "Di quanto tempo ancora hai bisogno? L'intero branco è in rivolta per quello che è successo al Festival, e ora i miei genitori mi stanno col fiato sul collo. Mentre tu eri fuori a farti compatire con Roxane, sai di cosa mi stavo occupando?
"I miei genitori hanno deciso di fermarsi per una piccola investigazione, e mi hanno informato che è mio dovere metterti in riga prima che tu distrugga il Branco della Costa Orientale e infanghi il nome dei Norwood", ringhiò. "E pensare che ho preso le tue difese. Ho detto loro che eri una donna adulta e che non avevi bisogno di essere accudita, ma a quanto pare mi sbagliavo".
Farmi compatire? Sperai che stesse scherzando. Se il suo piano era quello di farmi incazzare ancora di più con lui, stava funzionando.
"Lo pensi davvero?", gli chiesi, sul punto di esplodere.
"Penso che se ti importasse veramente di me sapresti che la mia vita è il Branco, quindi quando manchi di rispetto a esso e alle tradizioni su cui è costruito manchi di rispetto a me".
Non potevo credere che stesse rigirando la frittata per passare come la vittima. Questo doveva essere il risultato di qualsiasi conversazione avesse avuto con i suoi genitori quella mattina.
"Ayla, mi stai ascoltando almeno?" "Sì, ho sentito ogni parola, Elijah".
"Questo non è un gioco, Ayla. Il branco ha bisogno di sapere che avrà un erede".
"Sei tu che parli, o tua madre?"
"Ehi, neanche a me piace il modo in cui ti ha trattato, ma ha ragione. Possono essere privi di tatto nel modo in cui lo fanno, ma sono sinceri. Vogliono solo ciò che è meglio".
"Per noi o per il branco?"
"E questo che non capisci, Ayla. Sono la stessa cosa".
Avevo chiuso con quella conversazione. Era chiaro che non avrebbe ceduto, specialmente dopo essere stato radicalizzato dai suoi genitori.
Mi voltai e iniziai a uscire dalla porta. "Dove stai andando?"
"Torno a casa nostra. Ho promesso a tuo padre che avrei provato i suoi Manhattan".
"Penso che dovresti darti una calmata prima di andare li".
"Non ho intenzione di litigare con tua madre, se è questo che vuoi dire", risposi, infastidita.
"Davvero? Perché hai appena fatto una sfuriata con me, e tutto quello che ho fatto è stato cercare di ragionare con te".
Non riesco a credere a quello che mi sta dicendo!
"Questo lo chiami ragionare? Se non fosse per queste regole arbitrarie, vorresti mai dei figli? Quando è stata l'ultima volta che hai fatto qualcosa perché volevi farlo, e non perché ti è stato dettato da qualche libro polveroso?"
Elijah mi guardò male e riuscii a sentire il respiro caldo che usciva dalle sue narici dilatate.
Si avvicinò. Dovetti inclinare la testa all'indietro per poter continuare a guardarlo negli occhi. Ci fissammo per un minuto intero, entrambi aspettando che l'altro parlasse, finchè finalmente Elijah ruppe il silenzio.
"Cresci, Ayla".
Di tutte le cose che Elijah avrebbe potuto dirmi, questa doveva essere quella che faceva più male.
Potevo sopportare il fatto che i suoi genitori e i media tentassero che io fossi una bambina moralista. ma sentirlo dal mio compagno, l'unica persona che pensavo mi avrebbe sempre amato e rispettato, mi faceva male oltre ogni misura.
A quel punto mi era chiaro che non sarei mai riuscita a comunicare con lui solo con le parole. Avevo bisogno di fare qualcosa che avrebbe catturato la sua attenzione. Dovevo colpirlo dove sapevo che gli avrebbe fatto più male.
Quando vidi il suo sguardo vagare lungo la mia scollatura, capii di avere trovato la mia risposta.
"Ora ascoltami. Mi rifiuto di sopportare per un'altra sera la mancanza di rispetto dei tuoi genitori. O gli dici di darsi una regolata, o li voglio fuori da casa nostra. E se pensi che stia scherzando, farai meglio a credere a questo..."
Spero che tu sia pronto, ragazzone.
"Finché io e te non ci mettiamo d'accordo per mettere su famiglia, e i tuoi genitori non decideranno di stare al passo con i tempi o di rimanere nel passato e mandarci la loro cartolina ogni tanto, non faremo sesso".
Elijah cercò di mantenere la sua compostezza mentre mi fissava, valutando se fossi seria o meno.
"Stai bleffando. Il calore ti colpirà da un giorno all'altro".
"Ho resistito per due stagioni prima di incontrarti, Elijah. Sono abbastanza sicura di potermi prendere cura di me stessa per una terza".
"Questo era prima che tu fossi accoppiata. Il calore mi permette di farti cose che non potresti neppure immaginare".
"Tu non mi intimidisci. Abbiamo fatto l'amore per un anno intero. Anche se hai qualche nuovo trucco, non sarà sufficiente per sedurmi".
Elijah si chinò in modo che le sue labbra fossero a pochi centimetri dal mio orecchio. "Lo vedremo", sussultò.
"Fatti sotto", risposi, digrignando i denti.

La Vergine Del BrancoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora