Mèmoire

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                                      AYLA

La Torre Eiffel era assolutamente meravigliosa dalla mia vista sulla Senna - la magnifica struttura brillava nel cielo notturno.
Immaginai che l'aria fosse davvero frizzante quella notte. Tutti erano infagottati nei loro cappotti e sciarpe.
Io ero vestita solo in jeans e maglietta, ma non riuscivo comunque a percepire niente.
Né gli odori. Né il gusto.
Era una strana sensazione, essere in grado di vedere tutto, ma non essere in grado di sentire assolutamente nulla. Questo era lo svantaggio di essere nella memoria di qualcun altro.
Guardavo Konstantin passeggiare a braccetto con una bella donna vicino alla Senna. Mi chiesi chi fosse.
una modella?, un'attrice?
-Un'ex-amante, forse?
Come svoltarono in un vicolo, iniziai a seguirli. Dove potevano andare, così tardi nella notte?
Prima che potessi scoprirlo, mi sentii di nuovo sollevare e provai la sensazione straziante di essere spinta a forza attraverso il buco di una serratura.

                                        ***

“Perché mi hai tirata fuori così presto?", chiesi, infastidita, mentre mi ritrovavo seduta di fronte a Konstantin nella sua poltrona di velluto. "Volevo vedere di più di Parigi. Era incredibile".
"Sì, posso sempre mostrarti di più, Ayla. Posso mostrarti quasi ovunque tu possa immaginare. Ci sono pochi posti al mondo in cui non ho viaggiato", disse Konstantin.
"Dove stavi andando con quella donna?", chiesi. "Era bellissima".
"Oh, solo a qualche festa, sono sicuro", disse, agitando la mano come se niente fosse.
“Sembrava così reale", dissi, ancora incantata dal ricordo. "E così che sarà quando entrerò nei miei
ricordi?"
"sì", Konstantin annui. "Volevo mostrarti come sarebbe stato. Posso usare i miei poteri per aiutare a portare in vita i ricordi, ma quando saremo nella tua testa sarai tu ad avere il controllo".
"Come farò a sapere quale ricordo cercare?"
"Può sembrare smielato, ma seguirai il tuo cuore, letteralmente. La tua mente creerà una guida che prenderà la forma di qualcuno di cui ti fidi, e ti condurrà a ciò che il tuo cuore desidererà di più".
Mi girava la testa. Questa roba dei vampyr era tutta nuova per me, e anche per un lupo mannaro era piuttosto fantastica.
"Non sapevo che i Vampyr fossero così...magici".
Konstantin rise a quelle parole. "Non tutti la pensano così. Per anni i Vampyr hanno dovuto vivere nell'ombra".
"Davvero? Perché?"
"I Lupi del Millennio non avevano molto a cuore la mia specie", rispose.
I Lupi del Millennio? Incluso Raphael? "Nessuno dovrebbe nascondere chi è", dissi.
"La gente spesso odia ciò che non capisce. E stato così per secoli. Ma tu non sei come la maggior parte delle persone, vero Ayla?"
Konstantin sorrise e io ricambiai il sorriso.
Capiva quello che avevo passato, perché anche lui sapeva cosa significava sentirsi un emarginato.
"Spero di poterti aiutare a trovare le risposte che stai cercando", disse.
Ero nervosa, ma ero anche eccitata - stavo per scoprire finalmente da dove venivo.
Avevo bisogno di sapere chi erano... I miei genitori.
Erano la ragione per cui ero lì, in primo luogo. I viaggi a Parigi erano una bella distrazione, un trucchetto, ma non era quello che stavo cercando.
"ricordi?".
"Col tempo, Ayla. Ma devi essere paziente con questo processo. Non sarà bene spingerti troppo in là troppo presto".
"Cosa vuoi dire?"
"Voglio dire che la chiave per trovare i tuoi genitori si trova nel profondo del tuo subconscio", spiegò. "E immergersi così in profondità sarà difficile".
Konstantin si alzò e si avvicinò a me, facendo scorrere dolcemente il suo dito lungo il perimetro della mia testa, come se mi stesse marcando per un'operazione.
"Per favore, mostrami un altro ricordo", dissi. "Non mi sento affatto esausta".
"Molto bene, se proprio insisti", disse lui, sospirando.
Konstantin mise la sua mano sulla cima della mia testa, con il pollice che premeva contro la mia fronte.
La stanza iniziò nuovamente a girare, ma solo per un momento, perchè Konstantin improvvisamente crollò a terra, gridando in agonia.
"Konstantin", urlai, inginocchiandomi accanto a lui. "Cosa è successo? Stai bene?"
"Sto bene, sto bene... non c'è bisogno di preoccuparsi per me. È solo che... posso usare solo un poco della mia energia per volta, e per oggi ho paura di essere prosciugato".
La sua pelle già pallida sembrava più pallida del solito, era vero. Lo aiutai a sedersi sulla sua sedia, scusandomi.
"Mi dispiace. Non avrei insistito così tanto se avessi saputo".
"No, non scusarti", disse lui. " Avrei dovuto conoscere miei limiti".
"Spero che questo non ti scoraggi a fare un'altra sessione", dissi.
Konstantin scosse la testa e sorrise. "No, certo che no. Ti prometto che la prossima volta che ci incontreremo... scaveremo nella tua mente".
E spero di trovare le risposte di cui ho bisogno...

                                     ELIJAH

"Non ha nessun altro a cui rivolgersi. È completamente sola", mi urlò in faccia Marilyn. "Hai intenzione di ributtarla là fuori a cavarsela da sola?"
"Se l'è cavata bene da sola finora", ringhiai. "Non lascerò mai che una bandita scorrazzi libera nel mio dominio".
“Scorrazzare?", esitò Marilyn. "Non riesce ancora a camminare".
"Questo è il Rifugio del Branco, non un punto di passaggio per lupi solitari che cercano l'elemosina".
"Parli come un vero leader", disse Marilyn con sarcasmo, fissandomi. "Da quando il Branco della Costa Orientale e diventato così egoista?"
"Stai attenta a come parli", ringhiai.
"Marilyn, sei una persona che si fida degli altri. Non sto dicendo che sia una brutta cosa, non lo è ma a volte puoi essere un po' troppo fiduciosa, e questa potrebbe essere una di quelle volte", intervenne Josh.
"Non cominciare a parlare di fiducia con me, Josh. O ti sei dimenticato di quando hai chiamato l'Alfa del Millennio perché non eri sicuro che il tuo Alfa facesse il suo lavoro?", rispose Marilyn di scatto.
Dannazione, stasera sta proprio tirando fuori gli artigli.
Avevo perdonato Josh per il suo passo falso, ma di sicuro non l'avevo dimenticato. Mi guardò nervosamente, aspettando la mia reazione.
"Sì, Josh può essere un casinista, non è una novità per nessuno di noi due, ma questo adesso non c'entra".
"Il lupo Omega deve andarsene", disse Josh. "Si chiama Nina", ringhiò Marilyn.
Non avevo mai visto Marilyn mostrare le zanne prima di allora.
Mai. Questo era importante per lei.
“Nessun lupo viene esiliato senza una buona ragione, lo sai. È un rischio tenerla qui".
"É un rischio di cui sono disposta a prendermi la responsabilità", disse Marilyn, mantenendo la sua posizione.
"Come guaritrice, il mio giuramento mi obbliga a riabilitare qualsiasi lupo che venga da me in cerca di aiuto, al meglio delle mie capacità".
Era inutile discutere con lei, ora che aveva tirato fuori la carta del giuramento. Avevo troppo rispetto per Marilyn, anche se non ero d'accordo con lei su questo.
"Bene, può rimanere, ma solo fino a quando non sarà abbastanza in salute per andarsene. E mi aspetto un rapporto giornaliero sui suoi progressi, insieme a qualsiasi altra informazione che tu possa ottenere".
"Per me va bene", rispose lei, annuendo.
Spero che tu sappia cosa stai facendo, Marilyn.

                                         NINA

"È un rischio di cui sono disposta a prendermi la responsabilità", ripeté Marilyn mentre stavo nel corridoio a origliare la sua conversazione con l'Alfa.
Oh, Marilyn, perché sei così dannatamente pura? Questo rende tutto molto più difficile.
Mi uccideva davvero il fatto che si fidasse di me così ciecamente, quando ero del tutto indegna di quella fiducia. Ero il peggio del peggio.
Quell'angelo meritava il mondo, ma tutto quello che potevo darle erano bugie.
Tornai di nascosto nella mia stanza e mi stiracchiai le membra.
Dio, stare a letto tutto il giorno fa davvero male.
I poteri della mia benefattrice avevano fatto un buon lavoro, facendo sembrare vere queste finte ferite. Erano abbastanza verosimili da ingannare una guaritrice di talento e un Alfa.
Avrei creduto di essere vicino alla morte io stessa, se questi lividi e fratture non fossero stati completamente indolori.
In effetti avrei voluto che fossero reali.
Era quello che mi meritavo come pagamento per quello che ero stata mandato qui a fare.
Ma non avevo scelta, qualunque cosa volessi. Questo era un lavoro che dovevo portare avanti fino alla fine.
E non avevo più tempo.

La Vergine Del BrancoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora